MONDO

Violento attacco contro il giornale autogestito Tiempo Argentino

Nella notte del 4 di luglio a Buenos Aires venti incappucciati, capeggiati dall’imprenditore Martinez Rojas, assaltano la sede di Tiempo Argentino, giornale autogestito e recuperato dai propri lavoratori.

I lavoratori del quotidiano Tiempo Argentino hanno subito una violenta aggressione nella notte di lunedì 4 luglio nell’edificio che il giornale condivide con Radio America. I due media facevano parte dello stesso gruppo imprenditoriale, il Grupo 23. Il proprietario Sergio Szpolski a fine 2015 decide di vendere l’attività all’imprenditore Mariano Martínez Rojas, che tuttavia non ha mai ottemperato al pagamento dei salari arretrati (varie mensilità) di cui sono creditori i lavoratori. A fronte di tale inadempienza, i lavoratori e le lavoratrici di Tiempo Argentino decidono di trasformare il popolare quotidiano bonaerense in una cooperativa gestita dagli stessi lavoratori, attraverso un conflitto durato diversi mesi che è possibile seguire nel portale Por Mas Tiempo Radio America è invece rimasta in attesa dell’autorizzazione da parte dell’Ente Nazionale delle Comunicazioni – ENACOM – e del Ministero del Lavoro, che non hanno ancora riconosciuto Martinez Rojas come detentore della licenza della frequenza radiofonica.

La scorsa notte però arriva l’aggressione intimidatoria, che segue una prima aggressione avvenuta ad inizio giugno quando Martinez Rojas aveva già mandato un gruppo di teppisti ad assaltare la sede della radio al fine di bloccare la programmazione radiofonica senza tuttavia che la giustizia prendesse provvedimenti al riguardo nonostante si tratti di un delitto federale. Violenze fisiche ai danni dei lavoratori e distruzione degli strumenti di lavoro e di parte dello stabile: è questo il bilancio di una folle notte a Buenos Aires, quando un gruppo di violenti incappucciati, capeggiati dall’imprenditore Mariano Martìnez Rojas – fittizio proprietario della testata, ma non dei locali presidi mira – assaltano gli spazi in cui da ormai diversi mesi i lavoratori del giornale hanno deciso di recuperare ed autogestire l’impresa.

Il servizio di Barricada TV:

Tra le 12:30 e le 12:40 di notte un gruppo di circa 20 persone entra nella redazione di Tiempo Argentino mettendo a soqquadro l’edificio: dall’1 alle 3 della mattina, si sentono dalla porta di ingresso della redazione in via Amenabar nel quartiere di Belgrano di Buenos Aires vari rumori. I lavoratori, allertati da chi si trovava all’interno, temendo per gli oggetti all’interno della redazione, per i computer, per la propria incolumità, ma soprattutto per i documenti della nascente cooperativa e gli effetti personali, si concentrano fuori dallo stabile. La polizia arriva e resta fuori alla porta di ingresso senza intervenire, adducendo il fatto che erano in attesa di ordini – come riportato da La Vaca, nonostante le richieste ripetute dei lavoratori e pur essendo evidente dai rumori all’interno che gli incursori stavano devastando il locale, come denunciato dai giornalisti in conferenza stampa e nel servizio di Barricada Tv, la televisione comunitaria della fabbrica recuperata IMPA.

Cominciano ad arrivare attivisti e lavoratori di altre imprese recuperate e vari solidali chiamati attraverso le reti sociali. La tensione continua e di fronte all’inadempienza della polizia, che copre di fatto l’aggressione, i lavoratori decidono di rientrare con la forza nell’edificio scoprendo così che l’imprenditore Martinez Rojas si trova tra gli aggressori: solo in quel momento anche la polizia entra nello stabile assieme al presidente della cooperativa Javier Borelli, e al segretario, Randy Stagnaro, non intervenendo contro gli aggressori ma impegnandosi piuttosto a garantire l’uscita dell’imprenditore dallo stabile, mentre i lavoratori decidono di rimanere all’interno per riprendere possesso di ciò che legalmente è sotto la loro custodia. La polizia invita gli incursori incappucciati con Martinez Rojas e i lavoratori ad uscire dall’edificio e a rimettere nelle mani delle autorità giudiziarie la delibera sul diritto ad entrare nello stabile da parte di uno dei due gruppi. La risposta da parte dei lavoratori è immediata: “No, noi restiamo qui”.

Alle sette di mattina i lavoratori riprendono le loro postazioni ed accendono i computer per prepararsi, dopo una spontanea e larghissima solidarietà che arriva loro da sindacati, movimenti, giornalisti e dalla società civile, a far uscire l’edizione speciale di Tiempo Argentino che ha registrato oggi il tutto esaurito nelle edicole della capitale argentina. I lavoratori sono di nuovo all’interno della redazione pronti per continuare. Alberto Lopez Girondo – uno dei membri della cooperativa – ci dice al telefono che stanno tutti bene e sono pronti a continuare l’esperienza di autogestione del giornale, una voce critica in tempi di attacco alla libertà di informazione sotto il governo Macri.

Intanto è notizia di oggi (ieri per chi legge) che si è aperto un procedimento giudiziario con sette possibili accuse contro Martinez Rojas e altri sedici identificati durante l’aggressione violenta ed intimidatoria di questa notte. Un tentativo chiaro, secondo Maria del Carmen Verdù della Correpi, avvocatessa della cooperativa del giornale, di “mettere a tacere una voce libera che riporta la voce dei lavoratori in lotta”. Dopo lo sgombero violento della fabbrica recuperata RB, con sedici arresti e decine di feriti tra i lavoratori, avvenuta a Martinez, area del conourbano bonarense della scorsa settimana, nonostante ci fosse una legge di esproprio approvata che garantivai lavoratori per un altro anno, siamo di fronte ad un altro gravissimo attacco contro l’autogestione del lavoro che inaugura il secondo semestre del governo Macri.