ITALIA

Rocca di Papa, terra di accoglienza

Rocca di Papa e tutti i Castelli Romani sono terra di accoglienza. Lo hanno dimostrato con una semplicità disarmante in questi due giorni. Saluti, canti, striscioni con “welcome” hanno accolto cento dei migranti sbarcati dalla Diciotti che, alla fine di un lungo inferno, si sono dovuti subire «pure sta rottura di cojoni dei fascisti». Ma a parte nove cittadini dei Castelli fra le fila di Casa Pound, la comunità locale si è schierata per il diritto all’accoglienza.

Abbiamo tutti ascoltato le parole di Ivano, che con un linguaggio facile e allo stesso tempo efficace ha espresso un concetto importantissimo: l’estrema destra e le sue manifestazioni non sono ben viste dai cittadini comuni, nessuno vuole la lotta fra poveri ai Castelli.

Il tam-tam mediatico inizia nella prima mattinata di martedì: Casa Pound Italia pubblica un post in cui invita i militanti davanti al centro Mondo Migliore per “manifestare” contro l’arrivo dei profughi della nave U. Diciotti, il post suona molto come una chiamata a tutti i movimenti di estrema destra. I comitati cittadini si presentano sul posto prima di chiunque altro. Chiara dice di essere stata aggredita verbalmente da alcuni di loro, altri confermano la versione. Nel primo pomeriggio il posto si popola e si formano le due barricate: da una parte i movimenti di estrema destra sfoggiano la dirigenza: Boccacci, De Stefano, Antonini, Spalletta, Silvestroni, Nobilio e tanti altri, i partecipanti si contano in non più di 60 unità.

Dall’altra parte ci sono persone del posto, in pochi sono riusciti a venire da Roma in supporto, persone che, seppur numericamente inferiori a tutti i militanti di Casa Pound Lazio, riescono a far sentire la loro voce, voce tranquillamente riassumibile in quella di Ivano: «Questa povera gente che oltre alla navigata, alla sosta, alle 10 ore di pullman quando arrivano qua si devono godere pure la rottura di coglioni dei fascisti»,
Il bus che trasporta una parte dei profughi eritrei transita davanti ai due schieramenti, quello che si riesce ad intravedere dai finestrini sono solo degli enormi sorrisi, loro probabilmente non sanno cosa sta succedendo lì sotto, è bello potersi illudere del fatto che abbiano percepito il tutto come un comitato di accoglienza.
I due presidi vanno avanti fino alle 2 del mattino, fra slogan e rivendicazioni, nel frattempo le fila di Casa Pound si riducono fino a raggiungere lo stesso numero del presidio pro-migranti. La polizia chiede disperatamente ai due gruppi di abbandonare il campo e dopo un iniziale muro contro muro gli abitanti pro-migranti decidono di darsi appuntamento il giorno successivo.

Il giorno dopo la notizia principale dei TG sarà Rocca di Papa, il video di Ivano avrà già fatto il giro di tutti i canali web e il comitato cittadino lancia un appello a tutta la popolazione dei Castelli e delle città limitrofe chiedendo partecipazione durante il pomeriggio. La risposta non tarda ad arrivare.

Dalle 15 in poi aumenta la presenza della polizia, i due presidi non hanno più contatto visivo fra loro e contestualmente il prato antistante il centro Mondo Migliore si popola nuovamente di militanti delle estreme destre da una parte e di cittadini dei castelli pro-migranti dall’altra; da una parte sventolano bandiere tricolore e la tipica tartaruga, simbolo del partito, dall’altra nessuna bandiera, uno striscione di benvenuto e i cartelli con scritto “welcome”.

Appare evidente che chi si sta fronteggiando sono da una parte organizzazioni di destra e dall’altra la comunità locale, supportata da tutta la rete solidale romana e non solo: si registra la presenza di solo nove cittadini dei Castelli fra le fila di Casa Pound, il resto della popolazione difende il diritto all’accoglienza. Molto esemplificativo lo striscione che le destre mostrano alle telecamere in cui si legge la parola “rimpatrio” cosa piuttosto impensabile per un eritreo che scappa dalle persecuzioni.

Questa volta i numeri parlano chiaro: Rocca di Papa non vuole i razzisti in piazza, continuano i proclami dei vari dirigenti di destra davanti alle telecamere per circa mezz’ora. Subito dopo uno scambio di battute con il sindaco del paese, che ribadisce la totale disponibilità della sua amministrazione ad aiutare i migranti, di botto il presidio razzista scompare.

Dall’altra parte si esulta, si canta e si festeggia fino a quando alcuni operatori e inquilini del centro non decidono di affacciarsi dalle grate assieme ai bambini ospiti per salutare. Sarà questo il momento più significativo di tutte e due le giornate: il sorriso che i bambini hanno voluto regalare e le lacrime di chi è rimasto davanti a quelle grate per affermare un diritto che è sacrosanto e che nessun movimento nazionalista può mettere in discussione: il diritto di esistere.

Fintanto che esisteranno persone capaci di difendere i diritti dei più deboli esisterà sempre un bambino sorridente che ringrazierà ed è questo il carburante che serve alla nostra società per andare avanti e non cadere nella barbarie in cui molti politici vorrebbero vederci finire.

I profughi eritrei sbarcati dalla nave Diciotti dovranno essere nuovamente trasferiti presso le diocesi che hanno dato la loro disponibilità e si spera che la lezione di Rocca di Papa sia un esempio per tutta l’Italia. Si spera che le parole di Ivano diventino le parole di tutti.