TERRITORI
Comunità e colori contro disservizi e abbandono

Il racconto di due giorni di arte e riqualificazione dal basso in III municipio: contro il delirio securitario e l’ideologia del decoro, costruiamo comunità solidali e spazi di democrazia.
Venerdi e sabato scorsi, con l’aiuto del clima mite e delle bellissime giornate che questo inverno ci ha regalato, abbiamo restituito una strada nel cuore del Tufello, da anni abbandonata all’incuria e vittima dell’indifferenza, agli abitanti del quartiere.
Ottanta metri di strada, che da Viale Jonio portano a Via Monte Meta, dove da anni trova casa il Lab! Puzzle, un vero e proprio laboratorio di formazione e mutualismo, dove trovano spazio moltissimi progetti sociali da anni a servizio della cittadinanza (dalla scuola di italiano per migranti, alla scuola popolare, da uno sportello di tutela sul lavoro, al corso di fumetto), e dove trovano casa giovani studenti e precari,
Lo abbiamo fatto insieme ai giovanissimi studenti del vicino Liceo Artistico Cesi di via Sarandì, che abbiamo sostenuto durante l’occupazione, e con i ragazzi e le ragazze del corso di Fumetto e Illustrazione di Puzzle. Una riqualificazione dal basso nata con il coinvolgimento di tutti, in primo luogo degli abitanti dei palazzi che si affacciano sulla via, ha reso la giornata per noi che ci abitiamo particolarmente speciale. Il senso di creare comunità è proprio questo: mettere insieme e non dividere, comporre bisogni diversi per un fine comune, intessere legami solidali.
Contrariamente a l’ideologia del decoro e contro la psicosi delle spugnette, che vediamo prendere piede ormai da mesi e che di fatto si traduce sempre in guerra tra poveri, abbiamo risposto con forme di democrazia e partecipazione diretta, con l’attivazione di tutte le persone che hanno voluto contribuire a rendere più vivibile un pezzo del loro quartiere, Ognuno ha fatto un pezzo, Ognuno ha contribuito a restituire le scalette a tutti gli altri, affinchè quegli spazi divenuti di nessuno ora siano di tutti.
Questa è la differenza tra noi e chi fa, certo in maniera volontaria e “dal basso”, operazioni di “decoro urbano”. Noi proviamo a costruire una comunità solidale, che rispetti i diritti e i bisogni di tutti. Per noi decoro non vuol dire far diventare le strade luoghi asettici e lisci, spazi da controllare, e su cui “vigilare”.
I muri, anche se bianchi e puliti non comunicano nulla.tanto meno la realtà che viviamo.
Per noi decoro ha un senso molto più profondo, non è solo un sinonimo (tra l’altro errato) di pulito.
E continueremo a colorare e a far parlare ogni muro di questo municipio, perché solo così si possono esprimere i veri bisogni e i reali desideri di chi la città la vive quotidianamente.
{igallery id=5568|cid=51|pid=1|type=category|children=0|addlinks=0|tags=|limit=0}