ITALIA

Catania: dopo il corteo, liberati i migranti della Diciotti

Manifestazione e scontri al porto al grido di “facciamoli scendere!”. Iscrizione nel registro degli indagati di Salvini. Poi lo sbarco e ancora polemiche politiche

Circa 3mila persone hanno manifestato ieri pomeriggio al porto di Catania. Al grido di “Facciamoli Scendere” i manifestanti hanno sfilato verso la nave della Marina Militare dove da quasi quattro giorni erano sequestrate 15o persone.

La polizia ha caricato violentemente il corteo, che ha risposto con la determinazione di chi sa di avere ragione, di chi ha capito che intorno a questa vicenda sono in gioco gli interessi di tutti quanti. Contemporaneamente, alcuni manifestanti si sono gettati in mare per provare a raggiungere a nuoto la Diciotti, ma sono stati bloccati dai mezzi delle forze dell’ordine.

Nel frattempo, i giornali davano la notizia che il procuratore capo di Agrigento, Luigi Patronaggio, ha ufficializzato l’iscrizione di Matteo Salvini nel registro degli indagati. Il Ministro dell’Interno è accusato di sequestro di persona, arresto illegale e abuso d’ufficio.

In serata, dopo questi avvenimenti, è arrivata l’autorizzazione allo sbarco. 25 persone saranno accolte dall’Irlanda, 20 dall’Albania e le altre andranno in un centro d’accoglienza messo a disposizione dalla Cei (Conferenza Episcopale Italiana).

Nella mattinata di oggi, intanto, sono continuate le polemiche politiche. Mentre Salvini si auto-rappresenta come perseguitato dalla magistratura e sostiene di non temere processi e denunce, Di Maio ha rilasciato dichiarazioni estremamente concilianti con il suo omologo leghista. “Matteo resti al suo posto”, ha detto l’esponente 5 Stelle. Intanto, i giornali facevano circolare un suo vecchio tweet in cui chiedeva le dimissioni dell’ex Ministro dell’Interno Alfano perché indagato per abuso d’ufficio (cioè uno dei tre reati di cui è accusato Salvini).

In questa vicenda, insomma, insieme allo stato di diritto sembra essere evaporata anche una delle ossessioni più ricorrenti dei 5S, quella legalitaria e giustizialista: è già memoria d’altri tempi o funziona a corrente alternata, in base ai partiti di appartenenza degli indagati?

Foto di copertina di Luigi d’Alife

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