ITALIA

Centinaia di migliaia in piazza in tutta Italia, 25 aprile contro fascismo e guerra

Centinaia di migliaia di persone sono scese in piazza in decine di città italiane, a partire dai centomila della manifestazione milanese, fino ai cortei di Roma, Bologna, Padova, Napoli, Torino e in tante altre città: immagini dei cortei

Nella 79esima ricorrenza della Liberazione dal nazi-fascismo, ci sono stati cortei, iniziative e piazze contro il fascismo in tutta Italia. Al centro le lotte ai nuovi fascismi, le politiche autoritarie del governo Meloni, il caso di Ilaria Salis, il no alla guerra e all’aumento delle spese militari. Ovunque sventolano bandiere palestinesi, con la richiesta di un cessate il fuoco, di fermare immediatamente il genocidio in corso, l’apartheid e la colonizzazione dei territori palestinesi.

Sono stati giorni di polemiche perché – chiaramente – l’attuale governo di destra-destra non si dichiara antifascista, esplose intorno al caso della censura del monologo di Scurati sulla Rai. Ma se queste polemiche, pompate a regola d’arte da alcuni giornali come Repubblica e Il Fatto Quotidiano, da un lato portano a galla le contraddizioni sul fascismo insite nella fondazione del Partito Fratelli d’Italia che ha un legame diretto con il Movimento Sociale Italiano, fondato dopo la guerra da chi aveva partecipato alla Repubblica di Salò e al Regime fascista, dall’altro rischiano di diventare una litania sterile perché poco fondata su cosa significhi dichiararsi antifascista oggi. Infatti, come hanno gridato con forza le piazze del 25 aprile in tutta Italia, non si può essere ambigui sulla guerra e sul genocidio in corso in Palestina se ci si dichiara antifascisti oggi, così come non si può essere ambigui sul colonialismo italiano, di cui ancora oggi si parla troppo poco, o sul contributo dei fascisti all’occupazione nazista dal 1943 al 1945, come invece accade spesso a chi oggi fa parte del cosiddetto campo largo del centro-sinistra.

La manifestazione di Milano

«A quattro ore dalla partenza del corteo la coda non era ancora riuscita ad entrare in piazza Duomo. Queste le dimensioni della manifestazione di Milano» scrive il sito Milano in Movimento. Un corteo enorme colorato di rosso, nero, bianco e verde e dove si intonano canti per la liberazione della Palestina. Ci sono momenti di tensione solo quando passa lo spezzone che commemora la Brigata Ebraica, si urlano cori contro il sionismo, e in seguito a Piazza Duomo, quando dal palco istituzionale non viene permesso un intervento a sostegno del popolo palestinese e contro il genocidio, e arriva la Polizia in assetto antisommossa ad allontanare con la forza chi protestava.

Le piazze di Roma

Il primo appuntamento a Roma è stato alle 8:00 del mattino a Porta San Paolo, dove la Brigata Ebraica deponeva una corona di alloro in memoria dei partigiani, qualche centinaio di persone, circondate da un importante servizio d’ordine, che ha iniziato a urlare insulti sessisti e razzisti e a tirare oggetti e bombe carte contro il presidio, “Antifascismo è antisionismo”, convocato alla stessa ora, composto da diverse organizzazioni, tra cui USB, Potere al Popolo e i Giovani Palestinesi. Sono stati spintonati anche giornalisti/e presenti, e una giornalista Rai è stata aggredita in diretta per aver parlato di una “carica” della Brigata.

Da un punto di vista storico, la Brigata Ebraica, non è una brigata partigiana, ma un corpo militare indipendente dell’esercito britannico ed era composto da circa ebrei della Palestina, e parte del nascente movimento sionista, in Italia partecipò alle ultime fasi della Seconda guerra mondiale, e dopo la guerra aiutò gli ebrei ad emigrare verso Israele. Oggi è il nome di un’associazione con sede a Milano che ne ricorda la storia. Furono, invece migliaia le e gli ebrei che militarono nelle brigate partigiane comuniste, socialiste e del Partito d’Azione, rischiando la vita, e la deportazione nei campi di sterminio. Anche in altre città ci sono state tensioni simili, come a Verona, dove fuori la Sinagoga, insieme ad alcuni membri della comunità ebraica c’era l’ex sindaco Tosi, noto per il suo appoggio ai gruppi naziskin della città. Questo ci racconta quanto la storia della liberazione dal nazi-fascismo non sia pacificata, ma un campo di battaglia discorsivo dove la destra italiana da Berlusconi in poi ha iniziato lento processo di revisione, che con questo governo è diventato aperto conflitto su quale sia la memoria condivisa del Paese.

Ma nonostante per i giornali mainstream questa sia stata la notizia del giorno, molto più interessante è, invece, stata la partecipazione al corteo seguente di Roma sud, che si è concluso con un’intervento del padre di Ilaria Salis, incarcerata per il suo antifascismo, che ha letto una lettera della figlia: «sono orgogliosa che nel mio Paese si ricordi tutti gli anni la cacciata dei nazifascisti grazie alla coraggiosa lotta dei partigiani. Dalla mia cella desidero ardentemente che il mio Paese sia all’altezza della sua storia e che oggi come in passato si schieri dalla parte giusta della storia».

Sono invece cinque anni che esiste un nuovo corteo nell’altro quadrante della capitale, che quest’anno è partito da Villa Gordiani fino ad arrivare al Quarticciolo, dove si è concluso con un lungo concerto, nel parco recuperato dal Comitato di quartiere e dalla Palestra del Quarticciolo, in prima linea nelle battaglie contro la chiusura dei servizi (tra cui la scuola e il consultorio) e per una vita degna in borgata. Un corteo pieno di giovani e giovanissimi che ne hanno guidato la testa e animato le fila della manifestazione. Sono state tante le iniziative in tutta la città in ricordo delle storie partigiane, anche grazie al Festival Bella Storia, che ha costruito dibattiti e presentazioni per due settimane tra Centocelle, Pigneto, Tor Pignattara e Quadraro.

Decine le piazze in tutta Italia, con una grande partecipazione, tante bandiere palestinesi, per la pace, cori transfemministi contro le lobby antiabortiste nei consultori, per i diritti delle persone migranti e trans, per una liberazione non come giornata unica ma come un processo che non è mai finito. E che va vissuto ogni giorno.

Le foto di Patrizia Montesanti

Le immagini da Padova: foto di Luca Profenna

Le foto di Bologna