ROMA

Rifugiati di piazza Indipendenza: mantenuto il presidio, domani tavolo con le istituzioni

Continua il presidio dei rifugiati di piazza Indipendenza nello spiazzo di Madonna di Loreto: ottenuto il tavolo con le istituzioni

Ieri è stata un’altra giornata di lotta per le persone sbattute in strada il 19 agosto scorso. Dopo lo sgombero della casa occupata e poi quello, ancora più violento, del presidio nella piazza sottostante, i rifugiati eritrei ed etiopi hanno aperto il grande corteo per il diritto alla casa di sabato scorso. Alla fine della manifestazione, insieme alle famiglie sgomberate dal palazzo di via Quintavalle che da settimane sono accampate nei portici della chiesa di Santi Apostoli, hanno provato ad aprire un’interlocuzione con le istituzioni. Un tavolo con prefettura, regione e comune per affrontare l’emregenza abitativa. Questa la loro richiesta. Respinta per bocca dei funzionari di piazza: «Il prefetto è in vacanza fino al 10 settembre» e «Non accettiamo il ‘ricatto’ della piazza, dovete tornare lunedì e inoltrare la domanda agli uffici competenti».
In risposta a questo assurdo diniego di un’interlocuzione, i rifugiati hanno deciso di accamparsi nello spiazzo di Madonna di Loreto, a lato di piazza Venezia. Lì, hanno appeso degli striscioni («La lotta per la casa non ha confini», il più grande), montato un gazebo per proteggersi dal sole e ricevuto la solidarietà di tanti romani, che da subito hanno portato acqua, provviste, materassini per dormire. Il presidio permanente, che la questura ha autorizzato per un massimo di 10 persone durante la notte, sarebbe dovuto finire ieri, con l’ottenimento del tavolo.
Invece, in mattinata sono ricominciate le brutte sorprese e le provocazioni. Come concordato, gli ex occupanti di piazza Indipendenza e alcuni attivisti del movimento di lotta per la casa si sono recati in prefettura per consegnare la richiesta del tavolo con i soggetti istituzionali coinvolti nell’emergenza. Alcuni agenti di polizia, però, hanno rifiutato perfino di protocollare la domanda, declinando la responsabilità di questa trattativa al comune. Nonostante i ripetuti ostacoli, alla fine la richiesta di incontro è stata consegnata al comune e, alcune ore dopo, è stata ufficializzata la data del tavolo interistituzionale: mercoledì 30 agosto alle ore 12.30.
Nel frattempo, però, rifugiati e attivisti hanno deciso in assemblea di continuare a mantenere il presidio nello spiazzo di Madonna di Loreto, fino al tavolo. Per mantenere una presenza, per restare insieme, per continuare a fare pressione sulle istituzioni che in tutti questi giorni hanno provato in ogni modo a non affrontare il problema. La prefettura ha minacciato di far saltare tutto se il presidio, questa volta non autorizzato, fosse continuato. Nonostante ciò, la comunità etiope ed eritrea ha scelto di rimanere e questa notte molti più rifugiati hanno dormito a Madonna di Loreto.
Per domani, è previsto il tavolo, mentre sui giornali e in televisione si rincorrono le voci di possibili soluzioni per queste persone. Alcuni parlano genericamente di immobili requisiti alla mafia, altri di un brevissimo periodo in hotel e poi di sistemazioni più stabili nei pressi di piazza Indipendenza. Quel che è certo è che la resistenza, la lotta e la presa di parola di queste persone ha rotto un discorso razzista che ha egemonizzato per tutta l’estate il dibattito politico italiano. In questo dibattito, i migranti erano vittime o carnefici, all’occasione da salvare o far affondare, ma rimanevano sempre e comunque soggetti muti, da far rappresentare a qualcun altro. A piazza Indipendenza, invece, è venuta fuori una soggettività disposta a resistere autonomamente alle violenze della polizia, pronta a prendere il megafono e ribaltare le menzogne spacciate dai razzisti. 
La loro lotta riguarda tutti noi. E non è ancora finita.