TERRITORI

La vergogna di quella Limonaia abbandonata

Questa mattina la polizia ha sgomberato la Limonaia – Zona rosa. Pubblichiamo il comunicato dell’architetto Alessandro Baldassarri, autore del restauro della Limonaia.

Una maledizione sembra collegata all’antica grande Limonaia di Palazzo Ruschi. Un edificio che ha contribuito a fare la storia di Pisa sembra non trovare pace, a causa dell’insipienza di chi dovrebbe amministrarla. Costruita nel XIX secolo da un lungimirante appassionato di botanica, che realizzò una Limonaia quasi più grande del Palazzo di cui era al servizio, dotandola di un giardino ridisegnato secondo la nuova moda “all’inglese”, costituisce un elemento unico nel centro storico della città di Pisa. Recuperata nei primi anni ’80, rilevata poi all’asta giudiziaria dalla Hewlet Packard, ha costituito per pochissimi anni un avanzato centro di ricerca sui nuovi orizzonti dell’hardware informatico. Ma in breve tempo anche quell’esperienza è tramontata.

Acquistata dalla Provincia di Pisa per trasformarla in un centro per esposizioni e convegni attraverso anche il recupero del suo grande giardino, finalmente riportato alla sua funzione di luogo di delizie aperto alla conoscenza di pisani e non. Il restauro della Limonaia e la sua trasformazione, avvenuta più di 15 anni fa, rappresentò una sfida anche dal punto di vista progettuale che affrontammo con sincero entusiasmo. Si riuscì a dotarla delle più moderne tecnologie, a renderla utilizzabile in tutte le stagioni (in un ambiente nato originariamente solo per tenere al caldo le piante durante l’inverno) ad attrezzarla per convegni internazionali ed allo stesso tempo per un uso semplice da parte della popolazione. Voglio qui ricordare Giorgio Vecchiani e la cooperativa di ex detenuti da lui fondata che per alcuni anni si è occupata della manutenzione del grande giardino, così come l’associazione per la divulgazione scientifica che alla Limonaia aveva trovato spazio e che ha rappresentato un importante esperienza extra universitaria per la conoscenza della scienza.

Se il tracollo delle Provincie aveva messo in difficoltà la gestione di quel monumento recuperato, nulla giustificava lo stato di vergognoso abbandono in cui un intervento realizzato con il denaro dei cittadini era stato lasciato. Passare per vicolo Ruschi, davanti alla Limonaia, mi riempiva di tristezza: tutto abbandonato, pieno di polvere, i grandi espositori ciechi e semiaperti, il giardino trasformato in un prataccio di periferia.

Poi, finalmente e miracolosamente, un gruppo di giovani ha deciso che di quel degrado ne aveva avuto abbastanza ed ha fatto sì che la Limonaia rientrasse in attività. È stato (per ora) un breve periodo ma vedere di nuovo all’interno svolgersi le attività per cui questo progetto era nato riempiva il cuore di speranza: tutto di nuovo acceso, tutto di nuovo funzionante, mostre e dibattiti in sequenza, il giardino pieno di persone. Oggi, per la vergogna di questa Amministrazione, Comunale o Provinciale che sia, poco importa, questa esperienza è stata terminata con l’intervento in massa della Polizia. Non ci sono altre parole se non “Vergogna!” per esprimere i sentimenti che provo.

Anziché sfruttare il sincero interesse dei giovani per gli spazi abbandonati di questa città si sa rispondere solo con la forza. Anziché promuovere l’attività di chi si è impegnato in prima persona a ripulire e rimettere in funzione un bene di tutti si preferisce la rovina, in attesa magari di un oligarca russo che trasformi la Limonaia ed il suo giardino nella garconniere. La città di Pisa, nelle sue Amministrazioni, si dimostra solo capace di distruggere le sue architetture importanti, dal retro di san Michele in Borgo al Concetto Marchesi e oggi alla Limonaia.

Vergona, è venuto il momento per i cittadini di dire basta e diventare il nuovo soggetto della loro città.

*Architetto, autore del restauro della Limonaia di Palazzo Ruschi.