COMMONS

UNIECO giù la maschera!

Occupata la sede di UNIECO a Reggio Emilia per denunciare la speculazione sullo stabile di Via Nola ( Scup) e il tradimento dei valori del mutualismo. In tanti siamo partiti da Roma. Tanti siamo partiti dalle altre città di Italia. Tanti siamo cittadini di Reggio Emilia.

Oggi manifestiamo alla sede centrale di Unieco a Reggio Emilia, un colosso della lega delle cooperative.

Oggi che la lega delle cooperative elegge il successore di Poletti, noi denunciamo il tradimento dei valori del mutualismo, da parte del mondo delle cooperative. Unieco lo prova.

Unieco sbandiera la propria fedeltà ai valori della solidarietà e del “fare insieme” e nel proprio sito dichiara di improntare i propri comportamenti ” a criteri di responsabilità, sia dal punto di vista sociale, sia etico, sia ambientale.” (vedi www.unieco.it).

Unieco si fregia della propria storia, nata dall’idea di 15 muratori nel 1904.

Nella realtà, Unieco contraddice la propria storia e i valori che dichiara.

La vicenda dello stabile di Scup ne è la prova.

Unieco s.r.l è la vera proprietaria dello stabile di via Nola 5, stabile originariamente del Ministero dei trasporti, che nel 2004 il Governo Berlusconi ha privatizzato conferendolo in un fondo immobiliare, il FIP.

L’UNIECO ha acquistato via Nola 5 dal fondo immobiliare, ad un terzo del suo valore, tramite un prestanome, la società Immobiliare F&F, società inattiva, senza dipendenti di proprietà di due anziani signori.

Si tratta di una mera operazione immobiliare speculativa, che contraddice i valori a cui Unieco dice di ispirarsi. Si tratta di una delle operazioni oscure e in contraddizione con i valori del mutualismo che ha compiuto Unieco, come è descritto nel dossier che abbiamo realizzato. Si pensi ai legami tra Unieco e Maurizio Luraghi, condannato per associazione mafiosa i n quanto legato alla ‘ndrina Barbaro-Papalia

A via Nola 5 il 12 maggio 2012 è nata Scup (Sport e cultura popolare).

Una comunità di istruttori sportivi, operatori della cultura, disoccupati, precari e cittadini del quartiere, ha recuperato lo stabile di via Nola, realizzando un centro di sport e cultura popolare che ospita una palestra, una biblioteca, un’aula studio, una ludoteca con corsi per bambini, corsi di lingua e corsi di italiano per stranieri, una web radio, spazi per seminari incontri e prove di teatro, un’osteria e un mercato di produttori e artigiani.

Ci chiamano bamboccioni o generazione perduta. Ma noi non ci rassegniamo a sfuggire all’estero o a vivere di precarietà.

Ricostruiamo dal basso il welfare che non c’è più.

Noi riprendiamo quei valori della solidarietà e mutualismo che Unieco dimentica. Siamo i veri eredi dei 15 muratori che nel 1904 avevano un sogno. Anche noi abbiamo un sogno e combattiamo un imbroglio.

Domani 9 maggio Scup rischia lo sgombero e noi chiediamo di fermarlo!

Questa iniziativa e anche un modo per segnalare il valore dei tanti spazi sociali occupati che rappresentano una valida via di uscita dalla crisi. Per questo ringraziamo le tante compagne e i compagni che ci hanno supportato in questa denuncia.