DIRITTI

Ponte Galeria, deportati due ragazzi della protesta delle “bocche cucite”

Questa mattina la polizia è entrata nel Cie di Ponte Galeria e ha portato via due ragazzi marocchini autori nei giorni scorsi della nota protesta delle “bocche cucite” che ha aperto uno squarcio di verità sulle condizioni di vita nelle “galere etniche” italiane. Con ogni probabilità, nelle prossime ore i ragazzi saranno trasportati all’aeroporto di Fiumicino da dove verranno rimpatriati.

Per capire cosa sta succedendo dentro il Cie, a poche ore dalla manifestazione che ne chiederà la definitiva chiusura, abbiamo raggiunto al telefono un recluso del centro. “Non ci hanno permesso nemmeno di salutarli, sono entrati e in pochi minuti li hanno portati fuori”. I. riesce a stento a trattenere la rabbia, per il rimpatrio di due ragazzi che non avrà mai più l’occasione di riabbracciare. I. ci racconta la loro storia: “Erano arrivati nelle settimane scorse da Lampedusa, e pochi giorni dopo il loro arrivo a Ponte Galeria si erano cuciti la bocca”, un gesto estremo e coraggioso perché tutti sappiano cosa succede lì dentro. I. insiste su come le condizioni di vita non siano cambiate e i diritti umani fondamentali vengono costantemente calpestati, e grida: “nemmeno gli animali si trattano così”. Una vita che non vale niente, che da un momento all’altro potrebbe essere “spostata” in un altro posto, proprio come si fa con i pacchi. I. ci lascia con queste parole: “Oggi due persone, domani altre due, dopodomani ancora”. Questo continuo stillicidio, una permanente incertezza sul proprio destino, logora la vita dei reclusi.

A poche ore dalla manifestazione di domani, nonostante il fuoco dell’attenzione mediatica posta sul centro, la polizia e il ministero dell’Interno continuano le loro operazioni di “pulizia. Ancora con più forza si deve alzare la protesta e la richiesta di chiusura immediata di tutti i CIE e il blocco definitivo dei rimpatri.