TERRITORI

Pisa, 16 novembre rientriamo nell’ex Colorificio

Dopo lo sgombero durato una giornata intera un presidio fuori il Comune di Pisa che si trasforma in acampada. Aspettando di rientrare tutti assieme.
27/05 ore 15,00 occupata la Mattonaia in pieno centro, il Municipio dei Beni Comuni rinasce! Meetingpoint verso il 16 novembre. Segui la pagina facebook del Municipio dei Beni Comuni.

A meno di 24 ore dallo sgombero dell’ex Colorificio liberato, il Municipio dei beni comuni riapre la Mattonaia, uno degli esempi più eclatanti dello spreco e della svendita di spazi pubblici in città. Iniziato nel 1985 e mai completato, il complesso della Mattonaia, oggi di proprietà comunale, è composto da 400 metri quadri di fondi commerciali e 11 appartamenti per un totale di 1100 metri quadri, oltre alla piazza pubblica che sorge alle spalle della chiesa di San Michele in Borgo, in pieno centro cittadino. La riapertura della Mattonaia da parte del Municipio dei beni comuni è un atto ad un tempo simbolico e concreto, perché intende mettere a disposizione della cittadinanza e delle associazioni sgomberate un meeting point per costruire la grande manifestazione nazionale del 16 novembre per la riapertura dell’ex Colorificio sequestrato, un passaggio coerente e dovuto per chi sceglie di stare da parte dei beni comuni e della Costituzione italiana e non da quella degli interessi privati e della proprietà fine a se stessa.

Infine, restituire temporaneamente la Mattonaia ai suoi legittimi proprietari, cioè i cittadini e le cittadine pisane, è un atto di verità rispetto alla grave calunnia che in queste ore il sindaco Marco Filippeschi va diffondendo attraverso comunicati stampa e social network. Numerose interviste video e comunicati del Municipio dei beni comuni dimostrano che quando ieri mattina, 26 ottobre, le forze dell’ordine si sono presentate all’ex Colorificio per eseguire il sequestro nessuno ha accusato il sindaco di aver assunto l’iniziativa dello sgombero.

È stato semplicemente chiesto al primo cittadino di recarsi presso uno spazio del territorio pisano nel quale 300 cittadini erano sotto sgombero e di aprire un tavolo di interlocuzione con le autorità e le associazioni. Dopo essersi a lungo negati, nonostante l’intervento di tre parlamentari (gli onorevoli Fratoianni, Marcon e Realacci) a supporto della richiesta del Municipio dei beni comuni, il sindaco e i suoi assessori hanno comunicato che non avrebbero assunto alcuna iniziativa, mentre la questura dava disponibilità a un incontro. I fatti dicono, del resto, che il questore Bernabei si è recato al Colorificio sotto sgombero mentre il sindaco Filippeschi ha preso carta e penna non per esprimere solidarietà o dispiacere per quanto stava avvenendo, bensì per attaccare il Municipio dei beni comuni. Il futuro dirà se l’amministrazione comunale intende realmente contribuire al pieno riavvio delle attività del Municipio dei beni comuni. La riapertura della Mattonaia, intanto, è un primo passo in cui non potranno non riconoscersi quanti credono nell’importanza dell’esperienza del Municipio dei beni comuni e intendono lavorare fattivamente per restituire alla città di Pisa le attività e la socialità che ieri all’ex Colorificio sono state solo temporaneamente interrotte.

Il comunicato dell’ex Colorificio sullo sgombero

Dopo lo sgombero di oggi di nuovo a Pisa il 16 novembre. Perchè sarà tempo di tornare

C’è un tempo per partire. E’ quello di una sentenza, che restituisce titolarità ad una proprietà privata molto attenta ai propri profitti ma altrettanto distratta sui propri doveri. E’ quello di uno sgombero, dove alla creatività di una comunità costituente si è opposta l’operatività dei reparti di polizia.

E’ quello dei sigilli, un atto giudiziario che è anche simbolico, perchè la chiusura di quei cancelli sigilla una volta per tutte il concetto dell’intoccabilità della proprietà privata e delle sue prerogative, poco importa se utili socialmente o in relazione con il territorio. Quell’uscita di centinaia di persone dalla porta principale, tra due ali di poliziotti, in seguito all’interruzione delle attività del Municipio dei Beni Comuni a causa dell’intervento di normalizzazione è la fine di un ciclo, la chiusura di un capitolo. Ma non la fine dell’intera storia.

Perché c’è anche un tempo per tornare. Per riprendere in mano le motivazioni della nascita del Municipio dei Beni Comuni e della liberazione dell’ex Colorificio e rilanciarle, assieme al cuore, oltre l’ostacolo.

Da una parte un luogo vuoto e abbandonato che consuma inutilmente suolo e che chiede di essere riutilizzato e riusato e dall’altra una comunità. in crisi economica e sociale che richiede spazi di autogestione, di democrazia e di rigenerazione sono problemi a cui la politica istituzionale non ha voluto o non ha voluto dare risposta.

L’attacco all’intoccabilità della proprietà, il suo ridimensionamento a parte del tutto e non a unità di misura del vivere civile assieme ai mercati, è la base che ci unisce e l’obiettivo politico che ci spinge a chiudere un capitolo. E ad aprirne un altro.

L’ex Colorificio è e rimane proprietà collettiva. Il blocco della attività e l’uscita dell’ultimo esponente del Municipio dei Beni Comuni dal cancello di via Montelungo a Pisa segnano semplicemente un cambio di passo, un riaggiornamento dei nostri metodi e delle nostre strategie. Dopo un anno di attività, dopo un percorso politico chiaro e condiviso non si torna indietro.

Per questo il 16 novembre saremo nuovamente in piazza a Pisa assieme a tutte quelle donne e a quegli uomini che assieme a noi hanno condiviso direttamente o politicamente l’esperienza dell’ex Colorificio liberato.

Scenderemo fianco a fianco mettendo assieme le nostre differenze ed i nostri linguaggi, per ricordare che lo sgombero dell’ex Colorificio è stato solamente una prima tappa di un cammino più lungo.

Il 16 novembre a Pisa, una volta di più, sarà il nostro ed il vostro momento. Collettivo, condiviso, partecipato. A sottolineare che l’intoccabilità della proprietà, la centralità dei mercati e la libertà del capitale sono parte di un mondo in crisi, di un passato da dimenticare.

C’è un tempo per partire ed uno per tornare. C’è n’è uno per rientrare. Ed il 16 novembre sarà quel tempo.