EUROPA

Medici volontari, quando etica e politica diventano una cosa sola

In Grecia gli ospedali hanno smesso di coprire le spese per le vaccinazioni dei bambini di famiglie non abbienti. Isole di solidarietà e resistenza, gli Ambulatori Volontari Sociali in Grecia curano migliaia di cittadini rimasti ormai senza assicurazione sanitaria […] , formando una rete di assistenza per le cure primarie che copre le necessità dei cittadini più deboli che, a causa del “riassestamento dei conti pubblici”, non sono più l’eccezione, ma la regola, e accogliendoli non come emarginati ma come ammalati, come si dovrebbe fare in qualsiasi paese civilizzato.

Proponiamo questo testo di Dina Karatziou tradotto da atenecalling, in continuità con le precedenti interviste sul tema a cura di dinamopress: Attrversando la Grecia: gli ambulatori socialie l’intervista ad un medico di AteneResistiamo in Salute.

Gli ambulatori non si limitano a fornire solo servizi medico-farmaceutici ma, attraverso azioni politiche e interventi, chiedono che lo stato si assuma le sue responsabilità nei confronti di migliaia di cittadini oggi esclusi dal sistema pubblico sanitario. Gli ambulatori sociali sono strutture volontarie del tutto indipendenti che non si trovano sotto la tutela dei partiti politici o di altri interessi economici o imprenditoriali e che sono riuscite a mantenersi indipendenti finanziandosi esclusivamente attraverso le donazioni dei cittadini.

Il giornale “Eleftherotypia” presenta un’intervista a quattro medici di quattro ambulatori sociali del paese, ponendo come argomenti centrali di riflessione il numero sempre crescente di cittadini sprovvisti di un’assicurazione sanitaria, quello dei bambini non vaccinati e il tema dell’esercizio della medicina come atto politico di resistenza nei confronti di un sistema sanitario statale da cui sono ormai esclusi tre milioni di cittadini. Per i medici volontari Eleni Ioannidou, dell’Ambulatorio Medico di Solidarietà Sociale di Retimno (Creta), Spilios Xenòpoulos, dell’Ambulatorio Medico di Corinto, Kristina Kydona, dell’Ambulatorio Medico Solidale di Salonicco e Ghiorgos Vichas, dall’Ambulatorio Metropolitano Sociale di Ellinikò, l’esercizio etico della medicina è un atto quotidiano e non solo un residuo abitudinale previsto dal giuramento di Ippocrate.

Tutti coloro che partecipano all’ambulatorio sono volontari. Prendiamo le nostre decisioni durante le assemblee generali dei volontari. Funzioniamo come una democrazia partecipata diretta, basata sull’uguaglianza tra tutti i membri. Tutte le decisioni che riguardano la nostra attività e i nostri obiettivi vengono prese dall’assemblea generale, a cui tutti possono partecipare; la salute non può essere una questione di volontariato e non può fondarsi su tentativi isolati, ma deve essere garantita dallo stato mediante le istituzioni>>, dicono.

Ambulatorio Volontario di Solidarietà Sociale di Retimno – Eleni Ioannidou, medico

“Abbiamo cominciato con i migranti, siamo sommersi dai greci”

– Come crede che si stia evolvendo oggi la situazione dei cittadini sprovvisti di un’assicurazione sanitaria, come la vive da volontaria dell’Ambulatorio Medico di Solidarietà di Retimno?

Un’importante peculiarità del nostro ambulatorio è che è stato fondato nel 2008, prima della crisi – al contrario degli altri ambulatori del paese nati a causa della crisi finanziaria – per sottolineare la totale mancanza di assistenza sanitaria nei confronti di un gruppo di persone invisibili per lo stato, in un periodo in cui a non avere l’assicurazione sanitaria erano soprattutto migranti senza documenti. Oggi, sei anni dopo, seguiamo più di 2.500 pazienti e contiamo oltre 6.000 visite ad adulti o bambini.

Dal 2010, con la crisi finanziaria e ancor di più negli anni successivi, l’ambulatorio ha cominciato a riempirsi di persone che avevano perso la loro assicurazione perché rimasti disoccupati, lavoravano in nero o non riuscivano a pagarsi l’assicurazione, con un picco nel 2013 quando, in base ai dati ufficiali, i cittadini senza un’assicurazione sanitaria sono arrivati ad 1/3 della popolazione. A parte l’aumento generale nel numero delle visite, sono sempre di più i greci che vengono all’ambulatorio. I migranti senza documenti sono molti meno di prima, quelli che vengono da noi ormai risiedono quasi tutti regolarmente nel paese e sono nella stessa situazione dei greci.

Al contempo, il sistema pubblico ha chiuso le porte in faccia a chi che ha più bisogno, cioè i più poveri, anche per casi gravi e urgenti. Sempre più persone vengono da noi disperate dopo essere state ricoverate per gravi problemi di salute in ospedale, dove vengono loro chieste somme enormi che non sono in grado di coprire. I problemi dei pazienti sono sempre più gravi e necessitano di ricoveri, di cure specializzate o di interventi chirurgici. Ci sentiamo sempre più spesso incapaci di aiutare i nostri pazienti. Così l’ambulatorio, nato come rifugio per i perseguitati, si è trovato, nel mezzo della più grande crisi umanitaria degli ultimi anni, ad alzare la voce, a porre questioni ideologiche e a trasformarsi inevitabilmente in un luogo di resistenza nei confronti di tutto ciò che sta accadendo.

– La partecipazione attiva a una struttura sanitaria volontaria è quindi anche un atto politico di resistenza a quanto sta accadendo?

E’ uno degli obiettivi. L’azione politica degli ambulatori mira mediante la lotta quotidiana a rivendicare l’accesso alle cure mediche gratuite dei pazienti senza assicurazione sanitaria presso gli ospedali pubblici e l’abolizione della prassi delle esclusioni. Chiediamo allo stato di assumersi le sue responsabilità. Promuoviamo la creazione di una rete nazionale per il coordinamento delle azioni e delle iniziative comuni per rivendicare il diritto alla salute per tutti. In tutti gli ambulatori sociali l’opposizione alle attuali politiche è chiara così come la volontà di rovesciarle. Da più di due anni facciamo parte di una rete di quasi quaranta ambulatori sociali che chiede allo stato di assumersi l’onere che gli spetta, cioè prendersi cura della sua gente. Sono state tenute due assemblee nazionali e dalla seconda è scaturito un testo che delinea i nostri obiettivi comuni.

– Ci descriva cosa accade esattamente con le vaccinazioni dei bambini senza un’assicurazione sanitaria.

Quasi un anno e mezzo fa il ministero della Sanità ha lanciato un’enorme campagna dichiarando fermamente che si sarebbe assunto la responsabilità di vaccinare tutti i bambini senza assicurazione sanitaria per le famiglie non abbienti. A tutte le province è stata inviata una circolare in base alla quale il ministero della Sanità avrebbe fornito le vaccinazioni a tutti coloro che erano sprovvisti di un’assicurazione sanitaria e ai non abbienti. Qui bisogna chiarire che i non abbienti sono coloro che hanno un libretto sanitario, cioè cittadini con un reddito basso che ricevono i farmaci e le vaccinazioni dall’ospedale. D’ora in poi in base alla nuova circolare tutte queste persone e quanti erano sprovvisti di un’assicurazione sanitaria sarebbero stati vaccinati dalle direzioni sanitarie delle province.

In realtà lo stato non ha fornito le vaccinazioni necessarie e anche in seguito alle richieste del personale sanitario per specifiche quantità di vaccini, questi non vengono inviati; i nomi dei cittadini senza assicurazione sanitaria vengono registrati, con la rassicurante promessa che verranno avvertiti appena arriveranno i vaccini. Inoltre l’ospedale, basandosi su una circolare, ha smesso di coprire le vaccinazioni dei bambini con libretto sanitario. Il risultato è stato che molti sono venuti all’ambulatorio sociale per poter essere vaccinati! Così, dopo due mesi, ci siamo resi conto di quanto stava accadendo e grazie all’intervento dell’ambulatorio l’ospedale è stato costretto a ritornare alla situazione precedente. Da sottolineare che, anche dopo la promessa di un finanziamento di 1.500.000 euro per un concorso pubblico per la fornitura delle vaccinazioni per i non abbienti e quelli senza assicurazione sanitaria, a distanza di dieci mesi, ancora non è successo nulla e non crediamo che succederà qualcosa.

L’assistenza sanitaria è un dovere dello stato, nbon deve essere abbandonata a strutture volontarie

Spilios Xenòpoulos, oculista, medico volontario presso l’Ambulatorio Sociale di Corinto.

“Il 70% dei pazienti sono greci”

– Che idea che si è fatto, come medico volontario presso l’Ambulatorio Sociale di Corinto, sul problema dei pazienti senza assicurazione sanitaria?

I cittadini senza assicurazione sanitaria diventano sempre di più a causa della disoccupazione e dell’incapacità delle piccole imprese di pagare l’assicurazione. Così la maggior parte dei cittadini sprovvisti di un’assicurazione sanitaria sono i disoccupati da molti anni o i liberi professionisti che devono soldi alle loro assicurazioni e perdono la loro copertura sanitaria. Poi ci sono i migranti e chi ha un lavoro in nero.

Inoltre, dopo un enorme aumento della partecipazione dell’assicurato per le spese dei farmaci, anche i cittadini con un’assicurazione sanitaria si rivolgono agli ambulatori sociali. Costoro, per colpa dell’alto costo della partecipazione alle spese dei farmaci e a causa del basso reddito, non sono in grado di comprare farmaci. Infine, vale la pena dire che in queste strutture di solidarietà il 70% dei pazienti sono greci. Queste strutture corrono il rischio di diventare delle valvole di sfogo del sistema, se non accompagnate da informazioni date ai pazienti e da forme di rivendicazione. I veri ambulatori sociali e solidali, oltre ai servizi che offrono, attirano l’attenzione anche sui motivi per i quali i cittadini si rivolgono a questi e ovviamente rivendicano il funzionamento di un sistema sanitario nazionale, semplicemente perché sanno di non poterlo sostituire>>.

– La partecipazione a una struttura sanitaria volontaria è al contempo anche un atto politico di resistenza?

La solidarietà è il primo passo della resistenza. Ti sostengo, ti aiuto a stare in piedi per poter resistere tutti insieme alla barbarie che stiamo vivendo. Abbiamo stampato del materiale informativo per i pazienti che vengono per la prima volta, organizziamo eventi, informiamo la gente che si rivolge a noi. Purtroppo però ci vogliono ancora molto lavoro e molto tempo perché la gente abituata a cercare soluzioni individuali impari che solo attraverso un’azione collettiva si eviterà quello che stanno preparando, che sarà ancor peggio di quanto finora vissuto.

– Ci parli del problema dei bambini non vaccinati e ci dica in che modo state affrontando questa situazione.

Anche se il ministero è obbligato a vaccinare tutti i bambini indipendentemente dal loro stato assicurativo, non dispone dei fondi necessari per acquistare i vaccini; molti bambini non vengono vaccinati e c’è il rischio che ricompaiano malattie dimenticate. Noi, come Ambulatorio Medico di Solidarietà di Corinto, troviamo i vaccini con l’aiuto della gente comune o delle scuole e dei comitati che ce li forniscono. In più voglio citare i medici venuti dalla Normandia che ci hanno aiutato abbastanza in questo tentativo e li ringraziamo per questo.

Gli ambulatori medici credono che la salute, individuale e pubblica, sia una questione statale e non debba essere gestita da strutture del movimento o volontarie. L’investimento più grande di uno stato è la sua gente. Questa è il suo capitale. Gli interessi e l’indice dei titoli sono la loro buona salute. La tutela della loro dignità, della loro salute e della loro educazione sarà il fondamento per lo sviluppo, l’autosufficienza, l’indipendenza e al contempo distruggerà le condizioni che fanno nascere la corruzione.

Cristina Kydona, volontaria presso l’ambulatorio medico di Salonicco

“La solidarietà, atto di resistenza politica”

Oggi i cittadini senza assicurazione sanitaria sono 1/3 della popolazione attiva e il 50% dei giovani che lavorano in nero e sottopagati. Con l’implementazione della feroce politica fiscale e della commercializzazione della salute le spese dello stato nel fondamentale settore della salute e del Welfare sono state ridotte drammaticamente e lo stato non si assume la responsabilità di coprire anche i bisogni sanitari più basilari di gran parte degli abitanti del paese. Nel novembre 2011 si rivolgevano a noi soprattutto migranti e persone provenienti da gruppi vulnerabili ed emarginati (tossicodipendenti, rom).

Poco a poco le cose sono cambiate e la grande maggioranza delle persone che si rivolgevano a noi erano greci di mezza età e migranti diventati cittadini greci, integrati cioè nella società greca da un ventennio, che sono stati violentemente esclusi dal sistema sanitario con la riforma del 2011. Da allora le spese della Cassa Assicurativa o di un cittadino sprovvisto di assicurazione sanitaria sono aumentate in media di sette volte. Da questo autunno si rivolgono a noi sempre più persone che appartengono alla vecchia classe media.

Sempre più cittadini vengono esclusi dalle cure medico-sanitarie. Questo non è altro che un crimine commesso dallo stato. Tra poco ci saranno più morti che in guerra. Quando un giovane dipendente dall’insulina senza assicurazione sanitaria viene ricoverato in ospedale in coma e muore perché non può pagare per il suo farmaco, la sua morte viene registrata come incidente patologico e non come un crimine del ministero della Sanità>>.

– Affrontate molti casi estremi?

<>. – Ci parli del problema dei bambini non vaccinati.

A un certo punto ci siamo trovati di fronte a un dilemma e abbiamo pensato di smettere di effettuare vaccinazioni per convincere lo stato ad assumersi le sue responsabilità. Molte volte il ministero competente ha annunciato che avrebbe procurato i vaccini, ma fino a oggi non ha fatto nulla. Lo stato si è adagiato sul funzionamento degli Ambulatori Sociali perché effettivamente siamo una valvola di sfogo nella crisi sociale-umanitaria in cui ci troviamo, ma non ha alcun diritto di utilizzare la nostra attività a scapito dei cittadini. Per noi la solidarietà è un atto politico di resistenza e oltre all’assistenza sanitaria siamo attivi nel movimento per fermare l’esclusione dei cittadini dal servizio sanitario pubblico. Abbiamo già realizzato quattro incontri pubblici e ci prepariamo con un gruppo di avvocati solidali a procedere mediante denunce e ogni altro tipo di azione legale contro tutti coloro che lasciano morire le persone in difficoltà. Dobbiamo far sì che questa barbarie politica sia analizzata, vedere chi sottoscrive cosa e quali sanzioni possono esserci.

Ghiorgos Vichas, cardiologo, medico volontario dell’Ambulatorio Sociale Metropolitano di Ellinikò

“Ho sentito il respiro di Dio”

– Se la percentuale di bambini non vaccinati raggiunge il 30%, il ritorno di alcune malattie come la poliomelite è cosa certa. E’ vero che l’ufficio del ministro della Salute rimanda pazienti non assicurati all’ambulatorio sociale di Ellinikò?

Sì, è successo davvero. Ma vorrei dire cosa è successo dopo. Non so se potrò comunicare cosa ho vissuto poco fa all’ambulatorio, non so come comunicare la tensione e la solennità di un momento, un momento capace di fermare il tempo, di farti sentire il respiro di Dio! L’altro ieri mattina mi hanno effettivamente chiamato al telefono dall’ufficio di Gheorghiadis e mi hanno detto di aver dato il mio numero di telefono ai genitori di un giovane di 31 anni con una grave malattia al sistema gastroenterico che aveva urgente bisogno di un farmaco del valore di 2.000 euro. Sì, avete capito bene, il mio numero di telefono gli è stato dato dall’ufficio di Gheorghiadis che, non dimentichiamocelo, è il ministro della Salute (?!) nel nostro paese. È il secondo caso oggi in cui l’ufficio del ministro fornisce il mio numero di telefono a un malato senza assicurazione. I genitori del ragazzo mi hanno telefonato e poco fa li ho incontrati all’ambulatorio. Loro figlio è in una situazione di salute e psicologica molto grave e inoltre la loro dignità è stata calpestata dallo stato che ha chiuso loro le porte in faccia. Ho iniziato subito a cercare di trovare il farmaco, ma sfortunatamente noi non lo abbiamo e ho capito sin dal primo momento che è molto difficile trovarlo.

Mentre i genitori erano di fronte a me pendevano letteralmente dalle mie labbra, io mi sentivo incapace di aiutarli, ma ho provato a consolarli e a sostenerli se non altro con la speranza che il farmaco sarebbe stato trovato, che ci sono persone che sono accanto a loro in questa affannosa e tragica impresa. Non siete soli provavo a dir loro e a convincerli in molti modi. E allora è successo…Mi hanno chiamato dalla segreteria dicendomi che una signora voleva parlarmi urgentemente al telefono. Sono andato subito, ho chiesto cosa volesse e mi sono sentito rispondere: “Appartengo a questa organizzazione di volontariato e ci ha appena chiamato un signore, che non ci ha detto il suo nome, che vuole dare una mano al vostro ambulatorio; è disposto a soddisfare qualsiasi esigenza abbia adesso il suo ambulatorio e mi ha detto di chiamarvi. Di cosa avete bisogno?”. La sua domanda è rimasta sospesa per qualche secondo mentre aspettava la mia risposta.

Appena ho potuto ho urlato Sì! e le ho spiegato il caso del ragazzo. Il farmaco è stato ordinato quasi immediatamente dal signore sconosciuto. I genitori del ragazzo sono andati via poco fa dall’ambulatorio con le lacrime agli occhi, ma quelle erano lacrime di commozione, gioia, ottimismo, lacrime che possono essere provocate solo dalla grandiosità e dalla nobiltà della solidarietà. Questa è stata l’ultima frase della madre andando via: “Oggi non è stata salvata la vita di mio figlio, oggi ho capito che esiste la Grecia, ho capito perché non ci piegheremo, oggi è nata di nuovo la speranza dentro di me. Vi ringrazio!”.

– Qual è oggi il suo parere sulla questione dei cittadini senza assicurazione sanitaria nel nostro paese?

Il numero dei pazienti senza assicurazione sanitaria che si rivolgono all’ambulatorio è in forte aumento negli ultimi mesi; si tratta di pazienti con malattie croniche che hanno bisogno, oltre che del medico, di farmaci ed esami. Ciò che tutti i medici dell’ambulatorio MKIE osservano durante la prima visita ai pazienti giovani è la mancanza di terapie o sfortunatamente in molti casi l’interruzione delle terapie per molti mesi a causa della loro esclusione dall’assistenza sanitaria pubblica di base. Così abbiamo pazienti con pressione alta, glicemia alta, ecc. Parallelamente aumenta il numero di pazienti che hanno bisogno di ricovero o di un intervento chirurgico o altro e tutti questi pazienti finiscono tragicamente di fronte a una strada senza uscita: essere ricoverati e avere debiti nei confronti dello stato, visto che nel caso in cui non paghino la spesa viene trasferita all’IRS, o non essere ricoverati con tragiche conseguenze per la loro salute o addirittura per la loro vita.

La maggior parte dei pazienti sfortunatamente sceglie di non farsi ricoverare, scelta che determina un vertiginoso aumento nel numero delle gravi invalidità e delle morti. A questo punto dobbiamo dire che anche gli ospedali che ci aiutavano per l’assistenza sanitaria pubblica dei pazienti non assicurati, come il “Sismanogleio”, negli ultimi due tre mesi non accettano più di ricoverare gratuitamente i pazienti non assicurati indipendentemente dalla gravità dei casi>>.

– Che idea si è fatto sulla questione dei bambini non vaccinati?

E’ un problema importantissimo che lo stato deve risolvere immediatamente perché sappiamo che se la percentuale di bambini non vaccinati arriva al 30% il ritorno di malattie come la poliomelite è certo. Una bomba atomica che mina le fondamenta di una società in un paese europeo nel 2014.

Guarda qui l’elenco degli Ambulatori Sociali presenti in Grecia

articolo di Dina Karatziou – Fonte: enet.gr, traduzione di ateneCalling.org