COMMONS

Chi saccheggia chi?

Brevi riflessioni sul crollo di MPS

Negli ultimi mesi, in Italia, avanzano frettolosi i processi contro giovani e giovanissimi che, a partire dall’autunno del 2010, hanno cominciato a ribellarsi, anche in modo molto duro, contro la crisi, quella determinata dalle banche e gestita, attraverso le formula dell’austerità, dalle banche stesse, in particolare dalla BCE. In alcuni casi, servendosi del codice penale fascista Rocco e del reato di “devastazione e saccheggio”, sono arrivate anche le prime condanne. Anni e anni di carcere.

Mentre crollava Lehman Brothers (settembre 2008), Draghi e Tremonti ci hanno ripetuto, come un mantra, che il sistema bancario italiano era fuori pericolo. Nessuno ha mai reso noti, in questi lunghi 5 anni, i numeri del salvataggio che il credit crunch successivo all’esplosione della crisi dei subprime ha imposto ai contribuenti europei e italiani. D’improvviso, nel maggio del 2010, è divampata la crisi dei debiti sovrani, epicentro la piccola Grecia, a seguire i PIIGS (Portogallo, Italia, Irlanda, Grecia e Spagna). La correlazione tra i due eventi, il salvataggio delle banche con i portafogli pieni zeppi di titoli tossici e la crisi di solvibilità degli Stati, è sfuggita ai più. I partiti politici tutti, nel vecchio come nel nuovo continente, si sono sbrigati a voltare pagina. Generiche condanne della finanza cattiva, ma sostegno prolungato a banche e fondi assicurativi controbilanciati da politiche del rigore e tagli alla spesa pubblica.

A poche settimane dai risultati degli stress test sulle condizioni patrimoniali delle banche italiane ad opera del FMI, la vicenda del Monte dei Paschi di Siena ci dice, finalmente, la verità. Il più vecchio istituto di credito del mondo cade per primo, ma è solo la punta dell’iceberg. Un iceberg fatto di tante nefandezze: l’assenza di vigilanza da parte di Bankitalia e Consob; la corresponsabilità dei sindaci che presiedono le fondazioni bancarie (nel caso di MPS si tratta di uomini del PD o ex PDS-DS); la “generosità” del governo Monti, ma in precedenza di Tremonti, nel concedere – attraverso la formula dei Tremonti o dei Monti bond – sostegno economico pubblico al casinò dei Baldassari, dei Mussari, dei Vigni.

L’elemento decisivo, però, è sapere che tra il 2000 e il 2007, Goldman Sachs, Jp Morgan, Deutsche Bank e Nomura, così come è accaduto ad MPS, hanno venduto a banche, enti pubblici e aziende italiche enormi quantità di derivati (CDO e CDS) ad altissimo rischio, decisivi per alleggerire bilanci insostenibili e per garantire utili facili (al manegement). Le scommesse di MPS (“Santorini”, “Alexandria”, “Nota Italia”) sono state tutte fallimentari, le cure adottate attraverso l’acquisto di Btp un disastro ulteriore. Cosa ci assicura che quanto è accaduto ad MPS non possa accadere anche ad altre holding bancarie come Intesa e UniCredit? E i comuni che, governati da sindaci apprendisti stregoni, si sono affidati ai prodotti strutturati? La frana sistemica è dietro l’angolo e procede lo scaricabarile.

Il re è davvero nudo, meglio, lo sono i Signori della moneta, rentier che come vampiri di marxiana memoria saccheggiano il nostro sangue attraverso i valori finanziari e la devastazione di salari e welfare. Viene in mente una signora anziana che nella rivolta argentina del 2001, derubata interamente dei suoi risparmi dalla crisi del sistema bancario, assieme a tante e tanti si cimenta nella distruzione delle vetrine di un grande istituto di credito. Parafrasando Brecht e ridendo per il suo gesto, la signora commenta alle telecamere: “Chi è il colpevole, chi distrugge una banca o chi la fonda”?

Pubblicato su HuffingtonPost.it