DIRITTI

8 marzo: artiste e filmaker per Non Una di Meno

Alcune foto di Ilaria Turini dal backstage dell’ultima giornata di riprese di un video sperimentale, girato a Lucha y Siesta. Verso la mobilitazione dell’8 e 9 marzo di Non Una di Meno. Segui i canali social per tutte le info aggiornate

Nel 2016, la simbologia e l’immaginario legati al Movimento di Non Una di Meno sono nate di pari passo con le grafiche realizzate da una compagna, Lotta, e con delle Matrioške che sono andate a comporre il logo di Non Una di Meno. E poi le donne iconografiche dell’artista Mp5. Donne incordonate l’una accanto all’altra, che hanno dato vita a un effetto ottico che restituisce visivamente e su qualunque tipo di supporto cartaceo oppure online la potenza del movimento femminista e transfemminista.

Non Una di Meno ha creato nel tempo il suo immaginario anche attraverso l’uso del linguaggio, del colore fucsia, del pañuelo, del pugno di fuoco (ripreso proprio dal manifesto di Mp5), del subvertising femminista di oggetti culturali pop e non solo (serie tv come The Handmaid’s Tale, Pose, cartoni animati come Frozen etc…).

Ma sono state tante le artiste, videomaker, fotografe, attrici e in generale lavoratrici del mondo dello spettacolo che si sono messe in rete per collaborare e dare visibilità con performance, video, canzoni spettacoli di teatro, laboratori, visual, mostre e produzioni artistiche per promuovere linguaggi e rappresentazioni sensibili alle tematiche di genere.

E proprio la Matrioška indica immediatamente una simbologia legata a un universo femminile e letteralmente matrëška è il diminutivo-vezzeggiativo di matrëna, diffuso nome proprio russo derivante dal latino mater, ma è anche un modo per dominare lo spazio, perché contraddice il fatto che uno stesso luogo non possa essere occupato da più di un oggetto e rimanda alla molteplicità dell’io. La Matrioška rappresenta l’idea di qualcosa contenuto in qualcos’altro, che a sua volta contiene qualcosa di più piccolo e così via, richiama l’idea del regresso ad infinitum. Quello che una Matrioška potrebbe esprimere è dunque l’idea di infinito.

Infinite generazioni di donne incordonate nel tempo, attraverso le epoche e attraverso i paesi del mondo, oltre ogni confine di genere, razza e classe sociale.

E l’arte sa diventare anche essa stessa pratica politica femminista – transnazionale–, come nel caso del flashmob “Un violador en tu camino” lanciato dal collettivo cileno Las Tesis e diventato un fenomeno virale che ha attraversato tutti gli angoli del mondo. In Italia è stato rappresentato in numerose varianti in almeno una cinquantina di città.

A sua volta, il flashmob si ispira ai testi di Rita Segato, perché come «il patriarcato è un ordine politico primitivo che si basa sul controllo, la disciplina e l’oppressione delle donne attraverso narrazioni molto diverse e sparse sul pianeta», l’arte performativa femminista intende ribaltare questa narrazione secolare, a partire dal rovesciamento dello sguardo maschile quale fulcro dell’immaginario attivo e desiderante e del femminile quale polo del passivo e desiderato.

Proprio l’8 marzo a Roma, primo appuntamento della giornata di mobilitazione generale lanciata da Non Una di Meno, ci sarà a mezzogiorno un flashmob a Piazza di Spagna.

E, a proposito di ibridazioni e contaminazioni artistiche, verso le giornate dell’8 e 9 marzo, Non Una di Meno Roma ha pensato a un breve video di lancio, mettendosi in relazione con alcune artiste, filmaker e attrici, grazie alla piattaforma social delle Mujeres nel Cinema. Un gruppo facebook (ma anche pagina e profilo instagram) che è riuscito a connettere tantissime donne che lavorano in ambito cinematografico, un settore prevalentemente maschile, precario ed intermittente da sempre.

Dalla piattaforma delle Mujeres nel Cinema si è formata una troupe di donne (regista, comparto produzione, scenografa, dop, fonica, montatrice, compositrice, segretaria di edizione, truccatrice etc…), accompagnata da circa 30 attrici meravigliose, tra le quali Paola LaviniAgnese Nano e Daphne Scoccia. Ne è nato un progetto collettivo e sperimentale con zero budget e il passaparola per aiuti logistici e per i props.

Artiste, filmaker e lavoratrici dello spettacolo, che hanno lavorato in sinergia per contribuire con la potenza dell’arte a dare vita a delle piccole storie di donne, molto diverse tra loro, in alcuni momenti della loro routine quotidiana, che decidono di prendersi una pausa dalla precarietà lavorativa ed esistenziale, in tempi così cupi, per ritrovarsi insieme in piazza l’8 marzo. Perché in tempi emergenziali di crisi, la risposta non può essere l’isolamento tout court e la solitudine, ma la cura del prossimo e la solidarietà.

Segnaliamo le location del video: il centro sociale Strike, l’Agenzia di stampa DIRE e la Casa delle Donne Lucha y Siesta, un luogo simbolo della città femminista che le artiste hanno voluto attraversare, nell’ultima giornata di set per girare la scena collettiva del video, «perchè l’esperienza di Lucha – la cui asta è prevista il prossimo 7 aprile – non può essere spenta!». Casa rifugio, casa di semiautonomia e centro antiviolenza, un progetto nato dalla lotta e dall’autorganizzazione delle donne, gettato nel pacchetto di beni in dismissione per il fallimento concordato di Atac.

A seguito degli ultimi sviluppi e della decisione della Commissione di Garanzia di intimare la revoca dello sciopero generale del 9 marzo convocato dai sindacati di base su indicazione di Non Una di Meno, nelle giornate dell’8 e del 9 marzo, in oltre 30 città italiane, ci saranno, iniziative territoriali, piazze, flashmob, eventi, insieme ad una moltiplicazione colorata di pratiche e campagne social, in base alla scelta delle varie realtà territoriali e agli sviluppi legati all’emergenzialità (n.b: info in aggiornamento sui canali social di Non Una di Meno).

L’emergenza Covid-19 ha reso evidente la “normalità” delle condizioni sociali ed economiche contro cui si scontrano ogni giorno le persone in Italia e le donne in particolare, alle quali è delegato per la maggior parte, il lavoro domestico e di cura.

Non Una di Meno continua a mobilitarsi per un welfare universale e un reddito di autodeterminazione, contro le molestie nei posti di lavoro, contro il razzismo dilagante, contro il ricatto della violenza domestica, istituzionale, economica, mediatica e giuridica e affinché tutte possano praticare una possibilità di liberazione.

L’8 e il 9 marzo, Non Una di Meno continuerà a dare visibilità in una moltitudine di forme a quelle condizioni di lavoro e di vita sempre più invisibilizzate.

La gallery foto realizzata da Ilaria Turini dal backstage del video “Una giornata tutta per sé” nelle riprese a Lucha y Siesta. Foto di copertina di Ilaria Turini