ROMA

Valentinelli: «La Rete ecologica va ampliata e potenziata»

Un appello firmato da molte lotte territoriali e associazioni chiede l’ampliamento della rete ecologica del Piano regolatore. Ne abbiamo parlato con Alessandra Valentinelli del Forum Territoriale Parco delle Energie, impegnato nella difesa delle aree della Ex-Snia e del Lago Bullicante

Il Piano regolatore di Roma approvato nel 2008 fra gli elaborati prescrittivi aveva 11 fogli a scala 1:20.000 della Rete Ecologica. Oggi dopo quasi vent’anni dall’approvazione di quel Piano, l’Amministrazione ha deciso di introdurre alcune varianti alle Norme Tecniche di Attuazione, ma non ha in alcun modo previsto l’aggiornamento degli elaborati della Rete ecologica. Molte associazioni e vertenze territoriali hanno chiesto che la Rete ecologica sia ampliata al fine di garantire una migliore qualità dell’abitare per la sua importanza nel rafforzare un sistema di collegamento e di interscambio tra aree ed elementi naturali isolati e contrastare la frammentazione e i suoi effetti negativi sulla biodiversità.  Le lotte territoriali sono state gli ultimi baluardi in difesa dei diritti della cittadinanza e dell’ambiente, e hanno nel tempo permesso la difesa di ampi spazi naturali.

Per sottoscrivere l’appello  inviare l’adesione a forumenergie@inventati.org

Avete lavorato da tempo sulla questione ecologica e le aree verdi di Roma, mettendo in risalto come il consumo di suolo impedisca l’attuazione del Regolamento Europeo sul ripristino della natura all’interno delle aree urbane. Avete formato un Comitato per stendere l’appello? Se si da chi è formato?

Ad aprile, quando il Consiglio comunale ha iniziato a discutere della revisione delle norme tecniche di attuazione del piano regolatore vigente, trenta associazioni e vertenze territoriali si sono incontrate e dalla discussione è uscito un documento nel quale si chiedeva all’amministrazione di aggiornare, insieme alle Norme tecniche, anche gli elaborati della Rete ecologica. Fin dall’inizio hanno partecipato il Forum Territoriale Permanente Parco delle Energie ex SNIA, il Comitato Pratone di Torre Spaccata, Quarticciolo Ribelle, il Comitato di Quartiere Villa Certosa, l’Associazione Roma Ricerca Roma, Italia Nostra, il Comitato Si al Parco No allo Stadio, Italia Nostra,  Fridays For Future, Carte in Regola e molti altri.

Lo sviluppo della città ha tenuto conto della rete ecologica e di come la  crisi climatica, che si è aggravata da allora, renda necessario un cambiamento delle politiche di trasformazione del territorio?

Roma è cresciuta, si è trasformata, i valori ambientali sono stati stravolti, molti spazi sono stati edificati, mentre le aree indicate negli elaborati della rete ecologica sono rimaste immutate. Oggi bisognerebbe ridisegnare il sistema dei parchi, le aree protette e i corridoi ecologici per garantire i varchi fisici e funzionali aperti sull’Agro e il collegamento fra le aree verdi. Sembra invece che le scelte dell’amministrazione non attribuiscano il giusto valore ai temi ambientali e climatici nel programmare le trasformazioni urbane. Il consumo di suolo non si è mai fermato, neanche negli anni della pandemia e i cambiamenti climatici in queste condizioni provocano devastanti effetti ecologici e sanitari. Il consumo di suolo cancella 20 ettari al giorno di aree agricole e naturali e si agisce come se la risorsa suolo fosse inesauribile.

La modifica delle Norme Tecniche del PRG, oltre a rendere più “snelle” le procedure per ottenere autorizzazioni a chi vuole costruire, hanno previsto un aggiornamento degli elaborati della rete ecologica?

Il piano regolatore approvato nel 2008 al Titolo III regolamenta il sistema agricolo e ambientale e afferma che tutte le componenti della Rete ecologica servono a garantire il funzionamento ecologico del territorio. Oggi dopo quasi vent’anni con tutte le trasformazioni avvenute nel territorio pensiamo sia necessario per tutelare gli ecosistemi esistenti aggiornare il disegno e la normativa della Rete ecologica. Molte zone andrebbero inserite nella rete ecologica perché hanno assunto un grande valore naturalistico, zoologico e botanico e queste aree vanno considerate inedificabili. La Rete deve essere potenziata e non considerata inutile, devono essere inserite aree utili a mitigare il clima e assorbire le acque. Anche i terreni frammentati possono contribuire alla riconnessione di componenti isolate fra il tanto costruito. Su questi temi abbiamo fatto delle proposte e aspettiamo di vedere come saranno valutate in sede di approvazione delle nuove norme in Consiglio Comunale.

Come intendete portare avanti la battaglia per garantire a tutte le persone un eguale diritto al benessere sociale, sanitario, climatico e ambientale?

Abbiamo scritto un appello che ha raccolto già numerose adesioni. Pensiamo che tutta la città debba prendere consapevolezza che l’attività edilizia inarrestabile con i suoi premi edificatori, incentivi volumetrici e monetizzazione degli standard impedirà di avere servizi adeguati, spazi verdi pubblici, qualità dell’aria e dell’abitare. Sarà negato il benessere ambientale, sociale, sanitario e climatico. Le piogge torrenziali e le bolle di calore renderanno la città sempre più invivibile. Il potenziamento della Rete ecologica, oltre a garantire la conservazione della biodiversità, consentirà la fruibilità delle aree per le popolazioni locali, con la valorizzazione del sistema paesistico con funzioni di tipo ricreativo e percettivo. Si potranno creare percorsi a basso impatto ambientale, sentieri e piste ciclabili, che consentano alle persone di attraversare il territorio e di fruire delle risorse paesaggistiche.

La difesa dell’area dell’ex-fabbrica Snia Viscosa e del lago, che è oramai una parte importante del recupero naturalistico del territorio, a che punto è?

Dopo trent’anni ancora non si è riusciti a tutelare e valorizzare interamente l’ecosistema e la memoria storica  della fabbrica. Le pressioni della proprietà dell’area continuano a essere molto forti. Abbiamo sventato gli attacchi che volevano fare lì un polo natatorio per i Mondiali del 2009, poi le proposte di residenze universitarie private e di un polo logistico. Dall’attuale amministrazione è stato rilasciato un titolo edilizio per 280mila metri cubi.

Noi continueremo a batterci per l’esproprio totale dell’area dell’ex-Snia, la demanializzazione del Lago Bullicante e delle sue sponde, la definizione di un progetto di recupero coerente, sostenibile e compatibile con la tutela del Monumento Naturale, la salvaguardia della biodiversità dell’ecosistema del Lago e il contrasto ai rischi climatici.

La copertina è a cura di Lago Bullicante ExSnia

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