DIRITTI

Tutt* in piazza per i Consultori che vogliamo: presidio alla Regione Lazio

Appuntamento davanti alla sede della Regione Lazio a Roma dalle 10.00 per chiedere al presidente Nicola Zingaretti il rilancio dei consultori. Una manifestazione indetta dalla rete delle assemblee delle donne dei consultori nata nelle articolazioni territoriali di Non Una Di Meno

Non Una Di Meno è di nuovo in piazza con un’altra giornata di #AgitazionePermanente, ulteriore tappa verso lo sciopero globale dell’8 marzo.

Ieri, infatti, una giornata di contestazione al convegno “Famiglia e natalità” organizzato dalla Lega nella sala consiliare del I Municipio a Roma, dove era presente anche il senatore Pillon, fautore della controversa e contestatissima proposta di riforma del diritto di famiglia attualmente in discussione alla Commissione Giustizia. Alcune donne all’interno dell’aula sono state strattonate e “accolte” con urla e insulti.

Al grido di “Giù le mani dalla donne” e “La vita siamo noi!” ha avuto luogo una protesta dentro e fuori l’aula del I Municipio, con slogan, cori e interventi contro un DdL che rappresenta una vera e propria minaccia per i minori e le donne che affrontano una separazione, oltre che un vero attacco sulle vite delle donne. Ricordiamo anche che il senatore della Lega Simone Pillon è noto anche per le sue posizioni oltranziste sul tema dell’aborto, per non parlare della battaglia intrapresa verso la così detta “ideologia gender”.

Oggi il presidio lanciato dall’assemblea delle donne dei Consultori di Resede, Denina e Condottieri, con il Comitato ‘Donne 100Celle e dintorni’ e ‘Non Una Di Meno-Roma’ dalle ore 10.00 con appuntamento in Piazza Oderico da Pordenone.

Il Coordinamento delle Assemblee dei Consultori è una rete che si è attivata a partire dalla chiusura per ristrutturazione del consultorio a Via delle Resede (nel quartiere Centocelle) e poi di Piazza dei Condottieri (zona Pigneto). Già il 15 dicembre scorso, dopo un’assemblea pubblica a Piazza dei Mirti e un corteo territoriale che ha attraversato Roma est fino ad arrivare al Consultorio di Piazza dei Condottieri, le Assemblee delle donne dei Consultori di Denina, Resede, Condottieri, Trullo e Castelli hanno iniziato a mobilitarsi. Ed hanno avuto un incontro in regione il 23 gennaio.

Quello che appare evidente nella città di Roma, in particolare in tutto il 2° municipio, è che si sta procedendo all’accorpamento dei consultori, con la chiusura di strutture storiche e ben funzionanti che verranno chiuse e/o dislocate.

I Consultori Familiari, fin dalla loro istituzione nel 1975, hanno rappresentato un fondamentale presidio di salute pubblica a partecipazione sociale, laico e gratuito. Come si legge nel comunicato che lancia l’evento di oggi: “L’odierno orientamento aziendale privilegia solo due linee di attività, quella vaccinale e quella ostetrica, facilitando l’accesso dell’utenza in queste aree attraverso call center e indirizzi mail dedicati, nonché garantendo la presenza di ostetriche e pediatri e impegnandosi a colmare eventuali carenze con la mobilità del personale e bandendo concorsi specifici”.

In piazza anche le studentesse e gli studenti dei licei e dell’Università la Sapienza che ritengono i consultori non solo “luoghi in cui ricevere passivamente servizi ed informazioni su questioni mediche ma luoghi di confronto e crescita, luoghi in cui soprattutto le giovani donne possano avere la possibilità di decidere sui propri corpi, in cui si autodeterminano.
Le iniziative presenti in alcune scuole potrebbero usufruire di questi spazi per sviluppare percorsi di crescita e formazione. Questo è solo uno dei primi passi di una lunga battaglia”.

L’andamento generale di tutti i consultori territoriali è, infatti, l’orientamento dei servizi prevalentemente sulla maternità, a discapito tra l’altro di assistenti sociali e psicologi.

La mobilitazione di oggi rimanda in pieno ai contenuti del Piano Femminista di Non una di meno che raccoglieva alcune richieste per il rilancio dei consultori: a partire dallo sblocco del turn over, considerando che i molti pensionamenti hanno svuotato i consultori di personale socio sanitario appropriato e formato non solo da un punto di vista medico ma anche “politico” e con un approccio femminista. Le equipe dovrebbero prevedere oltre ginecologa, ostetrica, psicologa, anche mediatrici culturali per consentire l’accesso alle migranti. I consultori andrebbero risignificati quali spazi aperti anche alle soggettività queer e alle donne di tutte le età (dalla pubertà alla menopausa) e non svolgere solo attività di screening e per il percorso maternità, ma mettere al centro la prevenzione con la contraccezione gratuita per i giovani indipendentemente dalla residenza, migranti e fuori sede compresi, dunque.

Bisognerebbe iniziare con la somministrazione della RU486 nei consultori, annunciata e mai realizzata. Un altro punto è anche il riconoscimento delle assemblee delle donne all’interno dei consultori, rivendicandoli come spazi di mutualismo.

Quello che non si vuole è la chiusura lenta e silenziosa dei consultori sempre di più svuotati dei servizi fondamentali, trattati come semplici ambulatori. La battaglia in corso è anche per rivendicare una visione d’insieme della salute e del benessere della donna e delle soggettività LGBTQI. Tutt* in piazza per i consultori che vogliamo!