DIRITTI

Tiziana Cantone non si è suicidata, l’avete ammazzata voi

Si è uccisa questa notte, all’età di 31 anni, Tiziana Cantone: il suo video mentre faceva sesso era stato diffuso in rete un anno fa e trattato da tutti i giornali che oggi ne piangono la scomparsa.

Un anno fa, in qualsiasi redazione giornalistica, spopolava un video che mostrava una ragazza mentre faceva sesso orale in un parcheggio. Cose che tutti hanno fatto ma, vederle in un video, suscitava grande ilarità tra ragazzi e ragazze più o meno cresciuti (se non di cervello, almeno di età) che ridacchiavano come bambini nel vedere questa scena. La ragazza si chiamava Tiziana Cantone: uso il passato perché, dopo che il video è stato diffuso su tutti i canali social possibili e immaginabili, dopo che tutti i giornali (anche quelli che oggi la piangono) hanno dato risalto alla vicenda, dopo che tutti l’hanno chiamata “troia” e “puttana”, Tiziana Cantone si è tolta la vita all’età di 31 anni.

Oggi tutti i giornali riportano in prima pagina la tragica notizia, piangendo lacrime da coccodrillo per la sua morte: gli stessi giornali che, lo scorso anno, si divertivano a pubblicare i meme di Tiziana e che cercavano di indagare nella sua vita e scoprire chi fosse e cosa facesse. Ci sono riusciti alla fine e la ragazza, presa d’assalto dallo scherno e dagli insulti, ha perso il lavoro, si è dovuta trasferire e ha cambiato addirittura identità. Lo squallore della vicenda era chiaro a tutti, ma ci si giustificava dicendo

“guardate che è tutto costruito, lei vuole fare la pornodiva”

. Ci sono poche tracce di questi vecchi post in rete perché, in un certo punto di un certo giorno nello scorso anno, arrivò in tutte le redazioni una mail di diffida dell’avvocato di Tiziana Cantone che intimò di cancellare tutti i contenuti e gli articoli che la riguardavano.

Purtroppo era già troppo tardi, e per Tiziana era già iniziato il crollo psicologico che l’avrebbe portata a suicidarsi mesi dopo.

Viviamo in una società dove si ridacchia del sesso, quando questo è esplicito, come fossimo undicenni in età prepuberale. Viviamo in una società dove ci si indigna per il burkini perché lede i diritti delle donne, ma poi diciamo che è normale che una ragazza sia violentata perché indossa una minigonna, oppure massacriamo una poveraccia il cui video mentre fa sesso è stato diffuso su internet. Invece di solidarizzare con lei, invece di indignarci per lei, invece di schifare chi quel video l’ha diffuso, noi ridiamo e diciamo che quella è una “puttana” e che tanto vuole fare la pornodiva. Viviamo in una società dove il maschilismo è bipartisan, agito sia dalle donne sia dagli uomini, che hanno distrutto una ragazza per una cosa che fanno e ricevono tutti: un pompino. Perché non credo che quelli che hanno chiamato “troia” Tiziana non abbiano mai posato la bocca su un altro genitale nella loro vita, e che magari, presi dalla foga di una sera, non l’abbiano fatto anche in una discoteca, in un parcheggio o in un parco. Magari anche – e che scandalo! – con uno sconosciuto preso a caso. Cose che capitano a tutti ma, dato che di Tiziana era stato diffuso un video in rete, quella ragazza doveva diventare il bersaglio dello schifo e dello squallore che vi portate dentro.

Tiziana Cantone non è la prima ragazza che si è tolta la vita per essere diventata il bersaglio del bullismo sessuale sul web. Amanda, si è suicidata a 15 anni bevendo un intero litro di candeggina perché era stata diffusa in rete la foto dei suoi seni: continuamente presa di mira a scuola, la ragazzina è riuscita ad ammazzarsi al terzo tentativo. Carolina, che a 14 anni si è lanciata dal terzo piano di casa dopo che dei coetanei l’hanno violentata e hanno messo il video su Facebook. Potrei andare avanti per ore con queste storie di donne morte per essere state vittime di violenza. Proprio oggi inoltre, è uscita la notizia di una ragazza di 17 anni violentata nel bagno di una discoteca: le “amiche” hanno ben pensato di farle un video invece di aiutarla e poi di inviarlo ai loro amici su WhatsApp. La ragazza ha sporto denuncia, ma intanto è già entrata in quella spirale di bullismo e violenza che ormai nella nostra società, per quanto si dichiari evoluta quando si tratta soprattutto di screditare gli altri, è diventata la normalità.

Sì, perché anche questa è violenza contro le donne. Diffondere materiale video o fotografico di una ragazza a sua insaputa, riprenderlo, farci articoli sopra, creare gruppi facebook, deriderla, offenderla, sono tutti atti di violenza gratuita e meschina che hanno distrutto la vita di una persona e che l’hanno portata ad ammazzarsi. È inutile che adesso fate finta di indignarvi, tutte persone perbene che

“sì, magari mi è scappato un “guarda come succhia sta troia” ma scherzavo, non avrei voluto che morisse”.

Tiziana l’avete uccisa voi. Guardatevi in uno specchio e sputatevi da soli, magari immaginando che sia lei a farlo.