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Sul mio corpo decido io! It’s time to react!

Oggi come rete #io decido siamo andate davanti al Policlinico Umberto I a segnalare con un flash mob il fatto che a 36 anni dalla sua approvazione, la legge 194 è completamente svuotata di senso, a causa dell’eccessiva presenza di medici obiettori nelle strutture sanitarie.

Abbiamo improvvisato un corteo interno molto comunicativo all’interno del Policlinico, a pochi passi dalla città universitaria de La Sapienza. Ma questo è solo l’inizio! Torneremo a segnalare tutti gli ospedali pubblici in cui il nostro diritto ad un aborto sicuro non è garantito e a rivendicare la nostra autodeterminazione sui nostri corpi, per un diritto alla salute per tutt#!

Nella stessa giornata anche a Padova si sono ritrovati in molti davanti all’ospedale pubblico della città, considerando che la situazione veneta è tra le più critiche a livello nazionale. Secondo i dati del Ministero della Salute, il Veneto è al secondo posto in Italia per percentuale di ginecologi obiettori (l’80%); è la regione con i tempi di attesa più lunghi tra la richiesta di intervento ed il momento in cui la donna lo riceve e infine è la regione che costringe il 13,2% delle residenti a rivolgersi a strutture esterne. La regione ha inoltre approvato una legge (LR n.27, luglio 2012, “Disciplinare le iniziative di promozione dei diritti etici e della vita nelle strutture sanitarie e socio-sanitarie”) che promuove l’accesso di associazioni nelle strutture sanitarie e socio-sanitarie, prime tra tutte associazioni fondamentaliste cattoliche, come per esempio il Movimento Pro Life, riconoscendogli la possibilità di intervenire nei percorsi di libera scelta personale.

Di seguito il volantino distribuito oggi a Roma davanti il policlinico Umberto I

22 Maggio 1978: in Italia viene approvata la legge 194 sull’aborto. Dopo 36 anni la legge, rimasta invariata, è stata svuotata di contenuto dalla presenza enorme di medici obiettori (il 90% solo nel Lazio). Di fronte agli ostacoli e alle umiliazioni che costellano il percorso all’IGV, cresce il numero degli aborti “fai-da-te” che mettono seriamente in pericolo la salute delle donne e cresce l’abisso tra classi abbienti e classi precarie, laddove solo alle prime è garantito il diritto all’autodeterminazione sul proprio corpo. Anche l’aborto farmacologico (RU486) e la contraccezione d’emergenza, seppur previste dalla legge, sono, di fatto, strumenti quasi inaccessibili alle donne.

Dalla Spagna all’Italia, passando per la Grecia e il Portogallo le politiche dell’austerity si abbattono violentemente sui corpi delle donne.

Vogliamo ripartire dalle parole d’ordine della Spagna: #iodecido, per continuare il percorso iniziato l’otto marzo e dare vita ad una vera e propria campagna che rivendichi la possibilità concreta di un aborto libero, gratuito e garantito; una campagna che garantisca la possibilità dell’aborto farmacologico, la completa accessibilità alla pillola del giorno dopo e lo sviluppo di una sessualità consapevole e autodeterminata attraverso l’introduzione di un’educazione sessuale laica in tutte le scuole. Decidiamo di farlo partendo dal Policlinico, luogo simbolo delle lotte per la salute sessuale delle donne, e non ci fermeremo finché non saremo le uniche a decidere sui nostri corpi.

#iodecido

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