DIRITTI

Solidarietà alla maestra di Torino e a tutte le “cattive maestre”

Uno speciale con testi e contributi di solidarietà nei confronti di tutte le “cattive maestre” che in questi giorni stanno pagando con il linciaggio mediatico l’esercizio della propria libertà di espressione.

Il 22 febbraio le telecamere hanno ripreso un’attivista che manifestava a Torino contro l’ennesima piazza concessa a Casa Pound. Questa donna gridava la sua rabbia contro le forze di polizia, schierate a protezione di un’organizzazione fascista. Contro di lei, che di professione fa la maestra, si è scatenata la gogna mediatica e il tiro al bersaglio istituzionale. Linciaggio mediatico, indagini e licenziamento. Succede all’insegnante di Torino, ma potrebbe accadere a tutte le donne che si ribellano al riemergere del neofascismo e di nuove forme di autoritarismo.

Abbiamo raccolto testi e contributi di solidarietà nei confronti di tutte le “cattive maestre” che scelgono di prendere posizione con i loro corpi, la loro voce, le loro parole…

La maestra sospesa. Peggio delle manganellate solo la rabbia soffocata

di Claudio Dionesalvi

Claudio Dionesalvi, attivista, scrittore e insegnate, riflette sulla vicenda che ha coinvolto la docente di Torino sospesa dal servizio per aver inveito contro le forze dell’ordine di fronte alle telecamere durante un corteo antifascista duramente caricato: “Se oggetto di rappresaglia è la rabbia che Lavinia Cassaro esprimeva, si tratterebbe di un fatto inedito”.

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Siamo tutte cattive maestre, siamo tutte antifasciste

di Cattive Maestre

Rifiutiamo la retorica dell’insegnamento come missione, come indole, come propensione naturale al sacrificio in quanto donne. Non siamo necessariamente materne e composte, né tantomeno pacate con i fascisti. Ci sembra gravissima la gogna mediatica alla quale la nostra collega viene sottoposta in queste ore, e un precedente pericoloso la richiesta di licenziamento per le sue scelte politiche. “Licenziata perché sguaiata antifascista» quello stesso antifascismo “patinato” e retorico che qualcuno in campagna elettorale dice di difendere, ma poi è pronto ad insegnarci le buone maniere e a condannare chi non fa dell’obbedienza una virtù.

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Siamo tutte cattive maestre!

di Non Una Di Meno – Roma

Siamo solidali con il collettivo Cattive Maestre che ha sostenuto l’insegnante di Torino che si ritrova, a sua volta, al centro delle polemiche.

L’ attacco all’insegnante antifascista è una minaccia per tutte, l’attacco alle Cattive Maestre è l’ennesimo tentativo di dividere le donne in buone e cattive. E’ anche un attacco alle lavoratrici e al pubblico impiego, settore che gode ancora di garanzie. Dopo questa vicenda ogni dipendente pubblico è avvisato: quanto fai nella tua vita extra lavorativa peserà nella valutazione del tuo lavoro.

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Licenziare la maestra di Torino è legalmente possibile?

di Tommaso Gianni

Si tenga poi conto che il reato di oltraggio a pubblico ufficiale, di cui è accusata la maestra antifascista, è una fattispecie legata a una concezione di privilegio attribuita agli organi investiti di pubbliche funzioni che sussisteva all’epoca dell’emanazione del Codice Rocco. Una concezione non in linea con l’attuale prospettiva del modello costituzionale di reato, la quale considera meritevoli di protezione penale solamente i valori espressi dalla Carta fondamentale. Non a caso tale figura delittuosa era stata abrogata nel 1999 e, sempre non a caso, la dottrina continua a esprimere dubbi circa la compatibilità costituzionale della rediviva fattispecie del 2009.

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• Cosa può una cattiva maestra?

di Infosex_Esc

Cos’è una maestra? In base a quale criterio la si definisce buona o cattiva? Sospettiamo che, per chi ha agito la polemica, una buona maestra sia una mera esecutrice, un ripetitore di contenuti e metodi didattici stabiliti altrove, in alto. (Invitiamo, a tal proposito, a riflettere sulla composizione eminentemente femminile del corpo insegnante delle scuole dell’obbligo, mentre più si sale nella gerarchia più il rapporto tra uomini e donne si capovolge nettamente).

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