ITALIA

Sogesid: ancora sciopero, ancora un passo in avanti

Lavoratrici e lavoratori della SOGESID S.p.A. scioperano per la quinta volta dallo scorso ottobre. A rischio il loro posto di lavoro, se nulla cambia di qui al primo gennaio 2020. Sciopero unitario e partecipato, così come il presidio sotto il Ministero dell’Economia e delle Finanze, che dopo oltre tre ore incontra una delegazione di RSU. Soddisfazione per la giornata di lotta

Ieri il flash mob, durante la conferenza stampa che vedeva protagonista il Ministro Costa assieme alla Sindaca Raggi e al Governatore del Lazio Zingaretti, col Ministro – finalmente – gli ha fatto conquistare un confronto dal vivo. Oggi lo sciopero dell’intera giornata, col presidio iniziato stamattina alle 10 sotto la sede del Ministero dell’Economia e delle Finanze. Le lavoratrici e lavoratori di SOGESID S.p.A., Società in house del Ministero dell’Ambiente e da poco di quello dei Trasporti, mostrano una tenacia senza pari: è il loro quinto sciopero dallo scorso ottobre. Vogliono risposte certe e le vogliono ora, in primo luogo dal MEF, proprietario al 100% della Società che, causa la Legge di Bilancio dello scorso anno, dismetterà progressivamente le sue convenzioni col Ministero cui ha fornito in questi anni dipendenti, competenze, professionalità. L’imminenza di una dura crisi occupazionale scalda gli animi – e giustamente.

La lotta, come già raccontato da DINAMO, inizia in autunno, con i primi due scioperi proclamati dai sindacati confederali. Da novembre un consistente gruppo di lavoratori avvia un nuovo processo organizzativo, costituendo un Coordinamento e sindacalizzandosi con le Camere del Lavoro Autonomo e Precario. È la volta dunque dello sciopero del 19 dicembre, stavolta proclamato dalle sole CLAP; presidio numerosissimo sotto la sede dei Ministeri di Luigi Di Maio, avvio dell’interlocuzione con il Consigliere speciale del Ministro, Francesco Vanin. È una svolta importante, perché la lotta e il confronto sindacali, fino a quel momento confinati nel perimetro angusto della sola Società, chiamano finalmente in causa il Governo. L’8 marzo, sciopero globale femminista, le lavoratrici e i lavoratori saranno ancora sotto il Ministero dello Sviluppo Economico, con le tante vertenze dei precari delle aziende pubbliche e degli enti di ricerca – in primis ANPAL Servizi. Quindi le elezioni delle RSU: le CLAP si affermano con ben 2 eletti. Si consolida dunque una nuova dialettica sindacale, che mette al centro la voce delle assemblee: il 30 maggio i lavoratori, a gran maggioranza, chiedono alle RSU di attivare la procedura di raffreddamento e di dichiarare lo stato di agitazione. Espletata negativamente la procedura, è tempo di sciopero, si giunge così alla lunga mattinata di oggi, 10 luglio.

 

 

Ancora un presidio potente e importante, nei numeri e nella determinazione. Ma importante anche perché unitario, a partire dalla proclamazione dello sciopero di un’intera giornata a opera delle RSU CLAP CGIL e CISL. Manca all’appello solo la UIL, «problema suo» si sente dire nei capannelli. Le trombe e i fischietti fomentano entusiasmo e coesione. Diversi gli interventi, delle RSU, dei sindacalisti, dei lavoratori: «Ministro Tria, è il momento di riceverci, è il tempo di risposte certe», questo il leit motiv. Il Ministero sembra inizialmente sorpreso – nonostante la lettera aperta dalle RSU rivolta al Ministro Tria e quest’oggi pubblicata dal manifesto – e sordo, ma il presidio non smobilita e alle 13 una delegazione di RSU viene ricevuta dal Vicecapo di Gabinetto: esplodono gli applausi e la gioia, si tranquillizzano le trombe, che a dura prova hanno sottoposto le orecchie di scioperanti e forze dell’ordine – e anche della redazione di DINAMO.

Tocca alla RSU CLAP Diletta Ramazzotti, di ritorno dall’incontro, raccontare. C’è soddisfazione: «abbiamo avuto il tempo di raccontare nel dettaglio quanto ci sta accadendo, i rischi occupazionali ai quali andiamo incontro, lo spreco di competenze e di risorse per il Ministero dell’Ambiente – e per le politiche ambientali in generale – che la Legge di Bilancio imporrebbe a partire dal primo gennaio del 2020». Il MEF ha mostrato disponibilità all’ascolto, così ribadisce anche Pierfrancesco Fighera RSU CGIL, ma soprattutto a disporre il tavolo interministeriale da tempo richiesto dalle lavoratrici e dai lavoratori in lotta. In attesa del Comunicato stampa unitario a firma delle RSU, scrivono in un post Fb le CLAP: «[…] un altro passo in avanti, dopo mesi di lotte, a conferma che la tenacia, la passione e la partecipazione pagano […] Un altro passo in avanti che ci impone di non abbassare la guardia, fin quando l’occupazione di tutte e tutti non sia stata effettivamente salvaguardata». E l’entusiasmo degli scioperanti è alto, così come alta rimane la guardia, perché dalle parole, e in tempi brevi, sanno che è necessario passare a fatti concreti, del Governo e in Parlamento.