ROMA

Roma vuole cambiare: dal Campidoglio le conclusioni della consultazione popolare

Cosa è successo ieri nella Piazza del Campidoglio? Centinaia di persone si sono riunite per rivendicare il proprio diritto alla partecipazione alla vita politica della città di Roma: ossia di praticare quella democrazia reale di cui il partito pentastellato si è sempre fregiato. Ma è davvero così?

Piazza del Campidoglio 4 ottobre 2016

Nel pomeriggio di oggi più di trecento cittadini e lavoratori di Roma si sono riuniti in assemblea nella piazza Campidoglio a cento giorni dall’insediamento della giunta a cinque stelle. Quest’ultima non solo ha declinato i numerosi inviti a partecipare, rifiutandosi di scendere quei pochi scalini che separavano rappresentanti da rappresentati, ma ha imposto il non utilizzo della sala già prenotata con l’assurdo divieto di ingresso a chi non poteva esibire un tesserino sindacale.

L’assemblea di oggi ha quindi riunito tanti comitati, associazioni, collettivi territoriali, lavoratori sindacalizzati e non, spazi occupati e autogestiti, reti sociali e sindacali per discutere insieme e pubblicamente del cambiamento che era stato annunciato, un cambiamento sperato da molti e da tanti (sia singoli che realtà collettive) creduto possibile con l’elezione della sindaca Raggi.

Per chi ha partecipato oggi in piazza del Campidoglio, “cambiare” non significa entrare al posto di qualcun altro nelle stanze dei bottoni ma rompere decisamente con i principi che hanno determinato fino ad oggi il governo di questa città: cambiare significa rifiutare i vincoli imposti dal patto di stabilità, praticare immediatamente un audit pubblico del debito pubblico di Roma (8,6 mld di cui non si conoscono più neanche i creditori), fermare ogni privatizzazione in corso o annunciata dei servizi essenziali di questa città, riempire la scatola vuota del NO alle olimpiadi con politiche concrete sulle periferie, con la redistribuzione delle risorse cittadine, con uno stop deciso al consumo di suolo urbano e non solo, con la fine della cementificazione dei territori.

Cambiare significa dare voce (concretamente, come successo oggi e non solo su forum e social media) a chi passa metà della propria giornata sui mezzi pubblici, a chi lavora dodici ore al giorno, a chi paga tariffe sempre più alte per servizi (luce, acqua, trasporti e rifiuti su tutti) sempre più cari, perennemente in emergenza e con la beffa concreta di ritrovarsi l’ennesimo inceneritore o l’ennesima colata di cemento dietro casa.

Cambiare deve significare valorizzare gli spazi e i percorsi di partecipazione dei cittadini, di solidarietà sociale, di mutualismo e questo passa per la fine delle minacce di sfratto per centinaia di famiglie, per la fine delle minacce di sgombero ai centri antiviolenza, agli spazi sociali autogestiti in stabili pubblici e privati altrimenti abbandonati, alle centinaia di associazioni e progetti sociali e culturali cui da mesi l’amministrazione (senza soluzione di continuità fra gestione commissariale e gestione “a 5 stelle”) chiede milioni di euro di arretrati, ma senza i quali la città di Roma perderebbe uno dei pochi patrimoni di cultura, solidarietà e socialità che le sono rimasti.

Cambiare insomma, significa fare scelte, scelte politiche che trascendono, e di molto, la tecnica, la procedura, la lunghezza dei curriculum, unici criteri con cui pare si sia mossa finora la nuova amministrazione comunale.

Dopo 100 giorni di amministrazione pentastellata speravamo di poter parlare dell’annunciata discontinuità con chi ha governato finora ma l’unica discontinuità pare purtroppo essere quella con i programmi, le linee guida e le promesse della campagna elettorale.

Oggi centinaia di persone in assemblea hanno reso evidente, alla città e a questa amministrazione, qual è il vero significato della tanto enunciata partecipazione, ribadendo che oggi in Italia “cambiare” significa rompere con il governo Renzi: rifiutare a livello locale, territorio per territorio, città per città, l’applicazione del decreto Madia e delle conseguenti privatizzazioni; mobilitarsi contro il crollo di diritti e salari (persino pubblicizzati senza pudore dal governo) del Jobs Act scioperando in massa il 21 ottobre e costruendo mobilitazioni in ogni parte d’Italia; affermare un NO netto a tutte le politiche liberiste del Partito Democratico a cominciare dalla riforma costituzionale, il cui rifiuto non deve essere prerogativa di singoli o comitati ma delle città tutte, abitanti e istituzioni. Non aspetteremo il superamento delle timidezze, delle confusioni e delle lotte intestine a questa giunta per praticare tutto questo, sarà la partecipazione democratica dei cittadini e delle cittadine a far dire alla città di Roma NO alla riforma costituzionale. Dopo l’assemblea di oggi si ritorna nei territori per costruire, entro la metà di novembre, assemblee territoriali in ogni quartiere e municipio della città, per continuare la scrittura delle proposte e delle idee di gestione della città, dei suoi servizi e del suo patrimonio attraverso momenti pubblici di approfondimento tematico, un lavoro che già da mesi sta obbligando questa amministrazione a fare i conti con progetti concreti e realmente alternativi di gestione dei beni comuni urbani. Siamo pronti nei prossimi mesi a tornare sotto le stanze del Campidoglio a praticare quella democrazia reale che, a quanto pare, diventa un concetto astratto una volta occupate stanze e poltrone che contano. Come si vede dai tanti appuntamenti che elenchiamo qui sotto, all’immobilismo della giunta non corrisponde certo quella della città di Roma.

Roma vuole cambiare, per davvero!

#DecideRoma – Decide La Città

I prossimi appuntamenti:

– Sabato 8 ottobre, h10, facoltà di psicologia de la Sapienza – Assemblea nazionale “Non Una di Meno” verso il corteo nazionale contro la violenza maschile sulle donne del 26 novembre

– Martedì 18 ottobre, h18.30, Nuovo Cinema Palazzo (san Lorenzo) – Prossima riunione cittadina

– Venerdì 21 ottobre – Sciopero Generale contro le politiche del governo

– Giovedì 27 ottobre, nel pomeriggio – Consultazione popolare sotto la sede di Acea (staz. Ostiense)

– Prima metà di novembre – Assemblee territoriali e tematiche in tutta la città