ROMA

Roma, «indivisibili» contro il governo Salvini-Di Maio

Un lungo fiume meticcio ha attraversato Roma per protestare contro il governo Salvini-Di Maio

«Siamo 100mila e siamo indivisibili» dicono dal palco finale gli organizzatori del corteo che questo pomeriggio ha attraversato Roma. Partenza poco dopo le 14.30 da piazza della Repubblica e arrivo a piazza San Giovanni intorno alle 18. Un lungo fiume umano, meticcio dalla testa alla coda, che ha denunciato le «politiche razziste e sessiste di un governo che vorrebbe farci tornare al Medioevo».

Tra i promotori del corteo: i movimenti romani di lotta per la casa (colpiti oggi dall’incendio di un palazzo occupato), i centri sociali del nord-est; il progetto Melting Pot; il sindacato dei Cobas; Baobab Experience. E poi: Arci, Cgil Lazio, La Comune. Circa 500 le realtà organizzate in piazza, insieme a tantissime persone che hanno colto l’occasione di dimostrare una decisa opposizione al governo gialloverde.

Autobus e macchine sono arrivate un po’ da tutta la penisola: da Riace a Bolzano, da Caserta a Belluno, passando per Macerata, Bari, Firenze, Milano, Padova, Venezia. La polizia ha fermato diversi mezzi diretti verso il concentramento, ritardando l’arrivo dei manifestanti e pretendendo di controllare il contenuto degli striscioni.

In testa al corteo una grande scritta: «Uniti e solidali contro il governo, il razzismo e il decreto Salvini», che era anche il titolo della mobilitazione. Un po’ più indietro, lo striscione dei rifugiati di Riace, che diceva: «Riace non si arresta». A reggerlo, anche il sindaco Mimmo Lucano, al centro di un duro attacco politico e giudiziario che gli impedisce di tornare nel paese che ha contribuito a rianimare grazie ai progetti di accoglienza.

«Oggi mi sento uno di voi – ha detto Lucano – È giusto essere qui oggi. Sono sicuro che esiste un’umanità differente dal clima di barbarie e disumanità che oggi c’è in Italia. Rifarei tutto mille volte per la causa dei rifugiati che sono i nuovi poveri, i proletari. Bisognerebbe eliminare la parola clandestino dal vocabolario». Tantissimi gli applausi e gli abbracci per il primo cittadino.

La grande e variegata partecipazione alla mobilitazione odierna dimostra che fuori dalla bolla dei social network e delle narrazioni mediatiche, che oltre la retorica di un governo che si vorrebbe interprete «del popolo», esistono larghi settori sociali scontenti dell’operato di Lega e 5 Stelle e intenzionati a opporsi alle loro politiche.

Un bel segnale che segue le mobilitazioni mattutine del movimento femminista Non Una Di Meno, che hanno avuto luogo in diverse città. Un segnale vero, nonostante la cappa di silenzio dei principali quotidiani, più attenti a dare visibilità alla mobilitazione Sì Tav di Torino che ha messo insieme Partito Democratico, Lega, Fratelli d’Italia e Radicali.