ITALIA

Migliaia a Verona per difendere il diritto all’aborto

Migliaia a Verona, città laboratorio dell’offensiva patriarcale antiabortista: in piazza una marea femminista e migrante, la prima tappa dello stato di agitazione permanente lanciato dall’assemblea nazionale di Non Una Di Meno, verso il 24 novembre e lo sciopero internazionale dell’8 marzo.

Lo Stato di Agitazione Permanente lanciato dall’assemblea bolognese di NUDM ha avuto inizio con la grande mobilitazione lanciata a Verona da NUDM per questo sabato 13 ottobre.

La la città è stata attraversata dalla marea femminista contro la mozione – passata lo scorso 4 ottobre anche con il voto della capogruppo Pd – che dichiara Verona “città a favore della vita” e destina fondi alle associazioni pro-choice, diventando il laboratorio di sperimentazione politica nazionale rispetto all’attacco all’aborto e alle soggettività lgbtqi+, terreno privilegiato su cui si intende operare uno sfondamento non solo simbolico.

È da Verona infatti che vengono Pillon e Fontana, espressione diretta della saldatura tra la destra leghista e le formazioni dell’estremismo cattolico giunta fino in Parlamento e in Consiglio dei Ministri. Proprio per questi motivi la risposta ad un governo patriarcale, transomofobico e razzista è ripartita dalle donne a Verona, mentre la saldatura tra destra e movimenti per la vita trova il supporto del Papa che è tornato ad attaccare l’aborto criminalizzando le donne, e mostrando ancora più chiaramente come la lotta per l’aborto garantito, sicuro e gratuito sia oggi una lotta globale di liberazione dal potere di controllo sociale, politico e religioso sui corpi delle donne. A seguire il testo scritto da NUDM Verona a seguito della manifestazione:

Verona ieri era davvero bella, accogliente e tollerante.

Ieri da Verona è iniziato lo “stato di agitazione permanente” lanciato da Non Una di Meno a livello nazionale e che proseguirà con la manifestazione di Roma del 24 novembre e poi dello sciopero del “Lotto marzo”. Qui qualche giorno fa l’amministrazione comunale ha approvato una mozione per proclamare la città “a favore della vita” e per finanziarie associazioni per l’adozione del feto legate ai movimenti antiabortisti.

E mentre a Milano si chiedeva l’abolizione della 194, da Verona si è detto che un comune deve finanziare i consultori, promuovere la contraccezione gratuita, i corsi di educazione sessuale nelle scuole, e deve lavorare in direzione di una maternità consapevole.

Con Non Una di Meno, a Verona sono scesi in piazza per riprendere parola movimenti LGBTQI e collettivi studenteschi, associazioni che lavorano per aprire spazi di libertà, e i cittadini e le cittadine (tant* che da tempo qui non si vedeva una mobilitazione così) che rivendicano uno stato laico, libero dal patriarcato, dal sessismo, dal fascismo e dal razzismo. Eravamo più di cinquemila. Ed è stato bellissimo.

 

«Da tempo è chiaro che il femminismo non è sinonimo esclusivamente di lotta delle donne per le donne. I diritti delle donne, la parità salariale, i diritti riproduttivi, la lotta alla violenza domestica, sono i primi e fondamentali elementi della nostra lotta.»

 

«Ma abbiamo molto chiaro che non c’è libertà delle donne senza la libertà di amare, desiderare, di unirsi con chi si vuole e di esprimere l’identità di genere che si sente di avere. E non c’è libertà delle donne, delle lesbiche, dei gay e delle persone trans, senza la libertà di movimento dei e delle migranti. Da qui iniziano le barricate: una marea femminista, frocia, migrante che vuole molto di più e che sta già iniziando a disegnare la città e il paese che rivendichiamo».

(Foto senza firma di: Paola Cherubini)