MOVIMENTO

Messinscena razzista e repressione poliziesca sul confine italo-francese

Domenica 22 aprile è stata una giornata di lotta antifascista sul confine italo-francese di Claviere. La zona è interessata da mesi da un flusso migrante costante verso la Francia che Dinamopress aveva raccontato a gennaio, mentre recentemente era balzata agli occhi delle cronache per i fatti della vicina stazione di Bardonecchia.

Nelle ultime settimane i controlli e la caccia al migrante tra le località sciistiche italiane e francesi si sono fatti sempre più fitti, complice forse la fine della stagione invernale che rende meno “invasiva” e quindi meno fastidiosa la militarizzazione della zona.

Sabato 21 aprile, i fascisti di generazione identitaria, vestiti da soldatini blu, avevano inscenato una ridicola ricostruzione del confine con paletti e rete di protezione da lavori in corso, mentre due loro elicotteri sorvolano la zona e un banner ripeteva i loro slogan razzisti. Sui social, in molti, al vedere un simile spettacolo, hanno invocato il potere delle valanghe.

Per rispondere a questa situazione, per ribadire che le Alpi sono un punto di incontro tra popoli e culture e non un luogo da trincerare, domenica 22 aprile trecento attivisti hanno attraversato quasi 20 km di strada, tra i tornanti della statale che porta da Monginevro a Briançon, accompagnando i migranti oltre il confine e forzando i vari blocchi polizieschi. Un corteo vitale e determinato che ha ribadito l’importanza della libertà di movimento, l’abbattimento dei confini, la costruzione di reti solidali.

Come ci si poteva però immaginare, proprio gli esiti del corteo hanno determinato una dura rappresaglia dello stato francese. A Briançon, a seguito di un diverbio è scattata presto una caccia all’uomo. Alla fine sono 7 persone arrestate di cui 4 italiani. Un attivista è stato duramente malmenato durante l’arresto. L’accusa sembra essere quella di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina in concorso.

Mentre scriviamo, corre la notizia che tre degli arrestati verranno liberati presto.

Ancora una volta sulla questione migratoria, l’odio razzista dell’estrema destra e le politiche securitarie si alimentano a vicenda, ancora una volta le resistenze dal basso subiscono forme di repressione per garantire la libertà di movimento.