EUROPA

L’esperienza spagnola verso lo sciopero internazionale delle donne

Uno sciopero femminista globale e interconnesso deve paralizzare tutti i diversi compiti e attività invisibili che le donne svolgono abitualmente. Il contributo dalla Spagna per il Reader verso l’8 marzo della Transnational Social Strike Platform

La risposta alle azioni dell’8 marzo 2017 è stata piuttosto potente in Spagna e, proprio a partire da un giudizio positivo sullo sciopero internazionale delle donne dello scorso anno, alcune attiviste del gruppo che ha dato vita all’8 marzo madrileno hanno deciso di cominciare a lavorare per organizzare uno sciopero più grande per il 2018. Era cruciale coinvolgere quante più partecipanti possibile da tutte le regioni della Spagna e anche mettersi in contatto con le attiviste all’estero. Durante l’estate del 2017 e dopo un primo meeting a Madrid, perciò, molti gruppi femministi da diverse regioni spagnole hanno cominciato a organizzarsi e a creare i loro spazi per scioperare a partire da una prospettiva locale, ma anche con una dimensione nazionale e internazionale. A ottobre del 2017, tutti questi gruppi si sono riuniti a Elx (Alicante), dove un centinaio di femministe spagnole hanno dato vita a una piattaforma allargata a tutto il paese, Hacia la Huelga Feminista. Le migranti spagnole che vivono all’estero, insieme ad attiviste internazionali dal Messico, Argentina, Italia e altri paesi hanno partecipato a questa riunione via skype. È stato rilevante che l’organizzazione dell’evento abbia dato agli uomini l’incarico della logistica (cura dei bambini, cibo e bevande, ecc.), anticipando con un gesto simbolico lo sciopero dal lavoro di cura a venire.

Così, quando l’autunno è arrivato, lo Sciopero Internazionale Femminista 8M2018 era già nella mente e nei sogni di molte attiviste spagnole interconnesse. Da allora, migliaia di donne ne stanno costruendo la struttura insieme. Tutti i gruppi hanno lavorato in due direzioni: in primo luogo, prendendo contatto sia di persona, sia online, in modo da creare un’articolazione in tutto il paese. In secondo luogo, mettendo in campo un lavoro di base per costruire lo sciopero con le persone a partire dai luoghi e dalle intersezioni in cui sono collocate.

Inoltre, una commissione internazionale ha cominciato a prendere contatti con diverse iniziative nel mondo, con un obbiettivo chiaro: fare rete con donne da quanti più paesi possibili per lottare simultaneamente insieme contro l’oppressione patriarcale. Sarebbe un sogno divenuto realtà se lo sciopero femminista dell’8 marzo raggiungesse tutti gli angoli del mondo e noi divenissimo centinaia, migliaia, milioni di donne ad avanzare rivendicazioni insieme contro il sistema patriarcale che minaccia le nostre vite e la vita del pianeta. Noi vogliamo fermare questo sistema e la sua violenza per costruire una nuova e più giusta realtà dove nessuno sia oppresso. Per farlo abbiamo bisogno di essere unite, di collaborare a partire dai nostri territori e dalle nostre prospettive, tutte rivolte verso lo stesso orizzonte: ottenere condizioni vivibili per ciascuno e una vita priva di discriminazioni, come tutte ci meritiamo.

Più di 400 attiviste spagnole hanno partecipato alla seconda grande riunione che ha avuto luogo a gennaio a Saragozza. Alcune lotte locali sono state condivise, le esperienze di scioperi precedenti sono state discusse, un manifesto è stato scritto insieme dalle partecipanti. Tra le altre attività, diverse voci locali sono state ascoltate e i territori si sono contaminati l’un l’altro con la loro creatività in vista dello sciopero. L’ultima mobilitazione ha avuto luogo sabato 11 febbraio, con un concerto a Madrid e la presentazione ufficiale dello sciopero. Quindi, ora viene la grande domanda: Come si fa uno sciopero femminista?

 

Come si fa uno sciopero femminista?

Il nostro obbiettivo non è di organizzare un classico sciopero del lavoro, ma di andare oltre questo modello: il nostro piano è di paralizzare tutti i diversi compiti e attività invisibili che le donne svolgono abitualmente, su livelli e in luoghi diversi. Nello specifico, convochiamo uno sciopero dal lavoro domestico e di cura nella sfera privata, uno sciopero dal lavoro produttivo e dal consumo nella sfera pubblica e uno sciopero studentesco a tutti i livelli di educazione. Questi scioperi diversi (sebbene intimamente connessi) hanno origine in un’idea comune: il mondo non può funzionare senza di noi, senza la nostra cura, senza le nostre spese e senza il nostro lavoro. Ciononostante, queste mansioni sono a mala pena riconosciute visto che sono svolte principalmente da noi, dalle donne. La maggior parte di noi deve occuparsi di queste attività ed è sfruttata non solo a lavoro e nella sfera pubblica, ma anche nelle nostre case. Il lavoro di cura delle donne (per esempio: preparare da mangiare, pulire, prendersi cura dei bambini, dei malati o dei membri anziani della famiglia) è essenziale al fine di mantenersi in vita, sebbene queste mansioni non siano riconosciute e non siano mai (o quasi mai) ricompensate economicamente. Lo stesso accade nei mercati e nei negozi: le nostre spese quotidiane sono essenziali ai movimenti del sistema globale capitalista, che non andrebbe avanti senza di noi. Di conseguenza, noi vogliamo paralizzarlo e mostrare al mondo che noi, le donne, siamo essenziali e indispensabili a ogni cosa, ovunque.

Vogliamo bloccare il mondo intero dalle nostre diverse posizioni, con un approccio intersezionale. Noi sappiamo che ogni donna è diversa, perciò vogliamo farci carico di tutte le differenti realtà che impattano le nostre vite e lottare a partire da esse. Siamo migranti, studentesse, lesbiche, giornaliste, casalinghe, trans, artiste, lavoratrici autonome, dottoresse, avvocate e molto, molto altro… siamo tutte diverse, ma tutte vogliamo mettere in discussione le attuali dinamiche e gli assi di potere che soffocano il nostro mondo. Proprio per via di questa eterogeneità, sappiamo che organizzare un simile sciopero non è un processo facile, ma siamo determinate a lottare insieme in un modo comune, accogliendo la nostra pluralità sulla base di un reciproco riconoscimento. Vogliamo far sì che la resistenza di ognuna delle nostre sorelle nel mondo risuoni all’unisono in ciascuna di noi. L’8 marzo è una data importante per noi, ma il processo per arrivarci è stato ancora più importante perché ha dato a donne provenienti da paesi diversi, con pensieri, esistenze e prospettive diverse, la possibilità di incontrarsi e di unirsi in una lotta comune contro il patriarcato.  Siamo tutte insieme determinate a ottenere una vita migliore per tutte noi. Dopo questo grande, sicuramente indimenticabile giorno di empowerment, la lotta comune continua, la sfida sarà di rimanere connesse e di continuare a organizzarci, lavorare, creare, diventare più forti e costruire un futuro migliore, insieme.

 

Sostegno pubblico e sindacale

Come risultato del gruppo di lavoro dedicato al rapporto con i sindacati, i più grandi sindacati spagnoli (UGT, CCOO, CGT, CNT) stanno pubblicamente supportando lo sciopero. Questo è un fattore chiave che aiuterà le lavoratrici spagnole a conoscere i loro diritti rispetto allo sciopero e che, speriamo, condurrà a un maggiore successo dello sciopero. Tuttavia, è importante anche rimanere vigili per evitare che qualsiasi istituzione si appropri dello sciopero perché esso è delle donne. D’altro canto, è essenziale tenere in mente che un enorme numero di lavoratori spagnoli non lavorano a causa di un insostenibile e alto tasso di disoccupazione. Come sempre, questa situazione colpisce le donne in maniera più dura (il 18% delle donne spagnole non ha un lavoro, secondo l’Istituto Nazionale di Statistica), lo stesso dicono le statistiche relative alla povertà e alla precarietà generale e all’incertezza sul futuro. Anche per questo è importante che lo sciopero sia ugualmente orientato verso la cura, il consumo e gli studi e non si limiti al posto di lavoro.

Dai quartieri e dai mercati al web mondiale, dall’interno di cupi appartamenti alle strade soleggiate, dai problemi personali alla consapevolezza sociale, dal locale all’internazionale… dalla Spagna al mondo, auguriamo a tutte voi un 8 marzo 2018 potente e profondamente significativo.

 

Info e aggiornamenti

Marea Granate Feminismos – Femigrantes (facebooktwitter) è un collettivo transnazionale di migranti spagnole impegnate a tenere vivo il fuoco che gli indignati hanno accesso nel 2011 nelle piazze spagnole. Il nostro gruppo di lavoro femminista porta avanti diversi progetti legati alla pedagogia femminista e focalizzati sull’intersezione tra migrazione e femminismo. Informazioni in spagnolo riguardo le azioni nei diversi territori e altri materiali sull’8 marzo sono costantemente aggiornati sul sito di Hacia la Huelga Feminista. Il sito ospita anche una collezione «artivista», alla quale tutte le donne possono contribuire con le loro creazioni artistiche-attivistiche. Le informazioni sono anche condivise e aggiornate quotidianamente sulle nostre pagine facebook, twitter, instagram e youtube.

 

Puoi scaricare tutto il reader in inglese qui

L’introduzione in italiano qui

Il contributo dagli Stati Uniti d’America qui