DIRITTI

Il lato oscuro dell’estate

La stagione delle ferie e del relax è anche quella di tantissimi episodi di violenza sulle donne. Sessismo che produce violenze e morti atroci. Sessismo che si intreccia col razzismo e scarica sulla pancia di una donna incinta tutto l’odio di due giovani.

L’estate è per tutt* sinonimo di vacanze, relax, divertimento. Chi ha un lavoro va in ferie, chi se lo può permettere parte, tutto rallenta. Le stelle cadenti, il Ferragosto, la ricerca sfrenata di un po’ di refrigerio dal sole bollente…

C’è però un lato B del periodo estivo, una sorta di dark side fatto di tanti piccoli e grandi tasselli che, messi assieme, compongono un quadro che stride non poco con i selfie in spiaggia.

Ormai da anni, sappiamo infatti che l’estate fa da scenario a un’escalation di episodi di violenza nei confronti delle donne: aggressioni fisiche e verbali, stupri, femminicidi non vanno in vacanza ma sembrano moltiplicarsi di numero e in efferatezza.

Nelle ultime settimane abbiamo assistito al susseguirsi di notizie drammatiche, derubricate come di consueto a meri fatti di cronaca.

Mariti che uccidono mogli e figli per poi togliersi la vita; fratelli che fanno a pezzi le sorelle per poi spargerne i resti in diversi cassonetti; stupri di gruppo da parte di adolescenti nei confronti di coetanee; il tutto condito e accompagnato da una violenza da tastiera che non lascia vuoti né scampo nella vita pubblica e privata di ogni donna di cui il ‘caso Boldrini’ è solo uno tra i tanti.

Abbiamo già letto questi fatti nel quadro complessivo della violenza di genere come fenomeno strutturale, come regolatore dei rapporti interni alla società stessa. Come espressione di rapporti sociali, politici, economici altrettanto violenti e gerarchici, in cui l’autonomia e l’autodeterminazione delle donne ritornano a essere elementi sovversivi e da reprimere.

Ma in questa estate infuocata la violenza si articola nelle forme e nei contenuti, si intreccia a altra violenza.

È di due giorni fa la notizia di un’aggressione da parte di una coppia di ventenni ai danni di una donna originaria del Senegal al sesto mese di gravidanza. Gli elementi di drammaticità che caratterizzano l’accaduto sono molteplici, in questo caso, infatti, sessismo e razzismo si presentano a braccetto! La donna dopo essere stata derubata è stata malmenata, ripetutamente insultata e minacciata con frasi come: «ti facciamo abortire negra di merda». 

E allora ci chiediamo come sia possibile che un ragazzo e una ragazza così giovani esprimano con una violenza tanto inaudita, un odio così sconfinato. E perché nessuno è intervenuto a difenderla?

Questa è l’estate della criminalizzazione generalizzata del “nero”, potenzialmente terrorista e criminale, sicuramente parassita e usurpatore. Che sia quello che tenta di arrivare, che è appena arrivato, che vive qui da anni, che qui è nato. Questa, come raramente è accaduto prima d’ora, è l’estate dell’odio. Odio impastato di un senso deteriore e reattivo di comunità, che crea nemici interni e esterni. Odio che ricodifica la paura, cieca e incontrollabile (piazza S. Carlo a Torino ne è il segnale più evidente), in violenza: la canalizza, motiva, dirige verso un obiettivo estraneo su cui scaricarsi. E non è un caso che sia proprio Minniti a individuare nel governo della paura la sfida politica del prossimo decennio, e a farsene interprete e teorico di primissimo piano con i decreti Minniti-Orlando, con gli accordi Italia-Libia, con la rottura del patto tra ONG e Governo sulla gestione degli sbarchi. Misure legittimate dalla minaccia terroristica attuale ma con cui, ci sembra doveroso ribadirlo dopo i fatti di Barcellona, sono in aperta contraddizione.

Linee di separazione sempre più profonde attraversano le nostre città, marcano i nostri confini, chiudono gli spazi di autonomia e libertà.

È la gabbia della paura che dobbiamo tornare a rompere, costruendo legami di solidarietà e mutuo soccorso, intrecciando lotte differenti, rompendo l’isolamento e la frammentazione, rovesciando la paura in azione: questo è il portato più importante di un grande movimento globale come Ni Una Menos / Non Una Di Meno.

L’inverno è arrivato, prepariamoci a lottare.