ROMA

Il fascismo esiste e cerca di entrare nelle nostre scuole

L’aggressione neofascista al Liceo Mamiani di Roma è solo l’ultimo tentativo di penetrazione negli istituti della capitale. I collettivi reagiscono

Giovedì 10 marzo al Mamiami, lo storico liceo di via delle Milizie 30 a Roma, è avvenuto un attacco fascista durante il quale un ragazzo di 16 anni è rimasto ferito. 

Durante l’ingresso a scuola, mentre molti studenti stavano entrando nelle classi, un gruppo di una decina di ragazzi (alcuni liceali e altri no) si sono presentati per distribuire dei volantini riguardanti il conflitto tra Russia e Ucraina.

Si tratta di Generazione Popolare, un’organizzazione neofascista di Roma Nord, che da diversi mesi sta facendo un tentativo di entrare nelle scuole romane, con temi come il sovranismo europeo e una nuova forma (più dignitosa) di femminismo.

Racconta Giovanni, un ragazzo dell’ultimo anno del liceo, nonché componente del Collettivo Autorganizzato Mamiani: «io, con qualche altro membro del collettivo, abbiamo loro chiesto di andarsene provando a spiegar loro che la nostra scuola rifiuterà sempre e comunque le loro idee e che storicamente il Mamiani è stato è e resterà sempre una roccaforte di Roma nord dell’antifascismo militante».

È importante ricordare, infatti, che il liceo sito nella zona residenziale di Prati è stato tra quelli che nel ’68 ha dato vita all’ondata di occupazioni che poi si è diffusa in tutta Italia. Un liceo storicamente di sinistra, oltre che un luogo di cultura dove ideali come l’antifascismo devono essere insegnati e rispettati all’ordine del giorno.

Una veloce escalation ha spinto le persone coinvolte a passare velocemente dalle offese a un’aggressione fisica. Continua Giovanni: «A quel punto sono partite le prime spintarelle e dopo dieci secondi, essendo loro in una decina, si sono sentiti in potere di usare le mani vere. A quel punto l’unica difesa era l’attacco: abbiamo reagito e li abbiamo cacciati. Ma un ragazzo di sedici anni, appartenente al nostro collettivo, che stava provando ad aiutare un suo amico bloccato da due di loro durante la cacciata, è stato colpito violentemente al volto: nove giorni di prognosi».

Un’aggressione violenta, quindi, ha interrotto il normale svolgimento della settimana scolastica del Mamiani, ma i giovani e le giovani del collettivo hanno le idee chiare sull’accaduto: «Ci siamo sentiti in dovere di rispondere anche con le cattive dinanzi alla loro aggressione prima verbale e poi fisica; abbiamo dovuto cacciarli. Ci teniamo a sottolineare, però, che la violenza in qualunque sua forma non sarà mai compatibile con i nostri ideali, a differenza loro, e che la riteniamo giustificata solo nel caso di difesa. Certe cose non possono più essere tollerate».

Battaglia quotidiana per gli studenti e le studentesse del Mamiani; infatti, non è la prima volta che organizzazioni fasciste cercano di avvicinarsi alla comunità scolastica di quel liceo. Sono stati diversi gli episodi negli ultimi anni e mesi in cui l’attrito ha portato a confronti e scontri.

Giovanni, infatti, ha continuato: «Questo episodio è uno dei tanti. Sicuramente, il più significativo è stato quello durante l’ultima sera dell’occupazione dell’anno passato quando sono arrivati [i gruppi neofascisti ndr] con dei bastoni e hanno lanciato dentro al cortile, il quale affaccia su una strada, un petardo. Anche la scorsa settimana, probabilmente Azione studentesca, ha strappato di notte lo striscione contro la guerra che avevamo appeso e si è presentata a volantinare il giorno dopo; con un atteggiamento provocatorio, certo, ma di sicuro più pacifico rispetto a quello di giovedì».

Eppure, questo scontro non si attua solo al liceo Mamiani, tanto che sono diverse le scuole della Capitale a trovarsi costrette a fronteggiare questo tipo di presenza: «Sul piano cittadino, in questi ultimi due anni abbiamo visto un tentativo di espansione di queste organizzazioni neofasciste non solo nella nostra scuola; sono presenti, infatti, con volantinaggi e, in alcuni casi, anche aggressioni verbali anche al Russel, al Darwin e al Colonna [altre scuole superiori della capitale, ndr]»

Diventa impossibile, dunque, non chiedersi che ruolo ha l’istituzione scolastica a fronte di queste vicende. Giovanni ci racconta che all’interno del Liceo Mamiani c’è sempre stata molta solidarietà da parte della preside nei confronti della posizione antifascista assunta dal loro collettivo, anche se espressa privatamente e a parole.

Infatti, è successo più di una volta che lei stessa abbia invitato gli studenti a non reagire alle aggressioni fasciste, cercando di contingentare la violenza tra gli studenti e le studentesse, senza mai esporsi troppo.

D’altro canto, appare chiaro come la gestione politica della scuola sia totalmente lontana dall’idea di una formazione culturale trasversale, che possa educare gli studenti non solo a una realtà antifascista, ma anche ecologista e transfemminista.

Dopo due anni di pandemia, gli studenti vivono con pesantezza l’assenza di attenzione delle istituzioni per quel che riguarda la sicurezza all’interno degli stage, un’adeguata gestione pandemica o un’approfondita educazione civica e sessuale.

Tutti elementi che, per quanto concernenti aspetti differenti della società, si legano indissolubilmente tra loro, evidenziando le lacune che la formazione sta avendo sulle generazioni più giovani.

Diventa importante che anche le istituzioni si prendano la responsabilità di promuovere valori come l’antifascismo, l’antirazzismo e l’antisessismo nelle aule, prendendo chiara posizione a fianco di chi ogni giorno contrasta le spinte neofasciste nei luoghi di cultura come la scuola. Esattamente come i ragazzi che giovedì hanno difeso la loro scuola da un’ideologia polverosa ed estremista come il fascismo.

Conclude Giovanni: «Ci teniamo a ribadire che la propaganda fascista non verrà mai tollerata e risponderemo sempre con l’antifascismo militante che ci contraddistingue, come Mamiani e come Lupa Scuole in Lotta». Ieri è stato chiamato un presidio antifascista e un’assemblea pubblica alle 15,00 proprio davanti al Mamiani. Un altro, importante, segnale che la scuola è e deve continuare a essere un luogo libero dall’odio e dalla violenza.

Immagine di copertina pagina fb Collettivo autorganizzato Mamiani