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«È il corpo di Santiago». E l’Argentina scende in piazza: lo Stato è responsabile

Venerdì sera la famiglia ha riconosciuto il corpo trovato nel fiume Chubut: è di Santiago Maldonado. Appena diffusasi la notizia sono partite immediatamente mobilitazioni spontanee a Buenos Aires e in altre città. Sabato pomeriggio decine di migliaia hanno raggiunto Plaza de Mayo per esigere verità e giustizia per Santiago.
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Venerdì sera [20 ottobre, ndr], purtroppo, è arrivata la conferma definitiva da parte della famiglia che il corpo ritrovato nel fiume Chubut, in Patagonia, vicino a una counità Mapuche, appartiene a Santiago. Subito dopo la notizia del riconoscimento, attorno alle 8 di sera argentine, migliaia di persone si sono riunite in plaza de Mayo. Da lì, dopo un paio d’ore, è partito un corteo diretto al Congresso al grido di “Dimissioni per il ministro della sicurezza Bullrich”, “Verità e giustizia per Santiago!” e “Responsabile è lo Stato”.

Si è anche mantenuto per tutta la notte un presidio notturno di fronte alla casa presidenziale. Mobilitazioni anche in altre città del Paese. Nella città dove Santiago si era trasferito a vivere, El Bolsòn, in Patagonia, la polizia ha caricato violentemente la manifestazione. A fronte della gogna mediatica, delle falsità e delle menzogne diffuse per oltre due mesi, le piazze esigono verità e giustizia, ma anche rispetto, come chiesto dal fratello di Santiago, Sergio, che ha attaccato duramente Macri e il suo governo, dopo la telefonata pre-elettorale del presidente, con un numero privato, alla madre di Santiago. “Mi fa schifo qusta telefonata, dopo 80 giorni in cui chiediamo verità e giustizia, e il governo non ci ha mai chiamati ma piuttosto ci ha perseguitato e attaccato. Dovrei stare vivendo con la mia famiglia il dolore per la morte di Santiago, e invece mi costringono a parlare con la stampa per smentire le menzogne che continuano a dire sui media” ha detto il fratello di Santiago, che oggi ha scritto una lettera aperta al fratello, in cui afferma “ovunque tu sia, continua ad essere Santiago. Sento tristezza, angustia, dolore, rabbia ed orgoglio di essere tuo fratello. Spero che tutti i colpevoli paghino per quello che ti hanno fatto e che tu possa riposare in pace. Per te, e per sempre. Ti voglio molto bene”.

Sabato 21 in decine e decine di migliaia, come vedete nella foto, sono scesi in piazza a seguito della convocazione dell?Encuentro Memoria, Verdad y Justicia, e un boato ha fatto tremare il centro di Buenos Aires, poche ore prima delle elezioni legislative: “Santiago Maldonado presente, ahora y siempre”. Una enorme manifestazione in Plaza de Mayo, a Buenos Aires, per vivere collettivamente la rabbia e il dolore come foza capace di abbracciare la famiglia e denunciare le responsabilità del governo, a Buenos Aires come in altre decine e decine di città in cui si sono tenuti cortei, presidi e mobilitazioni in tutta l’Argentina. Per Santiago. Per la democrazia, la verità e la giustizia. Per il diritto alla terra del popolo Mapuche, per il rispetto della diversità culturale, contro l’odio razzista e la privatizzazione delle terre appartenenti ai popoli indigeni. Perchè non ci siano mai più desapariciones, per farla finita con l’impunità della Gendarmeria e dello Stato. Perchè il cammino per ottenere verità e giustizia, è ancora tutto da costruire, con la lotta e la mobilitazione popolare: solo grazie a questa enorme forza di mobilitazione che le piazze e le strade dell’Argentina conoscono ormai da anni, si possono ottenere verità e giustizia.

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