ROMA

I muri di Roma contro il business sull’accoglienza

Nella notte della vigilia dell’apertura del processo Mafia Capitale, sono apparse a Roma diverse scritte in luoghi legati al sistema d’accoglienza. Riceviamo e pubblichiamo il comunicato.

In occasione dell’apertura del processo “Mafia Capitale” sui muri di Roma sono apparse delle scritte davanti alle sedi di due cooperative che si occupano di accoglienza, in via Renzo da Ceri e in Via Pomona, e davanti all’ufficio immigrazione del comune di Roma. Queste recitano versi di De Andrè per ricordare a tutti quelli che in quel ”Mondo di mezzo” ci hanno sguazzato, che erano e restano, in maniera più o meno diretta, coinvolti allo stesso modo nello sfruttamento dei lavoratori e dei migranti. E che quando avviene che le persone sono considerate come merci, i profitti si rivelano per quello che sono: crimini contro l’intera società.

I cittadini e i lavoratori di questa città sono stufi di vedere denaro pubblico finire nelle casse delle cooperative che si arricchiscono sulla pelle di chi lavora e di chi vive nei centri, invece di essere usato per facilitare percorsi veri di inclusione e autonomia.

Le logiche del capitale non possono più essere il motore del settore sociale, la massimizzazione dei profitti non collima con il dare un servizio di qualità, gli appalti al ribasso e la localizzazione dei centri nelle estreme periferie e in situazioni di sottorganico lavorativo fanno si che questo sistema crei “mondi di mezzo”, fatti di marginalità e precariato.

Finchè questo sistema non cambierà continueranno ad apparire scritte e poesie sui muri di questa città, che da Pasquino ad oggi di malefatte ne ha viste tante, ma che continua a raccontarle e scriverle sui muri.