ROMA

Hotel Capannelle: protesta contro le discriminazioni omofobe a un lavoratore

Presidio e volantinaggio in solidarietà a un ragazzo di 36 anni, vessato per mesi e poi licenziato. L’azienda respinge le accuse

Questa mattina, alcune decine di attiviste e attivisti hanno manifestato davanti all’Hotel Capannelle, un quattro stelle che si trova nel quartiere Statuario, a Roma. La protesta è scattata per dimostrare solidarietà ad Alessandro (il nome è di fantasia, ndr), un ragazzo di 36 anni che nei mesi passati ha subito pesanti vessazioni e discriminazioni dovute al suo orientamento sessuale e culminate nel licenziamento.

Alessandro ha raccontato alle tre organizzazioni che sostengono la protesta – le Camere del Lavoro Autonomo e Precario (CLAP), il laboratorio Infosex e il collettivo Degender-Communia – delle violenze verbali, psicologiche e delle minacce fisiche subite sul luogo di lavoro a partire dall’inizio del 2016. Insulti, offese, umiliazioni da parte di superiori e, purtroppo, anche di diversi colleghi, terminati con un licenziamento senza giusta causa.

Norberto D’Alessandro, amministratore della società Reginal, di cui fa parte l’hotel Capannelle, ha negato ogni accusa e, intervistato da Repubblica, scaricando la responsabilità della fine del rapporto di lavoro proprio sul ragazzo.

Sul licenziamento si pronuncerà un giudice l’8 novembre prossimo. Alessandro è assistito dalle Camere del Lavoro Autonomo e Precario. Le attiviste e gli attivisti scesi in piazza oggi, però, non hanno dubbi: «Alessandro è stato pesantemente discriminato per anni. È inaccettabile. L’azienda deve rispondere di questo, reintegrarlo e risarcirlo dei danni subiti. Purtroppo sappiamo bene come il sessismo, l’omofobia, possano essere strumenti di ricatto, tanto violenti quanto ‘efficaci’. Ma Alessandro ha alzato la testa, noi siamo con lui. Sessisti e omofobi dovrebbero essere cacciati dai posti di lavoro, non chi è stato offeso».

Durante il volantinaggio del testo che pubblichiamo in basso, all’interno dell’hotel si stava svolgendo un incontro della Filcams Cgil (la categoria che organizza e rappresenta i lavoratori del commercio). «I rappresentanti sindacali si sono dimostrati interessati a questa vicenda e hanno promesso approfondimenti. Adesso speriamo che prendano parola pubblicamente, perché è necessario contrastare in maniera determinata ogni forma di discriminazione e violenza sessista come quelle ripetutesi all’interno di questa struttura alberghiera purtroppo», ha detto un’attivista delle CLAP.

Il volantino distribuito questa mattina.

IN QUESTO HOTEL ALBERGA L’OMOFOBIA!

Mesi e mesi di vessazioni, di violenze verbali e psicologiche, di minacce, di offese, di umiliazioni da parte di superiori e colleghi sono stati la terribile quotidianità lavorativa di un giovane dipendente di questo albergo. La sua “colpa”? Essere gay.

Nonostante questo “clima” violentemente discriminatorio volto a isolarlo e a spingerlo alle dimissioni, il dipendente ha continuato per lungo tempo a prestare con professionalità la propria attività a supporto della clientela. Tuttavia l’intolleranza omofoba non si è fermata, al contrario, ha visto un’escalation che ha portato al suo licenziamento.

Siamo dunque qui a denunciare pubblicamente quanto accaduto tra le mura di questo luogo, a manifestare il nostro sostegno, la nostra solidarietà, amicizia e vicinanza a chi è stato colpito e offeso nella sua dignità personale e lavorativa.

Non solo, siamo qui per dire che questo non deve più accadere, che il lavoratore deve essere reintegrato e risarcito dei danni subiti e che fuori dai luoghi di lavoro deve esserci chi molesta, discrimina e semina odio.

Troppo spesso le persecuzioni sessiste nei posti di lavoro vengono taciute, nascoste, minimizzate, se non addirittura ridicolizzate, invece sono una potente arma di discriminazione, ricatto e violenza psico-fisica.

Ma noi non accettiamo intimidazioni! Continueremo a essere nelle strade, nelle piazze e in tutti i luoghi in cui sessismo e trans-lesbo-omofobia avvelenano i rapporti di lavoro e le relazioni interpersonali. Combattiamo per una società diversa, libera dalla violenza di genere e dallo sfruttamento.

Un torto fatto a un* è un torto fatto a tutt*!

La solidarietà è un’arma!

Guai a chi ci tocca!

CLAP_Camere del Lavoro Autonomo e Precario

Laboratorio INFOSEX

Collettivo di genere DEGENDER_COMMUNIA