ROMA

«Molto più di Zan» le immagini dalla piazza di Roma

Gallery fotografica di Lisa Capasso dalla Piazza Santi Apostoli a Roma, animata da tantissime persone, collettivi, contro la violenza omo-lesbo-bi-trans-intersex-afobica

Una galleria fotografica  per descrivere con la potenza delle immagini, il presidio a piazza Santi Apostoli a Roma, lanciato da Prisma Collettivo Lgbtqia+ Sapienza, insieme a Non Una di Meno Roma, Degender Communia, Link, Rete della Conoscenza, Unione degli Studenti Roma, Marielle – Collettivo Femminista e Lgbtqia+ Roma Tre, Circolo Mario Mieli, Associazione Famiglie Arcobaleno, Libellula e molti altri.

A poche centinaia di metri era in corso il presidio del family day, espressione della violenza più retrograda e bigotta che ancora trova sponda nelle istituzioni. A Piazza Santi Apostoli, invece, una piazza colorata, animata da tant* giovanissim*, con cartelli, striscioni, glitter, ombrelli rossi simbolo delle sex work, musica e tanti interventi per ribadire che la proposta di legge Zan sulla necessità di misure di contrasto alla violenza omo-lesbo-bi-trans-intersex-afobica e al sessismo, è un punto di partenza per liberarsi della violenza di un sistema omotransfobico ma non dovrà diventare “un gioco al ribasso sulle nostre vite”.

 

Galleria fotografica di Lisa Capasso:

 

 

Il presidio chiede molto più di del ddl Zan, ricordando altri percorsi che sono rimasti limitati nella proposta parlamentare. Lo slogan del presidio, a Roma, come nelle numerose città che sono scese in piazza questi giorni, è “molto più di Zan”, ricordando altri percorsi che sono rimasti limitati nella proposta parlamentare. Molto più di Zan perché serve una rivoluzione culturale più forte, senza farsi dettare la linea dal parlamento.

Dalla piazza il discorso è chiaro: «noi siamo qui, non vogliamo essere tollerate, o integrate in un sistema fatto di privilegi; noi vogliamo la distruzione di tutti questi privilegi, di tutte le oppressioni. Vogliamo combattere le norme eteropatriarcali che ci opprimono in ogni luogo. Siamo qui per dire che la lotta per la nostra liberazione deve essere necessariamente intersezionale e condivisa, si interseca con quella delle persone non bianche, delle migranti, delle persone con con abilità differente e di tutte le persone che vengono lasciate indietro dal sistema eteropatriarcale e capitalista».