POTERI

Essi vivono: Smorza-Italia

Con la scusa di razionalizzare gli incentivi si stimolano irresponsabilmente flessibilità e deportazione dei cervelli.

In cosa differisce un paese civile da un paese incivile? Nel secondo si caricano i poveri su un barcone, li si fa pagare due o tremila dollari a cranio fra spese di viaggio e tangenti alla guardia costiera e via per il Mediterraneo. Nel primo –e apprezziamo la differenza– si mandano via in treno braccia e cervelli superflui con due o trecento euro di sussidio, secondo la percorrenza, per un colloquio di lavoro all’estero, da seicento e milleduecento se accattano il posto e tolgono il disturbo trasferendosi. Per carità, il provvedimento che il governo Letta proporrà a livello europeo, integrandolo con i già esistenti Erasmus for all e Your first Eures Job, è, appunto, di livello europeo, vale per qualsiasi paese d’Europa, per un italiano che vuole andare in Danimarca (1200 €) o nella più sfigata Bulgaria (600 €), ma anche per gli innumeri nordici che anelano a trasferirsi per lavoro in Calabria o Sardegna (940 €). La legge, ricordiamo il motto di Anatole France, fa divieto imparziale a ricchi e poveri di dormire sotto i ponti.

Fin qui sarebbe il solito giochino di Letta: promesse aggratis oppure misure già prese e finanziate altrove, insomma fare il frocio con il culo degli altri –per dirla un po’ greve. Sullo stesso piano dell’utilizzo dei fondi europei per l’occupazione nei primi mesi dopo la laurea: un lavoro d’agenzia, non uno stanziamento sul bilancio nazionale.

Sempre in modo vago cominciano però a delinearsi interventi autoctoni. Revisione a costo zero della legge Fornero, nel senso di ridurre la pausa obbligatoria prevista dalla legge tra un contratto e l’altro. Per almeno due anni, e comunque fino all’Expo 2015, il periodo che deve intercorrere tra un’assunzione e l’altra potrebbe essere ridotto a 10-20 giorni. Per non scoraggiare il lavoro a tempo determinato con vincoli troppo rigidi si incrementa la flessibilità dei contratti: così, quando tornerà un po’ di lavoro (il miracolo del ritorno a positivo del Pil) si potranno sfruttare i precari di più e più a lungo. Si è trovato un miliardo di euro, prelevandoli dai soliti fondi europei destinati al Mezzogiorno e che si è stati incapaci di spendere. Una partita di giro per le aziende locali, attraverso la concessione di 500 milioni di euro per crediti d’imposta (sgravio sui contributi) per 50.000 nuove assunzioni a tempo indeterminato, non (Dio scampi) per la trasformazione dei contratti da tempo determinato a indeterminato, che darebbe il cattivo esempio. 200 milioni andrebbero a stages di sei mesi per circa 60.000 giovani, retribuiti con la favolosa cifra di 500 € (lordi) al mese, il resto per cooperative, imprenditoria giovanile e servizi per l’impiego –bisogna pur distribuire qualche mancia agli amici.

Riassumendo: più flessibilità in generale e qualche incoraggiamento alle imprese meridionali che abbiano proprio bisogno di assumere. Ma perché dovrebbero accontentarsi di briciole per questo solo anno fiscale, quando hanno una disponibilità illimitata di brevi contratti a termine a getto continuo? In regioni, poi, dove il lavoro nero e l’intermediazione camorristica e mafiosa sono una vera rarità…

A Roma si chiamano “smorzi” i luoghi dove un tempo si spegneva (“smorzava”) la calce viva. Con il cambiamento delle tecnologie sono diventati magazzini all’ingrosso di materiali edili assortiti (ce n’è una quarantina) e negli ultimi anni sono anche i luoghi di concentramento, all’alba, dei lavoratori edili a giornata, pronti ad essere assunti dai caporali, dai piccoli imprenditori e perfino dai privati per lavori minuti dio ristrutturazione. Prima della crisi spuntavano fino a 50 € al giorno, adesso si accontentano di 20. I clandestini fanno ancor meno storie. Certo, qualcuno (specie il primo giorno di lavoro) ci lascia la pelle, ma per fortuna il governo Letta ha varato un decreto per la semplificazione che riduce i controlli anti-infortuni per le gestioni a breve termine e i sub-appalti, così incidentarsi o morire sarà più facile e pure legale. Flexibility senza security, mica quelle stronzate della flexicurity, roba per danesi ricchi, vacci a lavorare che ti diamo pure un contributo di 1200 €…

Ecco, le misure per il lavoro giovanile e per la semplificazione sono un grandioso “smorzo” diffuso per abbassare il costo del lavoro su tutta l’area nazionale e in particolare nelle zone in cui il fenomeno del lavoro nero va già alla grande. Decreto Smorza-Italia, visto che anche nella terminologia si perpetua il retaggio dell’èra Monti. Servirà a poco, visto che la crisi già assolve a questo ruolo. Speriamo che fallisca anche il progetto metaforico di “smorzare” la calce viva, la ribellione che dilaga nel resto del mondo e qui cova sotto la cenere.