ROMA

Disobbedire per restare umani. Ci vediamo sabato 23 febbraio

Trovare pratiche e forme di disobbedienza alle spietate politiche del governo in tema di immigrazione è quanto mai necessario. La Rete Restiamo Umani lancia una assemblea pubblica per discuterne assieme

La rete Restiamo Umani lancia un momento di confronto aperto attraverso un’assemblea pubblica sabato 23 febbraio a Communia, via dello Scalo San Lorenzo.

Lo scorso 25 gennaio a piazza dell’Esquilino, al presidio che abbiamo convocato come rete, più di 300 persone hanno manifestato contro la politica spietata del governo giallo-verde che in quei giorni teneva in ostaggio 47 persone a largo di Siracusa. A partire dalla radicalità emersa in quella piazza che ha disobbedito compatta alla Legge Salvini muovendosi verso il Viminale, come rete Restiamo Umani vorremmo lanciare un momento di dibattito e confronto.

È evidente che davanti alla barbarie quotidiana delle politiche del governo attuale una reazione è quantomai necessaria. Molteplici sono stati gli appuntamenti in tante parti di Italia in questi mesi. La bellissima iniziativa di domenica 17 febbraio a piazza Vittorio, organizzata dai genitori della scuola Di Donato, è stato uno splendido esempio di quello che è necessario in questo paese.

Ci sono stati tanti esempi simili in queste ultime settimane, dalla partecipata manifestazione a piazza Montecitorio di lunedì 28 gennaio, allo “sciopero alla rovescia” degli studenti del Liceo Amaldi di Tor bella Monaca, fino al movimento Non Una di Meno che sta costruendo lo sciopero dell’8 marzo in una prospettiva antirazzista e intersezionale.

Questi sono importanti segnali in una città che apparentemente sembrava aver perso lo storico spirito solidale e antirazzista sotto le bordate gialloverdi del governo e della giunta comunale, ma che in realtà sappiamo essere ben radicato nei quartieri e nei luoghi sociali come scuola e università.
Consapevoli delle differenze, vorremmo discutere insieme per condividere idee, pratiche, strumenti e forme di disobbedienza all’attuale governo della paura.

Sulla scia di Genova, Napoli, Milano, Palermo, Catania, Siracusa, Riace e la Val di Susa vorremmo che anche Roma alzi la testa e mostri orgogliosa il lato umano e antirazzista.

Pensiamo che sia quanto mai necessario in questo momento condividere pratiche di disobbedienza e promuovere alternative che vadano oltre la semplice messa in rete di quanto già esiste in termini di interventi di solidarietà.

Per non cedere alla barbarie, abbiamo bisogno di una risposta collettiva per restare umani.