ROMA

«Dalla parte di chi vive l’emergenza abitativa a Roma»: verso il corteo nazionale di sabato

Questa mattina, in via Giolitti si è tenuta una conferenza stampa congiunta di Asia Usb e Blocchi Precari Metropolitani (Bpm): oltre a lanciare la manifestazione nazionale prevista per sabato, sindacalisti e rappresentanti dei Movimenti per il diritto all’abitare, si sono soffermati su una vicenda che riguarda proprio la strada adiacente la stazione Termini

«Siamo qui tutte e tutti per denunciare e sanzionare il comune di Roma per l’atteggiamento nei confronti degli abitanti e degli inquilini di via Giolitti e per il tipo di gestione di questi palazzi, che fanno parte del patrimonio pubblico di Roma Capitale», ha esordito Fabio di Asia Usb. Infatti, gli edifici sono al momento abitati da inquilini, famiglie e singoli, «sotto attacco da parte del comune di Roma».

La delibera 133 del 6 luglio 2018, poi dichiarata illegittima dalla magistratura che ne attende una riformulazione, mette all’asta i canoni di locazione, lasciando agli inquilini solo il diritto di prelazione. Secondo il sindacato, ciò rende concreto il rischio di speculazione sul patrimonio pubblico, in una zona centrale della città.

«Coloro che dovrebbero garantire il bene della comunità, coloro che dovrebbero tutelare i coinquilini», insiste Fabio: «In realtà li attaccano, cercando di farli andare via in nome del profitto, in una città che subisce sempre più i processi di gentrificazione, ossia di sfollamento dei centri storici a scapito delle fasce popolari».

Anche Margherita dei Bpm si è espressa in termini simili al megafono, mentre curiosi e passanti si fermavano ad ascoltare: «Io credo che la vicenda di via Giolitti sia emblematica di ciò che non bisognerebbe fare. Parla per noi il portone di questo palazzo: ci sono già cinque/sei insegne di bed & breakfast. Purtroppo è questa la città che si vuole creare, è questa l’idea di città che c’è, dove gli inquilini non hanno più diritto a vivere».

La questione degli appartamenti per turisti e degli affitti brevi appare centrale in tutta la vicenda. Esplorando la mappa della capitale offerta dal portale Inside Airbnb si scoprono quasi trentamila annunci, il 64% dei quali è rappresentato da case o appartamenti interi e soltanto lo 0,8% invece da camere condivise. Nel primo municipio, di cui fa parte anche via Giolitti, sono ben 14953 le offerte.

«Succede che nel 2020 poi arriva la Covid-19 e i turisti non arrivano più. La città dunque si svuota e il centro diventa lo spettro di se stesso, mettendo in crisi anche tutto il sistema economico che ruotava intorno a quel modello malato, dopato», prosegue Fabio nel suo intervento: «Purtroppo l’ente che dovrebbe cercare di contrastare lo svuotamento del centro storico invece attua politiche, a suon di delibere, per favorirlo».

Secondo Fabio, nell’ottica della ripartenza successiva alla lunga crisi pandemica, c’è bisogno di una riflessione sul tema abitativo: «Roma versa in uno stato di emergenza abitativa cronica, più che ventennale. Bisogna allora aprire un dibattito serio su che tipo di città la prossima sindacatura vuole esprimere». Per il sindacalista Usb le opzioni sono due: «Una città con le case popolari allontanate dal centro storico, con la popolazione spinta sempre più verso le nuove periferie, carenti di servizi, o una città attenta ai bisogni dei cittadini».

Per Margherita, invece, la strada delineata dal Piano di ripresa e resilienza (Pnrr) lascia poco spazio alla speranza: «Il Pnrr non contiene una parola sulla questione degli sfratti, degli sgomberi e dei pignoramenti. In compenso traccia per Roma un percorso che è fatto solo di ripresa del turismo».

Non per questo la lotta si ferma però. «L’esempio da seguire è il percorso che si sta svolgendo su viale del Caravaggio dove con la determinazione e la lotta di chi in questi anni non ha accettato di piegarsi al ricatto della rendita ci sarà la possibilità di accedere a degli alloggi, proprio a quegli alloggi che vengono spregiativamente definiti di risulta, ma di risulta vuol dire che erano case popolari inutilizzate», afferma Margherita:«Il patrimonio non va venduto o svenduto, ma va utilizzato. Bisogna tassare il vuoto, bisogna andare a colpire gli interessi della vendita, bisogna regolare la questione di Airbnb e del turismo».

La conferenza stampa si chiude sotto il sole rovente con gli annunci dei prossimi appuntamenti della lotta per il diritto all’abitare. «Noi diremo tutte queste cose al Ministero delle Infrastrutture nella manifestazione del 26 e nelle interlocuzioni istituzionali che si produrranno», ripete Margherita.

Ma la mobilitazione nazionale non è l’unico momento di confronto e scontro con le istituzioni atteso per i prossimi giorni, come conferma ancora Margherita: «In questi giorni saremo impegnati in diversi picchetti anti-sfratto e anti-sgombero che ci vedranno protagonisti proprio a difesa delle famiglie che in questo momento corrono dei rischi o che sono state truffate da quelle stesse istituzioni che avrebbero dovuto proteggerle».

Domani, giovedì 24 giugno, i Blocchi Precari Metropolitani e altre realtà solidali saranno a, già dalle ore otto del mattino, in via Silvio Latino «per difendere 23 persone che hanno rigenerato autonomamente un vecchio stabile di proprietà delle ferrovie che le avevano abbandonato al degrado e ora rischiano di essere buttate fuori con i bambini».

Venerdì, invece, il ritrovo è a Monte Stallonara, in sostegno di Marco, «truffato dentro quel grande progetto dei Piani di zona che a sentire le istituzioni poteva garantire per tutti l’accesso alla casa, l’accesso alla proprietà e che per migliaia di persone in questa città si è trasformato in un incubo».

Foto di Nicolò Arpinati