ITALIA

Cosenza, nuova occupazione abitativa sfida Minniti

Nella città del sud Italia è stato occupato un hotel abbandonato per dare casa a decine di persone. Si tratta del primo caso dall’emissione della circolare Minniti che impone lo sgombero immediato delle nuove occupazioni

Il comitato Prendocasa alza il tiro. Questa mattina decine di persone hanno occupato l’edificio dell’Hotel Centrale sul viale Mancini, a pochi passi dai locali della movida. Famiglie cosentine e migranti hanno preso possesso dell’immobile vuoto, da anni al centro di tormentate vicende giudiziarie.

Salgono così a 6 le occupazioni a uso abitativo in città. Quella di oggi ha un valore politico e sociale enorme, perché è la prima su tutto il territorio italiano dalla scorsa estate, quando il ministro dell’Interno Minniti ha diramato una circolare che di fatto impone lo sgombero immediato e l’uso della forza nei confronti di nuove eventuali occupazioni.

“Marco Minniti è stato l’ultimo alfiere, contro chi vive in condizioni di povertà, precarietà e sfruttamento. Migliaia di uomini e donne, in tutta Italia, convivono ogni giorno con il dramma dell’emergenza abitativa”, si legge in una nota di Prendocasa.

Impietosi i dati forniti sul disagio dei senza-casa nel territorio: “8 milioni e mezzo di case e appartamenti sottoutilizzati, di cui quasi 7 milioni effettivamente vuoti. A Cosenza, nello specifico, ci sono oltre 20mila stanze vuote (500mila in Calabria) che potrebbero tranquillamente risolvere il bisogno abitativo di migliaia di persone, mentre in provincia ogni anno avvengono oltre 1200 sfratti. Nella nostra regione, 1 alloggio su 4 è vuoto o sottoutilizzato”. Sotto accusa il presidente della Regione Calabria Mario Oliverio e l’assessore alle Infrastrutture Roberto Musmanno: “Attraverso i bandi per l’edilizia sociale hanno regalato milioni di euro pubblici ai soliti noti sedicenti costruttori, reali palazzinari. E che dire dei quasi 150 milioni di euro dei fondi Ex Gescal, destinati all’edilizia residenziale pubblica e letteralmente scomparsi”.

Parole di fuoco anche nei confronti del proprietario dell’immobile, Mimmo Barile, nel settembre scorso arrestato per il reato di bancarotta fraudolenta nell’ambito di un’inchiesta per il fallimento di una società operante nel settore alberghiero. Barile in passato ha usufruito di fondi pubblici per ristrutturare l’immobile occupato stamattina.

Foto di Giacomo Greco

Articolo pubblicato su inviatodinessuno