ROMA

CLAP and GO! Il Festival del lavoro vivo

Torna il Festival delle Camere del Lavoro Autonomo e Precario: la sua terza edizione, itinerante, sempre alla rincorsa di diritti e reddito. Da giovedì 8 ottobre a venerdì 6 novembre presso Esc Atelier autogestito, Giardino Popolare (Genzano), Casale Garibaldi, Loa Acrobax.

Intanto il mondo è cambiato: la pandemia uccide senza sosta da quasi un anno; alla crisi sanitaria si è accompagnata quella economica, con il «cataclisma occupazionale» che sta colpendo in particolare, neanche a dirlo, il lavoro precario. Giovani, donne, migranti: su di loro si era già accanita la crisi finanziaria del 2008 e quella – in prevalenza europea – dei debiti sovrani, nel 2012; sono loro che, a partire dal lockdown, hanno in tante e tanti perso il lavoro – spesso a termine o in nero, sempre pagato poco, per la maggior parte senza diritti. Ed è contro i disoccupati che infuria la violenza delle classi dirigenti, con la mannaia moralizzatrice che nel disoccupato vede un colpevole, ben che vada un parassita.

 

Intanto le Camere del Lavoro Autonomo e Precario sono cambiate. Le tante battaglie che si sono susseguite negli anni, dalla Sanità alle Società in house dei Ministeri, hanno reso possibile un’estensione organizzativa e territoriale importante, decisiva per far fronte alle sfide che il Covid-19 sta imponendo.

 

Fare sindacato, oggi più che mai, significa tutelare il lavoro che tutele non ne ha, pretendere ovunque salari dignitosi, conquistare un welfare effettivamente universale. Ma vuol dire anche comprendere il disagio che attraversa la società tutta, e che dunque segna il lavoro vivo in generale. Didattica a distanza e smart working hanno completamente sconvolto la nostra vita, appesantendo ulteriormente le donne, sulle quali continua a gravare il lavoro di cura e domestico. La consueta frammentazione degli ammortizzatori sociali, le misure una tantum previste dalla decretazione economica d’urgenza, hanno visto escluse le figure più fragili. Ora che si torna a scuola e in ufficio, mentre tutto segnala che presto esploderà una seconda ondata di contagi, difendere la salute di chi lavora sarà obiettivo prioritario.

 

 

Intanto l’Europa è cambiata. Causa l’inedita crisi economica e occupazionale, finalmente si sta affermando una politica fiscale comunitaria. 209 miliardi, tra prestiti a fondo perduto o con tassi agevolati, arriveranno in Italia nei prossimi anni. Consentendo per la prima volta dall’ingresso nell’euro politiche pubbliche espansive, dalla digitalizzazione alla conversione ecologica, ma soprattutto il rilancio delle istituzioni del welfare: istruzione, sanità, previdenza. Fare sindacato oggi, allora, significa battersi per il potenziamento della pubblica amministrazione, per la stabilizzazione dei precari e per l’internalizzazione di chi lavora in regime di esternalizzazioni. Saranno ben spese, le risorse europee, se cancelleranno la piaga del lavoro pubblico senza tutele, di quello in appalto e mal pagato; nello stesso tempo, se rafforzeranno il Reddito di Cittadinanza, estendendo la platea dei beneficiari ed eliminando la condizionalità, l’impianto familistico, la discriminante razzista.

 

Cambia allora anche il Festival. Sarà itinerante, coinvolgerà cioè le quattro sedi che, a Roma e presso Genzano, articoleranno l’intervento sindacale e mutualistico delle Camere del Lavoro Autonomo e Precario.

 

 

Durerà un mese, quattro saranno i principali momenti di dibattito, che saranno accompagnati da eventi artistici (ovviamente nel rispetto del distanziamento e delle regole anti-contagio). Si comincerà giovedì 8 ottobre, ore 18 presso l’Atelier autogestito Esc (San Lorenzo), affrontando un tema decisivo quanto rimosso: la democrazia sindacale e dunque la piena e sostanziale applicazione dei diritti costituzionali. Il confronto, che si concentrerà in prima battuta sulla generale crisi della rappresentanza, sindacale quanto politica, vedrà protagonisti giuristi e parlamentari della maggioranza di Governo, ovviamente sollecitati da alcuni delegati delle CLAP.

Il 16 ottobre, presso il Giardino popolare di Genzano e sempre alle 18, la discussione riguarderà la sanità pubblica, con il contributo della Regione Lazio e ovviamente delle/degli operatori del settore.

Il 25 ottobre, presso il Casale Garibaldi (Casilino 23) alle 17, sarà occasione preziosa per dibattere di smart working e del lavoro delle donne, a partire dalle voci delle lavoratrici nostre iscritte e impiegate nella Pubblica Amministrazione, nelle Società in house, nella Sanità.

Il 6 novembre alle 18, presso il Laboratorio autogestito Acrobax, con lo sguardo attento alla vertenza delle lavoratrici e dei lavoratori dello Spettacolo, si parlerà di Reddito di Cittadinanza, sollecitando in merito la Regione Lazio e il Basic Income Network. A seguire, sinossi e programma del dibattito dell’8 ottobre.

 

PRIMO INCONTRO

Diritti del lavoro e democrazia sindacale nella crisi della globalizzazione

Giovedì 8 ottobre ore 18 presso Esc Atelier (via dei Volsci 159)

Il 20 e il 21 settembre, il referendum popolare ha approvato in via definitiva la riduzione del numero dei parlamentari. La polemica contro la «casta», d’altronde, da almeno un decennio va per la maggiore. Molto rumore per nulla, verrebbe da dire. Da decenni in Italia, e non solo, le forme della rappresentanza politica sono in profonda crisi: sono i poteri economici transnazionali, e non i parlamenti, a prendere le decisioni che contano. Crisi, quella della rappresentanza, che contrariamente a ciò che si pensa non riguarda esclusivamente la politica, ma assai di più le organizzazioni sindacali. In Italia, dove i sindacati confederali sono i soli da Confindustria e da buona parte della politica autorizzati a negoziare, un’intera generazione di lavoratori non ha tessera sindacale in tasca, non partecipa alle decisioni che condizionano radicalmente la sua vita – retribuzioni, tempi di lavoro, salute, ecc. Sempre più spesso, infatti, le suddette organizzazioni impediscono le elezioni delle Rappresentanze Sindacali Unitarie (RSU), mentre le associazioni datoriali escludono dai tavoli negoziali i delegati delle organizzazioni non firmatarie dei Contratti Collettivi Nazionali di Lavoro (CCNL). Quando le elezioni vengono indette, per i lavoratori precari, parasubordinati o somministrati, in nero o in grigio, che sono quasi sempre giovani, donne e migranti, non cambia nulla: non hanno diritto di partecipazione (passiva quanto attiva). Quando pure lo hanno, come per esempio le lavoratrici e i lavoratori con contratti a tempo determinato (superiore a 6 mesi), essendo fortemente ricattabili lo esercitano con fatica.

Ci domandiamo allora: è possibile la democrazia politica senza una solida ed espansiva democrazia sindacale? E ancora: come garantire diritti e rappresentanza sindacale al lavoro precario?

Ne discutiamo con:

  • Stefano Fassina (Deputato LeU, Commissione Bilancio)
  • Carlo Ferrajoli (giurista, costituzionalista)
  • Nicola Fratoianni (Deputato Sinistra Italiana, Commissione Cultura/Istruzione)
  • Chiara Gribaudo (Deputata PD, Commissione Lavoro)
  • Carlo Guglielmi (giurista e avvocato del lavoro)

 

Immagini a cura di CLAP