ROMA

Cara di CastelNuovo, puniti migranti che si sono ribellati

Espulsi dal circuito dell’accoglienza i migranti che si erano ribellati nel Cara di CastelNuovo di Porto alle porte di Roma. La denuncia e il sostegno ai migranti di movimenti e associazioni. Leggi anche “Cara ci Castel nuovo: una mattina di ordinaria brutalità

Nel maggio e giugno 2014 i migranti del Centro d’accoglienza per richiedenti asilo (CARA) di Castelnuovo di Porto hanno organizzato diverse proteste dentro e fuori il centro per denunciare la mancanza di servizi, quali la tutela sanitaria, legale, sociale ed un modesto pocket money di 2,50 euro al giorno, dovuta ad una cattiva gestione della struttura da parte della Cooperativa Auxilium (cooperativa che fino a pochi mesi prima gestiva il Cie di Ponte Galeria).

La risposta da parte dell’ente gestore e delle istituzioni è stata il dispiegamento di poliziotti in assetto antisommossa che in diverse occasioni sono entrati nelle stanze da letto del centro di accoglienza usando violenza indiscriminata contro i migranti inermi e manganellando e arrestando donne e uomini che avevano bloccato la strada antistante il CARA, in seguito alla non volontà della Cooperativa di dare seguito agli accordi precedentemente presi.

A distanza di un mese circa, quegli stessi migranti sono in questi giorni individuati ed espulsi dal CARA e dall’intero circuito dell’accoglienza sia locale che nazionale per mezzo di una revoca dell’accoglienza predisposta dalla Questura e dalla Prefettura di Roma. Provvedimento palesemente avverso alla libertà di parola e azione ma anche come futuro monito e forma di ricatto verso i migranti che accedono al circuito dell’accoglienza.

Decine di richiedenti asilo e rifugiati stanno perdendo così l’unico sostegno che lo Stato contemplava perché hanno osato opporsi ai canali assistenziali passivizzanti e alienanti, e perché hanno richiesto il rispetto di diritti che la legge sull’accoglienza garantisce, diritti disattesi però da chi riveste unicamente il ruolo di ente gestore di una struttura finanziata da denaro pubblico e che vuole arricchirsi sulla pelle dei migranti.

Le persone espulse dal circuito dell’accoglienza vivevano già in condizioni di precarietà ed incertezza di status giuridico, fragilità psicologica ed esclusione sociale. Con questo provvedimento è confermata la logica della discriminazione e del controllo sulle vite dei migranti, l’umiliazione e la violazione della libertà di espressione. Lo Stato italiano costringe così alla strada e alla completa indigenza persone che per legislazione nazionale e internazionale dovrebbero invece ricadere sotto la sua protezione. E lo fa perché hanno osato alzare la testa ed esigere rispetto, dignità e diritti; un attacco alla libertà di espressione di chiunque, non solo della loro.

Contro questa ennesima violazione dei diritti della persona come rete di associazioni garantiremo un supporto legale per denunciare l’illegittimità di questa prassi, e chiediamo l’immediato reinserimento dei migranti all’interno del CARA e l’apertura di un tavolo di discussione (di trattativa) che accolga le rivendicazioni avanzate dai migranti stessi e il rispetto dei loro diritti.

Laboratorio 53

RM_ResistenzeMeticce

Servizio Civile Internazionale