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Blocco degli sfratti, il governo prende in giro il paese

Il ministro Lupi getta le famiglie sottosfratto sulla strada, dove le troverà il 20 gennaio.

E’ stato di parola: detto fatto. Incontrando i movimenti per il diritto all’abitare, al termine dell’acampada sotto il suo Ministero il 22 novembre, Maurizio Lupi aveva elegantemente chiosato: “il blocco degli sfratti non è una soluzione”. Un mese dopo il Governo Letta lo ha preso in parola ed il 27 dicembre ha fissato al 30 giugno2014 ( solo sei mesi) la scadenza di un miniblocco. Ridicolo per tempi, infame per contenuti.

Il testo di proroga (sic) non solo non contiene alcun riferimento per salvaguardare chi è sotto sfratto per morosità (ovvero il 90% dei procedimenti in corso), ma addirittura maramaldameggia nel fissare, motu proprio, un’aggiustatina al ribasso, del tetto di reddito al disotto del quale rientra l’efficacia del provvedimento. Si passa infatti di 27mila euro previsti dalla legge del 2007 agli attuali 21mila.

Nel provvedimento vengono salvaguardate alcune tipologie di utenti (presenza di anziani, disabili, abitare nelle grandi città…), ma il conto è presto fatto. Quando il tetto era ancora fissato a 27mila euro sono rientrate nel Blocco solo 1300 famiglie. Ora il numero, con il passaggio ai 21mila viene a ridursi ulteriormente, mentre gli ultimi dati disponibili ci dicono che gli sfratti in Italia sono oltre 65mila e ben 56mila riguardano inquilini che non possono più pagare il canone.

Per loro è stata creata l’affettuosa categoria di “morosità incolpevole”. Solo parole che, riconoscendo il perché queste famiglie non possono pagare, servono a farli cacciare in mezzo alla strada.

Ancora una volta il Governo Letta punta ad accontentare gli appetiti delle città (grandi e piccole) e di chi le governa.

Oltre dieci i miliardi che sono stati messi a disposizione per le “solite” grandi opere per dotare, solo qualche dato, Milano dei parcheggi dell’Expo, di una nuova linea metropolitana e una tangenziale esterna; per dare ossigeno alla metropolitana C romana; per far partire il quadrilatero Umbria- Marche che vede l’opposizione delle comunità, contrarie a quella sicura devastazione, per trovare circa 2mila miliardi per la tratta di alta velocità Napoli Bari.

Una pioggia di milioni anche per avviare un fantomatico programma “6000 campanili” ovvero finanziamenti a pioggia per comuni minori le cui richieste sono state fatte in un epico click day, giorno in cui sindaci e giunte hanno vomitato in rete richieste per realizzare di tutto, senza un piano, un programma comune che non fosse rappresentato che dai loro singoli desiderata.

Con la beffa del finto blocco ancora denaro per le città e nulla per chi le dovrebbe abitare. Per loro l’unica soluzione resta quella della strada.

Solo che Lupi e Letta che parlano sempre di cifre dimostrano di non saper fare i conti . Soprattutto con i movimenti per l’abitare che, non solo hanno immediatamente respinto al mittente il provvedimento in materia di sfratti, ma hanno indicato che quella strada, in cui si vogliono gettare migliaia di famiglie secondo quanto al dispotismo economico finanziario con cui si intende ridisegnare le città, ritornerà ad essere proprio la soluzione: il luogo dove portare la propria rabbia e determinazione di riprendersi la città.

A partire dalla grande manifestazione programmata per il 20 gennaio che interesserà tutto il paese.