ITALIA

Assoluzione “abusiva” per i costruttori del Muos

Dopo la manifestazione popolare No Muos del 31 marzo, arriva la sentenza del Tribunale di Caltagirone che assolve i costruttori della grande opera militare sotto processo per abusivismo. I movimenti rilanciano nuove manifestazioni nelle prossime settimane.

Lo scorso sabato 31 di marzo migliaia di persone hanno sfilato per le vie di Niscemi ribadendo la volontà di opporsi al MUOS  e alle altre 46 antenne installate dentro la sughereta di Niscemi e dimostrando che, a cinque anni dalla prima manifestazione di massa, la lotta non si è fermata. Contro la guerra e l’aumento costante delle “spese militari e la riduzione della spesa sociale: l’Italia spende ogni giorno 68 milioni di euro in spese militari. Soldi su soldi buttati in armi, aerei e navi da guerra, missili, quando poi mancano i servizi necessari alla popolazione, mancano gli ospedali, le scuole crollano, le pensioni sono al minimo e molti non hanno un tetto sopra la testa. Non è vero quindi che mancano i soldi. Bisogna solo aumentare la spesa sociale tagliando quella militare” affermano nel comunicato.

Dopo la manifestazione, che ha percorso le vie cittadine ribadendo la resistenza contro l’opera militare, la devastazione del territorio e la repressione e persecuzione poliziesca che ha colpito con procedimenti, fogli di via, denunce e manganelli centinaia e centinaia di cittadini siciliani negli ultimi anni, arriva l’ennesima beffa giudiziaria.

Ancora una volta, una assoluzione per chi devasta e saccheggia il territorio. Al centro la battaglia contro il Muos , ovvero quell’impianto a “emissione di onde elettromagnetiche composto da ben 46 antenne risalenti ai primi anni novanta utilizzato dal corpo dei Marines americani per le comunicazioni di guerra in ogni parte del mondo”. Una grande opera militare strategica al centro del Mediterraneo. Di fronte alle crescenti mobilitazioni contro la devastazione ambientale e la guerra, per la salute e la salvaguardia del territorio che hanno aperto uno spazio di organizzazione, contro-informazione, conflitto e ribellione nelle più diverse province dell’isola, ancora una volta una beffa.

Ancora una volta un Tribunale assolve gli interessi abusivi dei costruttori di opere di guerra.

Si tratta di una battaglia legale cominciata diversi anni fa e sostenuta dai movimenti, dai comitati di base, dalle Mamme No Muos e dai cittadini locali. Come segnalato nel comunicato diffuso dai comitati di base No Muos a seguito della scorsa manifestazione e dell’assoluzione dei costruttori indagati per il reato di abusivismo, “la sughereta di Niscemi è, come è noto, Sito di Interesse Comunitario: essendo riserva, nessuno può costruire al suo interno. Eppure, il 5 aprile 2018, il Tribunale di Caltagirone ha chiuso il processo di rito abbreviato che vedeva imputati per abuso edilizio un dirigente della Regione Siciliana e alcune ditte interessate ai lavori del MUOS nella riserva naturale sughereta di Niscemi.”.

“Il giudice ha assolto gli imputati perché il fatto non sussiste. Le ragioni sono contenute nella sentenza che sarà depositata e che ancora non è pubblica”.

Cosi spiegano nel comunicato gli attivisti: “al di là delle motivazioni espresse dal giudice, è innegabile che l’assoluzione degli imputati  di fronte all’abusivismo conclamato dell’impianto è inaccettabile e segna la complicità dell’apparato giudiziario con le istituzioni politiche, i signori delle guerre e della vera illegalità. I siciliani sono sempre pronti a mobilitarsi contro il MUOS e le guerre: le sentenze non potranno fermarli perché la ragione è dalla loro parte.”

In attesa della pubblicazione della motivazione della sentenza, i comitati di base annunciano anche le prossime mobilitazioni contro le “logiche di morte e di devastazione.  Il movimento e i comitati No MUOS non si arrestano e non arretrano. Il 19 maggio manifestazione a Ragusa, a fine giugno corteo a Caltagirone, e ai primi di agosto Campeggio Resistente No MUOS al presidio di contrada Ulmo: sono solo alcuni dei prossimi appuntamenti in programmacon lo slogan #UnicaSentenzaResistenza.”.