ROMA

Al Nuovo Cinema Palazzo il sogno va avanti

Nel quartiere di San Lorenzo, nonostante i tentativi di sgombero, una comunità larga difende i propri spazi e la socialità che negli anni ha costruito, attraverso l’autogestione e la condivisione

In un quartiere violentato da numerosi Mastro Lindo, da speculatori seriali e dai tentativi fatti per estendere il gioco d’azzardo che già infesta l’area della Tiburtina, una comunità larga difende i propri spazi e la socialità che negli anni ha costruito, attraverso l’autogestione e la condivisione.

Piazza dei Sanniti è animata da persone in piena attività. Davanti al Cinema Palazzo si preparano le panche e i tavoli, si monta l’amplificazione, mentre in cucina c’è chi sta preparando per il pranzo. La postazione di Radio Sonar trasmette on line e nella piazza. I bambini dell’Atletico fanno colazione dopo aver disputato la loro partita settimanale. Addentano gioiosi le torte portate dalle compagne di Lucha y Siesta, spalmandosi in faccia la nutella fatta in casa.

A poche centinaia di metri più in là qualche volontario di Retake sta cancellando a colpi di pennellessa gli storici murales di via dei Volsci dedicati a Carlo Giuliani e agli Arditi del Popolo, per riqualificare il quartiere. Sempre per riqualificare il quartiere, pochi giorni fa la Presidente del Municipio aveva invece inaugurato un murales in via De Lollis, commissionato dall’impresa che sta realizzando un albergo proprio lì davanti. È difficile interpretare cosa sta succedendo a San Lorenzo per chi lo guarda da lontano,lo faranno le tante realtà attive da anni nel quartiere nel corso della conferenza stampa organizzata per aggiornare sullo stato del Cinema Palazzo dopo il tentativo di sgombero avvenuto il 15 ottobre.

Uno sgombero del tutto anomalo viene ribadito.Si è tentato di trasformare lo sfratto esecutivo, ottenuto da parte della proprietà nei confronti della Gamene s.p.a. affittuaria dello spazio, in uno sgombero attuato in forma privata,sigillando con un fabbro portato dal proprietario uno solo degli ingressi allo stabile. Dopo due ore, dalla porta rimasta aperta,erano rientrati i cittadini accorsi in piazza dei Sanniti al tam tam della notizia.Il 15 ottobre ha segnato un nuovo inizio della storia del Cinema Palazzo. Da quel giornoè partito un presidio permanente e una discussione continua sul futuro da costruire. Sono stati avviati contatti con le istituzioni, evidenziando ancora una volta il valore sociale e culturale che quello spazio ha rappresentato per otto anni.

Lo raccontano una dopo l’altra le realtà che gestiscono e frequentano lo spazio.

Daniele Parisi di Sgombro, un collettivo di teatro che è attivo da quattro anni, ha evidenziato come il Palazzo non abbia rappresentato per loro solo un luogo dove fare le prove e gli spettacoli, ma sia stato soprattutto un luogo di scambio artistico e di crescita, proprio per il clima di condivisione e autogestione. «A Roma – ha detto – ci sono 100 teatri dove i giovani non vanno mai, mentre al Palazzo c’è un pubblico di giovani che segue gli spettacoli teatrali».

Andrea Greco dell’Atletico San Lorenzo ha spiegato come senza quello spazio aperto alla socialità e alla condivisione non sarebbe mai nata la polisportiva che conta 200 atleti iscritti e 100 bambini della scuola calcio.

Lorenzo Manni attivista del Cinema e del Grande Cocomero ha parlato di come, mentre le istituzioni auspicano la nascita di comunità resilienti in grado di resistere agli attacchi del riscaldamento globale edi stili di vita che dovranno essere messi in campo per impedire l’estinzione del nostro mondo, la comunità autogestita di quello spazio lo fa da sempre. Al valore culturale e sociale si deve aggiungere dunque anche il valore economico che ha questa capacità di costruire comunità resilienti. Le istituzioni avrebbero dovuto impedire che in quello spazio si costruisse una sala slot, non lo hanno fatto e senza l’azione della comunità oggi a San Lorenzo ci sarebbe un luogo in mano alla criminalità che gestisce il gioco d’azzardo.

Un’altra delle esperienze che vive e fa vivere lo spazio del Palazzo è Radio Sonar. Agostino Sotgia ha raccontato lo sgombero vissuto al Sans Papier dove per quattordici anni la radio aveva la sua postazione e di come adesso via Carlo Felice sia più buia, perché quello spazio è rimasto vuoto. Da due anni il collettivo di Radio Sonar è fra quelli che compone la comunità del Palazzo e insieme alla quale continua a crescere.

Benedetto Fassanelli è intervenuto per La Libera Repubblica di San Lorenzo, una rete che raccoglie molte associazioni del quartiere e singoli cittadini e nel Cinema ha fatto il proprio luogo di incontro, raccontando come il quartiere si sia trasformato negli anni, con la speculazione, con la distruzione dei servizi sociali, con la scomparsa del commercio di vicinato, senza che le istituzioni lo impedissero, lasciando sole quelle esperienze che tentavano di opporsi costruendo socialità dal basso e autogestione degli spazi comuni.

A rappresentare le istituzioni era presente la consigliera regionale Marta Bonafoni, che pur riconoscendo la difficoltà del momento, si è detta disponibile a lavorare per trovare una soluzione che veda nel riconoscimento dell’autogestione degli spazi comuni, un superamento della divisione fra pubblico e privato. Ha ricordato la legge regionale approvata a giugno che va in questa direzione, introducendo i patti di collaborazione fra pubblico e privato. Sta ai comuni adesso approvare i regolamenti attuativi. Nel frattempo, ha confermato, tutte le istituzioni stanno lavorando per individuare le soluzioni che siano capaci di preservare l’esperienza del Cinema Palazzo.

Dopo di lei è intervenuto Cristian Raimo, invitando tutti a non arrendersi alla trasformazione di San Lorenzo in un quartiere gentrificato e abbandonato alla speculazione edilizia. Il pericolo è che l’esperienza del Cinema sia trasformata in qualcosa che gli assomiglia, ma epurata dell’anomalia che lo contraddistingue e ne rappresenta la vera ricchezza.

Serena Fredda dello spazio sociale Esc ha evidenziato il valore politico delle realtà sociali che oggi subiscono un durissimo attacco. Non è la prima volta, ha ricordato, è già successo, con la fine dell’esperienza del Teatro Valle. Le occupazioni e le autogestioni hanno costruito l’uso comune del patrimonio pubblico, da lì prendono vita i movimenti di opposizione ecologisti e femministi, da lì sono partiti gli studenti che nel 2010 hanno animato una grande stagione di lotta. Oggi si deve impedire la criminalizzazione della solidarietà e dell’autogestione, impegnandosi in una durissima battaglia, perché è in corso un attacco senza precedenti, concretizzatosi nelle leggi volute da Salvini e tutt’ora in vigore. È necessario costruire nuovi strumenti normativi, che riconoscano il valore della città come prodotto della condivisione.

Ha concluso Marcello Fonte, che proprio al Palazzo ha iniziato il suo lavoro di attore.

È appena tornato dagli Stati Uniti dove, ha detto, raccontava a tutti del Cinema Palazzo, di quello che avrebbero voluto farlo diventare e di quello che era adesso. Tutti lo ascoltavano incantati e increduli che tutto questo potesse essere reale. «È tutto vero» diceva lui e tutti rispondevano «ma questo è un sogno!»