ITALIA

«Aggrediti senza motivo dai reparti celere». Le denunce dei tifosi di Atalanta e Livorno

Un mercoledì di follia dentro e fuori gli stadi di Firenze e Spezia. Dopo il match di coppa Italia Fiorentina-Atalanta la celere attacca un bus di tifosi bergamaschi provocando feriti e contusi. Nello stadio dello Spezia cariche a freddo contro i tifosi amaranto.

Circa 3mila sostenitori di una delle rivelazioni di questo campionato di serie A, l’Atalanta, hanno seguito la squadra del cuore nela trasferta all’Artemio Franchi di Firenza. Una semifinale di Coppa Italia che i neroazzurri hanno strappato eliminando ai quarti la Juventus. Secondo le testimonianze raccolte in rete la carovana di autobus atalantini sarebbe stata attaccata dalle forze dell’ordine sulla via del ritorno. A ridosso del casello autostradale, senza che ci fosse alcun tipo di contatto con i tifosi di casa, gli agenti hanno circondato e separato i pullman. «Il reparto della celere ha fatto accostare il primo pullman facendo aprire le porte e salento a bordo (già in assetto antisommossa) – scrivono i tifosi della Curva Nord Bergamo in un comunicato stampa – colpendo e ferendo indistintamente tutti gli occupanti e rompendo i finestrini dopo aver divelto la porta anteriore». Il testo pubblicato ieri dai supporter atalantini si intitola «Vogliamo la verità» e invita chiunque fosse presente a mandare testimonianze e video dell’accaduto. Alcune storie sono state pubblicate dalla pagina Sostieni La Curva, le riportiamo qui in basso. A partire da queste testimonianze il sindaco di Bergamo Giorgio Gori ha scritto al ministro dell’Interno Matteo Salvini chiedendo spiegazioni su quanto accaduto.

E sempre mercoledì anche i tifosi del Livorno sono stati attaccati senza apparente ragione dai reparti celere. Gli amaranto erano arrivati senza problemi nello stadio dello Spezia per l’ultimo posticipo della serie cadetta. «Fuori tutto liscio sotto il profilo dell’ordine pubblico – scrive la Curva Nord Livorno –. Entriamo e parte qualche provocazione da parte di qualche steward, gli animi sono accesi, ma tutto si risolve in qualche spinta, discussioni verbali e niente più. Passato qualche minuto di calma, solo apparente, ecco il reparto celere, almeno una 40ina che con veemenza e fare minaccioso dapprima staccano e si portano via una nostra pezza (come si può vedere nei video che purtroppo girano in rete), poi recuperata:senza preavviso cominciano ad avvicinarsi. I ragazzi del gruppo con intelligenza si mettono nel mezzo, il settore è pieno di famiglie, anziani e tifosi dei club. Alla polizia poco importa, nonostante tutti siano disarmati, a volto scoperto e chiedendo più volte un dialogo, ecco le cariche almeno 4/5 che si protraggono per almeno 10 minuti».

 

Le storie dei tifosi atalantini apparse in rete e sulla pagina facebook Sostieni La Curva

«È l’una di notte circa. Son sul pullman che ci sta riportando a casa da Firenze, il secondo dei pullman della Curva. Da qualche kilometro stiamo percorrendo una superstrada a tre corsie e tra meno di un kilometro imboccheremo l’autostrada. Siamo ormai ad una decina di kilometri dallo stadio. L’aria è tranquilla, non si è visto nessun fiorentino e con la Polizia tutto è filato liscio: non c’è stata alcuna tensione, nemmeno durante quel prefiltraggio assurdo. Seduto sul sedile, di spalle all’autista, socchiudo un attimo gli occhi, inizio a pensare al domani: “che bale, domà go de andà a Milà a laurà, mèi dörmì ‘n po”. Nemmeno il tempo di pensarlo e i ragazzi di fianco iniziano ad urlare: “cosa cazzo sta succedendo lì davanti?”. Mi alzo e mi giro verso la direzione di marcia. Il primo pullman, quello davanti a noi (precedentemente scortato con una camionetta davanti ed una dietro), viene affiancato nella corsia di sinistra da un’altra camionetta, con sportellone aperto e con all’interno agenti armati di scudo, manganello e casco in testa, pronti a scendere. La camionetta davanti decide allora di fermarsi e di bloccare il pullman. Scendono immediatamente tutti i poliziotti dalle tre camionette. Di fretta e furia cercano di salire sul primo pullman, ovviamente armati e con poca intenzione di scambiare due chiacchiere. Siamo in un punto della strada completamente isolato, nel bel mezzo del nulla, senza telecamere che possano documentare il fatto. Tutto chiaramente premeditato. Vediamo la polizia caricare il pullman, i manganelli volano. Alcuni ragazzi del secondo pullman scendono per cercare di capire cosa sta succedendo. Ma niente da fare, anche loro vengono presi a manganellate e decidono allora di tornare sul nostro pullman. Un poliziotto ordina caldamente al nostro autista di aprire le porte del pullman. Aperta la porta, salgono due poliziotti che iniziano a manganellare chiunque cerchi di ottenere spiegazioni. Dopo qualche minuto abbandonano il nostro pullman. L’autista decide allora di ripartire ma veniamo fermati 500 metri più avanti, poco prima del casello autostradale. Veniamo fatti scendere uno ad uno (“o scendete o vi prendiamo a schiaffi!”, queste son le opzioni). Ci viene richiesto un documento e veniamo fotografati. I poliziotti nel frattempo non fanno altro che minacciarci ed insultarci, chiaramente in attesa di una nostra reazione, che però non arriva. Siamo una settantina sul pullman doppio e la polizia ci mette più di un’ora ad identificarci tutti. Decidono poi di perquisire il pullman. Sequestrano tutte le bandierine ed i due aste (tra cui il due aste del mio vicino di posto, regalatogli dalla sua nipotina di 10 anni, chissà che pericolo). Riprendiamo il tragitto, decisamente provati. Chiamiamo i ragazzi dell’altro pullman. A loro è andata decisamente peggio: sono stati fatti scendere a pugni e manganellate dal loro pullman, per poi essere messi faccia a faccia col muro della superstrada. Identificati, sono tornati sul pullman mentre i poliziotti si erano schierati su due file in modo da suonargliele sia da destra che da sinistra. Il risultato è di diversi ragazzi feriti, alcuni con tagli sulla testa, altri con escoriazioni sul volto e zigomi gonfi.
Arriviamo a Bergamo verso le 8 di mattina»

Un tifoso

«Io e i miei amici ci trovavamo sul secondo pullman, ovvero alle spalle di quello che è stato protagonista dell’ episodio principale della serata. Essendo posizionati nella parte superiore (pullman doppio) abbiamo potuto assistere nitidamente alle azioni vigliacche subite dal primo automezzo e poi dal nostro.
Partiti dallo stadio abbiamo percorso diversi km scortati (grazie al navigatore abbiamo potuto controllare il giro assurdo e senza senso che ci hanno fatto fare) e tra la curiosità generale ci siamo chiesti come mai stessimo percorrendo tutta la strada ad una velocità ridicola (circa 50 km/h e anche meno) considerato il fatto che ci trovavamo su una super strada praticamente deserta. Ad un certo punto oltre alla camionetta che ci scortava ne è sopraggiunta un altra, dalla quale sono scesi diversi agenti (tutti in tenuta antisommossa) i quali hanno subito sfondato la porta anteriore del pullman, rotto i finestrini e percosso come se non ci fosse un domani tutti e tutto quello che avevano di fronte. Nella confusione generale i vari pullman venivano continuamente fatti avanzare e fermare per diverse volte, tra provocazioni di ogni genere da parte degli agenti (gesti, minacce..) fino a quando con la presenza di centinaia di forze dell’ordine il nostro pullman è stato fatto accostare per l’ ennesima volta e tutti i passeggeri costretti ad uscire uno per uno, con documento alla mano e soggetti a fotografie di 3 funzionari diversi con tanto di torce per illuminare il viso e appunto il documento. E oggi sui giornali cosa si legge? che diversi tifosi Atalantini sono scesi nel bel mezzo della tangenziale ed hanno attaccato le forze dell’ordine con spranghe e bastoni? L’ unico attacco che c’è stato è stato quello INFAME delle forze dell’ordine(tutto documentato da diversi video) che stavano solo aspettando il momento giusto per sfogare la loro frustrazione. Altro particolare importante è quello che si sentiva dalla ricetrasmittenti, dove colleghi di questi ‘responsabili dell’ordine pubblico’ si congratulavano con loro per ‘L’IMBOSCATA’ messa in atto nei confronti di quei ‘DELINQUENTI’. Il tutto ha costretto normali persone che il giorno dopo dovevano andare a lavorare, oltre che a subire un’ umiliazione che neanche i peggiori malviventi si sono mai sognati, anche ad arrivare in quel di Bergamo alle 8 inoltrate di mattina, ben 18 ore e mezza dopo essere partiti per andare a Firenze, il tutto per voler seguire la propria squadra del cuore in una delle partite più importanti della sua storia. È QUESTA LA NOSTRA COLPA? Il mio augurio è che la verità venga fuori e che venga dimostrato una volta per tutte che questi individui che dovrebbero far rispettare l’ordine pubblico, sono i primi cercare il contrario.
Orgoglioso di far parte di questa tifoseria. un tifoso che è andato a vedere la propria squadra del cuore».

Luca B.

«Sono un ragazzo presente nella trasferta di ieri, ero sul pullman con a bordo l’avvocato credo fosse il terzo pullman. Posso dire che sul nostro pullman non è successo assolutamente nulla che giustificasse un intervento delle fdo, tuttavia alla richiesta di alcuni ragazzi di sapere cosa stesse succedendo o di poter scendere dal pullman la risposta delle fdo è stata non sta succedendo nulla non potete scendere dal pullman restate dove siete. Siamo stati fino alle due fermi senza possibilità di scendere dal pullman a bordo strada. Posso confermare l’atteggiamento intimidatorio tenuto dalle fdo senza alcun motivo. Tutti i pullman erano circondati da decine se non centinaia di agenti tutti in tenuta antisommossa. Ho visto celerini con bandierine innoque sequestrate a altri pullman e ho visto all’autogrill molti ragazzi che portavano i segni della manganellate gratuite. Faccio notare che la versione ufficiale, cioè che un pullman si sia staccato dal cordone non sia veritiera, invece ho notato che durante il viaggio molte camionette dal fondo del cordone si sono spostate in testa in vista di quello che poi sarebbe effettivamente successo, sarà un caso? Non mollate ragazzi perché ieri sera è successa una cosa gravissima, sappiamo tutti che è andata ancora bene ma poteva andare peggio e saremmo stati senza testimoni né telecamere. Questa volta la verità salterà fuori a differenza di molte altre volte, avanti cosi!».

Paolo Riva