ROMA

Aeroporto di Ciampino: la Corte di Giustizia Europea si pronuncia a difesa della salute dei cittadini

Dopo 18 anni di grave inquinamento prodotto dall’Aeroporto di Ciampino, la Corte di Giustizia Europea con una sua recente sentenza smentisce la valutazione di impatto ambientale prodotta da Adr, Enac e avallata dal Ministero dell’Ambiente, riconoscendo le ragioni dei cittadini che da anni si mobilitano a difesa della salute e dell’ambiente

Sono 18 anni che i cittadini di Ciampino, di Marino, di Frattocchie, di Santa Maria delle Mole e del VII Municipio di Roma sono costretti a respirare quotidianamente tonnellate di cherosene prodotte dall’attività dell’aeroporto di Ciampino, e in particolare della compagnia low cost Ryanair. In questi anni, moltissimi si sono ammalati: tumori, problemi respiratori e cardiovascolari. Tutto ciò lo dimostrano studi come il Serra, il Samba e il Crystal. Nonostante ciò, le istituzioni nazionali non hanno fatto niente per risolvere questa emergenza sanitaria e ambientale di grandi dimensioni.

Nel 2016 è iniziata, su spinta dei cittadini e delle istituzioni locali fra cui il Sindaco di Marino, la procedura per la realizzazione della VIA (valutazione di impatto ambientale) che per l’aeroporto di Ciampino non era stata mai realizzata. Come ha potuto una struttura industriale di tale proporzioni operare per 15 anni senza la documentazione necessaria? Senza tale documentazione, così è stato risposto ai cittadini, non è stato possibile in passato procedere per una riduzione dei voli che, ricordiamolo, raggiungono i 250 spostamenti giornalieri a fronte di un limite di 61 previsto dalla legge.

Adr (Aeroporti di Roma) e Enac (Ente Nazionale Aviazione Civile) hanno così iniziato dal 2016 a produrre tale documentazione. I cittadini, durante degli incontri con i rappresentanti del Ministero dell’Ambiente, avevano fatto notare come i dati elaborati fossero falsi, non attendibili e non in linea con la normativa vigente, oltre a favorire i profitti della compagnia irlandese rispetto al diritto alla salute dei cittadini. Il Ministero dell’Ambiente ha comunque dato il suo parere positivo.

Quest’anno, però, è arrivata una sentenza della Corte di Giustizia Europea rispetto a tale materia. La VIA prodotta da Adr e ENac, e avallata dal Ministero dell’Ambiente, è risultata essere completamente sbagliata. Il Ministero dell’Ambiente è stato costretto a rivedere il suo parere positivo per non incorrere in una procedura di infrazione da parte dell’Europa. Ci è voluto una sentenza europea per tutelare i diritti dei cittadini italiani. Anche il piano per la riduzione dell’impatto acustico proposto da Adr è di conseguenza falso e inappropriato. Siamo nuovamente in una situazione di stallo. Ma adesso il Governo italiano non può più fare finta di niente. La procedura di via deve essere realizzata tenendo conto dei 18 anni durante i quali l’attività aeroportuale di Ciampino ha avuto un forte impatto su ambiente e salute. I cittadini continuano a chiedere la riduzione immediata dei voli come previsto dalle leggi.

Ora, il Ministero dell’Ambiente ha tempo fino al 1° luglio per esprimersi sulla questione e rimediare ad anni di inadempienze. Speriamo che sia la volta buona.

Di seguito riportiamo il comunicato del Comitato per la riduzione dell’impatto ambientale dell’aeroporto di Ciampino:

Marcia indietro del Ministero dell’Ambiente sulla Valutazione Ambientale (#VIA) dell’Aeroporto di #Ciampino

Comunicato Stampa – 21 Febbraio 2018

#CRIAAC – COMITATO PER LA RIDUZIONE DELL’IMPATTO AMBIENTALE DELL’AEROPORTO DI CIAMPINO

Un nuovo documento della Commissione Tecnica Ministeriale smentisce il precedente “Parere positivo” del 23 gennaio dato al piano di sviluppo proposto da #Enac e #AdR.

Adesso è necessario che anche il piano antirumore, anch’esso all’esame del Ministero dell’Ambiente e collegato alla VIA, si adegui, per non far rientrare dalla finestra quello che è uscito dalla porta.

Dopo un primo via libera alle richieste “indecenti” di Enac e AdR sulla Valutazione Ambientale, il Ministero è costretto a tornare sui propri passi, adeguandosi alle regole comunitarie che impongono di valutare l’impatto ambientale del piano di sviluppo dell’aeroporto partendo dal primo momento in cui si sono manifestati i suoi effetti.

Ciò significa che la valutazione degli effetti ambientali dovrà partire almeno dal 2002, mettendo a confronto la situazione ambientale di allora con gli effetti negativi che lo sviluppo dell’aeroporto e il conseguente enorme aumento del traffico aereo hanno prodotto man mano nel tempo fino a oggi, compresi gli effetti futuri che saranno prodotti dai nuovi piani di sviluppo.

Enac, AdR e il Ministero dell’Ambiente avevano rifiutato l’indicazione della Commissione UE, e mantenuto l’errata impostazione della VIA, che arbitrariamente si limita a confrontare la situazione del 2013 con l’ipotetica situazione futura del 2021, anno di completamento dell’ulteriore Piano di sviluppo aeroportuale. In questo modo sarebbe stato nascosto oltre un decennio di sviluppo illegittimo dell’aeroporto e di danno ambientale ai cittadini.

In questa direzione andava il primo “Parere” tecnico del 2 agosto 2017 della Commissione Tecnica VIA / VAS del Ministero.

Contro questa impostazione il nostro Comitato il 20 settembre 2017 aveva depositato presso il Ministero un esposto con il quale si chiedeva il rispetto del Diritto comunitario. Molte critiche erano già arrivate dai comuni colpiti di Roma, Marino e Ciampino, oltre alle osservazioni tecniche proposte da Ispra e Arpa Lazio.

Sull’errata impostazione della VIA dell’aeroporto di Ciampino si erano già espressi gli uffici della Commissione Europea, nel corso dell’indagine “EU Pilot 6876/14/ENVI”, conseguente alla procedura di infrazione comunitaria promossa dal nostro Comitato. In quell’occasione la Commissione UE invitò le Autorità nazionali italiane a far partire la VIA sull’aeroporto di Ciampino almeno dal 2002, meglio se dal 2000.

Sulla stessa materia, valutando un analogo caso di VIA fatta in ritardo rispetto all’avvio del progetto, è intervenuta la Corte di Giustizia Europea la quale nella sentenza “ECLI:EU:C:2017:589 del 26 luglio 2017”, relativa alla costruzione di alcuni impianti biogas, ha inserito una dichiarazione di carattere generale applicabile a tutti i casi nei quali la VIA sia stata avviata in ritardo rispetto all’avvio del progetto.

In tale dichiarazione la Corte premette che pur essendo obbligatorio fare la valutazione ambientale dei progetti prima che siano messi in esecuzione, in caso di omissione lo Stato membro deve, per prima cosa, “rimuovere le conseguenze illecite di tale omissione” e, dall’altro lato, è possibile fare una valutazione ambientale a titolo di regolarizzazione, purché:

– le norme nazionali che consentono tale regolarizzazione non offrano agli interessati l’occasione di eludere le norme di diritto dell’Unione o di disapplicarle e

– la valutazione effettuata a titolo di regolarizzazione non si limiti alle ripercussioni future di tale impianto sull’ambiente, ma prenda in considerazione altresì l’impatto ambientale intervenuto a partire dalla sua realizzazione.”

Sotto il peso di questa combinazione di prese di posizione comunitarie che avrebbero certamente portato a una nuova infrazione comunitaria per l’Italia, con data 16 febbraio è stato pubblicato un nuovo “Parere” della Commissione Tecnica VIA / VAS del Ministero, che, smentendo il parere precedente, riconosce l’obbligo di rispettare le norme comunitarie.

Adesso la Valutazione Ambientale dell’aeroporto, in corso dal febbraio 2016, dovrà essere riaperta e totalmente modificata.

Ma, nonostante la chiara impossibilità di mantenere la situazione attuale, prosegue il tentativo di Enac e AdR di mantenerla comunque, senza ridurre il sistematico superamento dei limiti di legge del rumore, certificato mese per mese da Arpa Lazio.

Resta infatti attiva la seconda procedura riguardante l’Aeroporto di Ciampino, anch’essa in corso presso il Ministero dell’Ambiente.

Si tratta della procedura di valutazione del “Piano di contenimento e abbattimento del rumore”, previsto dalla Legge Quadro sull’inquinamento acustico (D.Lgs 447/1995), presentato da AdR una prima volta nel 2013 e ripresentato una seconda volta nel 2015, dopo la sua bocciatura da parte dei comuni di Roma, Marino e Ciampino.

Questo Piano di rientro nei limiti di legge, presente anche nei documenti della VIA, costituisce lo strumento principale per ridimensionare il traffico aereo nell’aeroporto in caso di sforamento dei limiti ammessi, come nel caso di Ciampino.

Anche su questo secondo tavolo si attende a breve il “Parere” del Ministero dell’Ambiente. Parere che passerà subito dopo al vaglio della Conferenza Unificata Stato, Regioni, Città.

Vigileremo affinché che non si tenti di far passare dalla finestra quello che è uscito dalla porta.

Chiediamo che anche su questo secondo tavolo siano rispettate le norme comunitarie e quelle nazionali che, a questo punto, indicano chiarissimamente la necessità di far rientrare subito l’aeroporto di Ciampino nella legalità, già entro il 2018, riducendo drasticamente i voli e riportando il rumore entro i limiti di legge.

 

Articolo apparso su La Salita del Quadraro