ROMA

Lo sportello legale di infomigrante: uno strumento di servizi e lotte

Ogni martedì pomeriggio, da 10 anni, nell’atelier autogestito Esc di Roma apre le porte lo sportello Infomigrante. Uno spazio di solidarietà e autodifesa, per cui è in corso una campagna di crowdfunding

Da 10 anni ogni martedì apriamo le porte di Esc per dar vita allo sportello di informazione e tutela legale, gratuito e aperto a tutte e tutti. 

Da 10 anni apriamo questo sportello perché siamo convinti che la difesa della libertà di movimento e la costruzione di uno spazio di mutualismo e di relazione sia la migliore risposta al razzismo istituzionale. Dalla crisi economica del 2008 le politiche migratorie sono diventante sempre più violenti ed escludenti. Dall’inasprimento delle politiche migratorie fino al recentissimo paradosso della “criminalizzazione della solidarietà”, il governo ha tentato di mettere contro italiani e stranieri, ostacolando in ogni modo la possibilità di costruire percorsi di fratellanza e sorellanza. 

Da 10 anni pensiamo che l’unico possibile percorso di inserimento dei migranti avviene con la rivendicazione di diritti 

Per questo nel 2009 eravamo nella “buca degli afghani” vicino alla stazione Ostiense, dove avevano trovato un riparo di fortuna molti rifugiati o richiedenti asilo afghani in arrivo dalla guerra e in transito verso l’Europa del nord. 

Per questo nel 2010 siamo stati al fianco di coloro che avevano trovato il coraggio di ribellarsi nelle campagne di Rosarno. 

Per questo nel 2011 partecipammo alla Campagna Welcome. Insieme a tanti altri andammo a Lampedusa, dove siamo stati testimoni delle storture politiche e normative della cosiddetta “Emergenza Nord Africa”.

Per questo nel 2012 abbiamo denunciato il cosiddetto “business dell’accoglienza”. Lo abbiamo fatto pubblicamente tramite dossier e video inchieste. Un sistema che solo anni dopo la magistratura ha smantellato con l’inchiesta Mafia Capitale. Ma già allora era evidente lo sfruttamento degli operatori e l’abbandono dei migranti.

Per questo nel 2013 scendemmo in piazza in migliaia chiedendo la chiusure del Cie di Ponte Galeria. Una struttura che ancora imprigiona le persone con l’unica colpa di non avere i documenti in regola. 

Per questo nel 2015 sostenemmo che la «solidarietà è un’arma» e aiutammo i migranti accampati intorno alla stazione Tiburtina. Un supporto umano e materiale. Fatto di internet point e raccolta abiti, ma anche rivendicazione della libertà di movimento contro il regolamento Dublino. 

Per questo nel 2016 creammo STAMP! Sostegno ai Transitati Accoglienza ai Migranti e ai Profughi. Un progetto che voleva denunciare la moltiplicazione delle frontiere all’interno delle città e dell’Italia. Un progetto che ha riguardato Roma, l’hotspot di Taranto e il confine di Ventimiglia. 

Per questo nel 2018 abbiamo immediatamente aderito al piattaforma Mediterranea Saving Humans. Non potevamo più sopportare le morti in mare e la criminalizzazione delle Ong. Ci siamo imbarcati e abbiamo solcato il Mediterraneo ponendo al centro la libertà di movimento.

Per questo dopo tutti questi anni siamo ancora qui, certi dell’importanza di presidiare il territorio che abitiamo rafforzando gli spazi di solidarietà che hanno resistito alle tante burrasche di questi anni, rinnovando il ragionamento e l’analisi, valorizzando la tendenza ad affiancarsi ad altri perché non possiamo essere autosufficienti soprattutto quando i diritti fondamentali di tutte e tutti vengono minati come in questi ultimi anni. 

 Tenere aperto uno sportello legale vuol dire innanzitutto scontrarsi, da anni, seppur in forme in continua trasformazione, con la difficoltà di moltissime persone a ottenere un permesso di soggiorno, difenderlo e rinnovarlo. Significa sfidare, costantemente, le norme che ostacolano la regolarizzazione, che rendono difficile l’accesso alla residenza, all’accoglienza, ai servizi, al lavoro e a vivere degnamente nei nostri territori. Significa farsi trovare preparati ad accogliere domande, richieste d’aiuto o di informazione e costruire relazioni di fiducia, situate e solide. Significa abbattere i confini di esclusione interni alla nostra città, ribaltare la vittimizzazione di chi, privato delle condizioni materiali per vivere, diventa “corpo docile” da governare o semplicemente di cui disfarsi. Significa, infine, fare quotidianamente i conti con la scarsità delle risorse economiche e di tempo per immettere linfa, passione e competenza nelle attività dello Sportello.

Nell’ultimo anno, durante il quale abbiamo assistito a violazioni evidenti del diritto internazionale oltre che dei diritti umani,  riteniamo il nostro compito ancora più importante e necessario e abbiamo trovato di estremo supporto la nascita di uno sportello di orientamento e diritto al lavoro, che va ad affiancare i nostri martedì meticci trasformando lo spazio che ci ospita in un hub dei diritti, in una piazza di incontro, in un progetto aperto e determinato a ospitare istanze di libertà e autodeterminazione.

Continueremo a essere solidali, laddove ci vorrebbero disgregati ed egoisti, a studiare il diritto per usarlo come possibilità di emancipazione di tutte e tutti e a preparare per chi arriva il tè, i computer e tutti quegli strumenti che, come scatole magiche, permettono di curare i legami sociali con il qui e con il là e di ritrovare i tasselli mancanti di tante storie.

Continueremo, in direzione ostinata e contraria, a essere un porto aperto e sicuro, dove far approdare chiunque, “oltre lo sbarco”, uno spazio da cui proseguire quella battaglia per il diritto a muoversi, a restare e a transitare in sicurezza, consapevoli che questa lotta non riguarda solo i “migranti”, ma chiede a noi tutti di prendere posizione in quanto esseri umani per agire sul presente e riprenderci lo spazio che ogni giorno sempre più ci viene negato.

Sostenete lo Sportello Infomigrante su Produzione del Basso. Per continuare a lottare insieme.