ITALIA

La Mare Jonio torna in mare: partita la nuova missione di Mediterranea

Sabato scorso è ripartita la Mare Jonio che dal porto di Palermo si sta dirigendo verso il Mediterraneo centrale per svolgere la sua azione di monitoraggio e denuncia

Sabato scorso è ripartita la Mare Jonio del progetto Mediterranea, dal porto di Palermo si sta dirigendo verso il Mediterraneo centrale per svolgere la sua azione di monitoraggio e denuncia. Come scrive Mediterranea nel suo comunicato, torna in mare per: «svolgere la sua missione di speranza, di rispetto dei diritti e della dignità umana, per essere presente in quel mare diventato un cimitero, confine letale, svuotato da ogni presidio umanitario».

In queste ultime settimane, il Mediterraneo centrale era, ancora una volta, sguarnito di soccorsi, nessuna nave era in mare per monitorare la situazione e se necessario salvare vite umane. Attualmente, infatti, la nave Acquarius rimane senza bandiera, nonostante  tutte le accuse per “traffico illecito di rifiuti” siano cadute. La nave di Sea Watch è ancora bloccata al porto di Catania, dopo i salvataggi di dicembre e gennaio. Mentre la nave di Open Arms è al momento ormeggiata nel porto di Barcellona, bloccata dal governo spagnolo che le impedisce di uscire.

Mentre il governo italiano continua a proclamare “la fine degli sbarchi”, sappiamo che le partenze non si sono arrestate e che molte barche non approdano sulle coste italiane perché non riescono a raggiungerle. Così com’è successo a fine gennaio, quando si sono susseguiti due naufragi con un totale di almeno 180 morti. E questi sono i naufragi di cui veniamo a conoscenza grazie ai racconti dei pochi superstiti, molti di più sono quelli in cui non rimane nessuno vivo per raccontare. Secondo l’ultimo rapporto dell’UNHCR, l’Agenzia delle Nazioni Unite per i Rifugiati, in media sei persone hanno perso la vita nel Mediterraneo ogni giorno.

 

 

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