DIRITTI

#28 N: Presentazione del libro di Riccardo Iacona, ultimo resoconto di un’inchiesta sulla violenza di genere.

Contro la violenza sistematica sulle donne dentro e fuori le case, nelle strade, nelle piazze! All’interno un resoconto e pillole video

Il 25 novembre 1960 le sorelle Mirabal vennero torturate e assassinate per aver contrastato la dittatura pluritrentennale di Rafael Leonidas Trujillo. Per non dimenticare questo atto di violenza e di infamia è stata istituita una giornata mondiale per affermare la volontà e la necessità di eliminare la violenza contro le donne.

Sono trascorsi più di cinquant’anni, ma la questione della violenza maschile sulle donne è ancora aperta. Si contano 117 femminicidi in 11 mesi, uno ogni due giorni.

La necessità di coniare un termine ad hoc, femminicidio appunto, che descriva l’entità e il contenuto reale di queste forme di violenza, anticipa molte delle problematiche trattate oggi, in questa giornata di dibattito e confronto sulla violenza di genere.

Il 28 novembre 2012 il Nuovo Cinema Palazzo, ha ospitato un’iniziativa proposta e curata dalla casa delle donne Lucha y Siesta ( in collaborazione con Infosex_Esc, Action-a, Nuovo Cinema Palazzo e con la partecipazione di Astra 19 spa e l’Assemblea di Medicina-Sapienza ), in cui è stato presentato l’ultimo libro scritto da Riccardo Iacona “Se questi sono gli uomini. Italia 2012. La strage delle donne”.

Questo incontro è nato per sottolineare che ciò che sta accadendo in Italia, cioè un attacco predeterminato alle donne in quanto tali, non sia il risultato di gesti passionali, d’amore, di gelosia, ma un annullamento progressivo della donna e la negazione della sua identità. La passione e la brutalità non coincidono, non sono sinonimi!

Il libro di Iacona è un libro di inchiesta, una raccolta di testimonianze, uno sguardo pieno di concretezza e di dati reali; aggiunge conoscenza e connessione di senso con le cose che accadono “fuori”.

Alcune realtà attive politicamente sul territorio cittadino e nazionale conoscono molto bene i temi trattati nel testo. La casa delle donne Lucha y Siesta “tutti i giorni pratica la resistenza e la costruzione dell’alternativa alla violenza di sistema con cui le donne sono costrette a fare i conti nella vita quotidiana”, ma si palesa la necessità di un confronto collettivo, per poter modificare il lessico e le pratiche che gli uomini applicano nel quotidiano.

La rappresentazione mediatica delle donne e degli stessi femminicidi è uno dei primi punti affrontati nel dibattito. La caratterizzazione di atti di violenza maschile sulle donne come delitti passionali non è convincente: per questa ragione Iacona ha avviato il suo lavoro di inchiesta. Perchè il femminicidio è un tabù?

A livello mediatico e culturale è stato applicato un vero e proprio processo di rimozione dell’emancipazione femminile. L’acquisizione di libertà da parte delle donne rappresenta ancora un problema in una società culturalmente maschilista come quella italiana; per questo si preferisce rimuovere direttamente il problema alla radice, non parlandone.

Comprendendo, invece, la vera natura di questi delitti e atti di violenza, ci si affaccia su un altra problematica: la carenza di strutture d’accoglienza.

Oria Gargano, presidentessa della cooperativa Be-Free, ha narrato l’esperienza dello sportello donna presso l’ospedale San-Camillo Forlanini di Roma,che offre un servizio di accoglienza e assistenza per vittime di violenza intrafamiliare o di tratta, denunciando quanto le strutture pubbliche e la società civile non si facciano carico di questo genere di problematiche. L’intermittenza o l’assenza di finanziamenti pubblici è un problema emergenziale. Le strutture di assistenza e di accoglienza sono troppo poche rispetto alla richiesta effettiva!

Il riconoscimento pubblico e istituzionale della violenza sulle donne, afferma Sandro Medici, è ancora negato. Finchè questo non accadrà, finchè il problema verrà rimandato indietro, nella clausura familiare e domestica, continuerà l’interruzione di quel processo liberatorio iniziato negli anni ’60.

In che modo la politica si relaziona con la violenza sulle donne?

Secondo Anna Simone, sociologa del diritto presso l’Università La Sapienza, la strumentalizzazione della violenza è iniziata con la pubblicazione dei dati ISTAT nel 2007. Quello stesso anno venne assassinata Giovanna Reggiani.

Si pensava fosse stato un romeno. Di tutta risposta l’allora sindaco Walter Veltroni mandò le ruspe nel campo rom, e fu l’inizio di un’era.

Il tema della violenza non è stato mai assunto come dato politico, ma sfruttato per produrre consenso. Nel 2008 Alemanno ha costruito interamente la sua campagna elettorale sul tema della sicurezza. Il buon sindaco ha strumentalizzato stupri, violenze omicidi, per ottenere consenso elettorale, mentre sosteneva, in un unico pacchetto, atteggiamenti xenofobi e sessisti. La violenza è stata così istituzionalizzata. Finchè i dispositivi giuridici e socio-politici non acquisiranno i dati prodotti dal femminismo, la violenza di genere continuerà ad essere considerata “normale”.

“L’emancipazione femminile non è altro che il metro di giudizio per verificare lo stato di democrazia della società tutta” (Lucha y Siesta).

Riccardo Iacona (giornalista Rai e autore del libro)

Oria Gargano (presidentessa cooperativa Be Free)

Anna Simone (sociologa del diritto)

Sandro Medici (presidente X municipio)