ROMA

Le elezioni a Ostia ci interessano

Perché il prossimo appuntamento elettorale è importante per chi a Roma si batte per democrazia reale e diritto alla città?

Prima di tutto per un motivo ovvio, al di là dello scontro elettorale, nel X Municipio abitano circa 260mila persone (poco meno di Venezia) e il futuro di quel territorio, i bisogni e le speranze di cambiamento di chi vive ci interessano. In secondo luogo, perché il X Municipio viene da due anni di commissariamento dopo lo scioglimento per mafia. Un fatto enorme, che ha rappresentato uno spartiacque simbolico, politico e amministrativo nella vita della città: il radicamento dei clan che erano riusciti a influenzare e determinare le scelte della macchina amministrativa, mentre la politica si metteva spesso e volentieri a servizio degli interessi criminali. Una mafia in affari con politici e colletti bianchi, ma anche in grado di governare interi settori del territorio, cresciuta e radicatasi dentro la crisi economica, qua come in tante altre periferie.

La sfida elettorale, inoltre, rappresenta un test fondamentale per il governo di Roma del Movimento 5 Stelle, che proprio qua ad Ostia ha fatto un enorme investimento politico e simbolico al grido di «onestà, onestà», portando nele urne una valanga di voti per Virginia Raggi. Sarà fondamentale vedere la tenuta del consenso delle promesse del M5S a un anno e mezzo dalle elezioni, periodo lungo il quale si è più parlato dei guai della sindaca che di come migliorare le condizioni di vita di chi in periferia ci vive.

Ostia, al contempo estrema periferia di Roma e a sua volta centro di un hinterland dove vivono decine di migliaia di persone, è il caso limite su cui si misura l’insufficienza dell’architettura di governo della città: un territorio enorme e con peculiarità importanti, che ha un ente di prossimità debole, con poteri ridicoli e senza un euro in cassa. Anche per questo qui la crisi di rappresentatività della politica e delle istituzioni e la necessità di meccanismi democratici reali si fa più forte.

A Ostia si sta misurando lo stato comatoso in cui versa il Partito Democratico romano, dopo lo tsunami di Mafia Capitale e il lungo commissariamento di Orfini. Un partito in crisi di consenso e non in grado neanche di dar vita a un dibattito pubblico e trasparente per decidere il nome del candidato presidente in X Municipio, magari cominciando a dar voce al territorio. Niente di tutto ciò: per evitare l’accordo con il candidato voluto da Lorenzin, che poi è anche il candidato dei potenti balneari, è stato calato dall’alto il nome di Athos De Luca, uomo per tutte le stagioni. L’usato stracotto e sicuro.

Il centrodestra appare invece in buona salute, riuscendo a presentarsi unito e vitale. L’estrema destra di Casa Pound invece si presenta come la sorpresa annunciata ad Ostia, dove insieme alle pratiche squadriste organizza manifestazioni in cui si sostituisce allo stato, dando la caccia ai venditori abusivi e agli ultimi, aprendo spesso e volentieri la strada all’intervento delle forze dell’ordine. E tutti sembrano essersi già scordati di quelle imbarazzanti foto e della convergenza neanche mascherata con il Clan Spada, egemone nel territorio di Ostia Nuova.

Unica nota d’interesse nell’agone elettorale: la candidatura di Don Franco De Nonno, insegnante e prete anomalo, da decenni conosciuto per la sua vicinanza ai più deboli e per il sostegno all’attivismo giovanile e alla solidarietà. De Nonno è il candidato del “Laboratorio Civico X”, che nelle sue lista ha esponenti della sinistra che hanno deciso di appoggiare la sua scommessa, ma soprattutto cittadini attivi sul territorio che hanno deciso di mettersi a disposizione per contrastare l’avanzata di una destra razzista e pericolosa, valorizzando competenze, idee e storie diverse. Un’esperienza anomala, maturata in uno specifico contesto territoriale, ma che potrebbe essere la vera sorpresa della tornata elettorale.

Per queste ragioni nelle prossime settimane daremo voce a chi sul territorio di Ostia vive e lotta.