ROMA

A Roma l’occupazione Laurentina resiste e rilancia

I festeggiamenti dei 17 anni di occupazione dell’edificio a Laurentina diventano l’occasione per discutere insieme ad altre realtà romane della questione abitativa, della rendita finanziaria che si appropria dei territori e della costruzione di una città solidale e capace di accogliere

«Questə bambinə che vedi giocare in cortile sono tuttə natə qui», mi dice Duilia, occupante fin dall’inizio della palazzina di via dei Radiotelegrafisti 44. Quaranta famiglie, più di cento persone provenienti da molti paesi, abitano da 17 anni in una palazzina di cinque piani occupata nel 2008. Siamo nel quartiere Giuliano Dalmata a Roma. Questa parte di città, nata negli anni ’30 come villaggio per gli operai impegnati nei lavori per la realizzazione dell’Esposizione Universale, dopo la guerra è stata destinata alle e agli esuli che lasciavano la Dalmazia, Fiume e Istria.

di Simona Pampallona

Negli anni il quartiere si è allargato e il valore di mercato degli immobili è cresciuto, vista la posizione del vicino all’EUR, ben servito dal trasporto pubblico, con una buona distribuzione dei servizi, delle scuole e delle attività commerciali. Insomma un bel posto dove abitare.

«Oggi – continua Duilia – è molto difficile vivere qui. Servirebbero lavori di manutenzione e di recupero» e aggiunge: «vivere in occupazione dopo il decreto Lupi e la legge 80 del 2014 ha reso impossibile ottenere la residenza. Alcune famiglie come la mia si sono viste addirittura revocare la residenza che avevano ottenuto in precedenza».

La palazzina occupata era una delle due costruite in via dei Radiotelegrafisti, entrambe con destinazione residenziale. Poi una è stata destinata a uffici della Stefer, società controllata dalla Regione Lazio, in seguito confluita nel consorzio Acotral, oggi Cotral.

Nel 2007 l’azienda iniziò il percorso di separazione nella gestione di infrastrutture e servizio, completato nel 2008 con la formazione di Cotral Patrimonio, responsabile dei beni mobili e immobili della società. La palazzina degli uffici fu abbandonata, rimase vuota per alcuni anni, prima di diventare la casa di chi una casa non l’aveva.

di Simona Pampallona

Sono quasi 10mila a Roma le persone che vivono in case occupate (lasciate vuote o invendute). Tanti nuclei familiari con redditi bassi o senza alcun reddito, anziani e giovani coppie, persone separate e single, immigratə che per avere un tetto sulla testa sono stati costretti a occupare palazzi pubblici o privati abbandonati, oppure alloggi lasciati vuoti, non potendo accedere al mercato privato o alle assegnazioni del patrimonio pubblico.

Le occupazioni di immobili hanno consentito a molte famiglie di avere un tetto sulla testa, ma la soluzione non può rimanere questa. Servono case pubbliche acquisendo gli immobili che gli enti dismettono, quelli che i proprietari privati hanno realizzato e sono ancora vuoti, bisogna recuperare quelli inutilizzati, evitando di consumare altro suolo e aggiungere altro cemento in una città che ne è stata divorata.

A luglio del 2023 il Consiglio Comunale di Roma ha approvato il Piano strategico per il diritto all’abitare 2023-2026, con il quale si impegna a investire risorse per superare la così detta “emergenza abitativa” attraverso il recupero del patrimonio pubblico e l’acquisto di immobili privati inutilizzati insieme a quelli che gli enti intendono dismettere.

Il Piano prevede anche il rafforzamento dei programmi di recupero del patrimonio edilizio di sua proprietà e dei progetti di autorecupero riconoscendo esperienze importanti che dal basso hanno ridato vita ai vuoti urbani creati dalla rendita e dalla speculazione.

di Simona Pampallona

È quello che chiede la comunità di via dei Radiotelegrafisti: l’acquisizione e il recupero dello stabile da parte del comune. Si batte anche per l’uso pubblico dello spazio vuoto adiacente all’immobile per realizzare un parcheggio pubblico e un parco, che diventi spazio comune per tutto il quartiere.

Domenica 7 dicembre per festeggiare i 17 anni di vita dell’occupazione Laurentina è stata organizzata una giornata di festa e discussione sul diritto alla casa e alla città. Un confronto pubblico sulla città, campo di lotta tra i poteri finanziari ed economici e quelle resistenze diffuse che si battono per un modello urbano più giusto e solidale. Laurentina resiste!

Tutte le immagini sono di Simona Pampallona

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