TERRITORI

TAP: la polizia è già stanca. Cantiere fermo

Dopo due giorni di blocchi e resistenza, gli espianti degli ulivi sono stati temporaneamente interrotti. Le truppette di occupazione delle campagne salentine hanno bisogno del cambio.
Salento: manganelli tra gli ulivi

Uno a uno e palla il centro. È arrivata in mattinata la notizia che gli agenti schierati a difesa dell’espianto degli ulivi non ce la fanno più a tenere testa alle centinaia di attivisti No Tap avvicendatesi in questi giorni al presidio. Dopo 48 ore segnate da provocazioni della polizia, cariche a sindaci e cittadini comuni, ma anche manifestazioni, resistenze e blocchi, il cantiere resterà fermo fino a lunedì. Intanto nella notte, diverse strade che conducono alla campagna di Melendugno da cui dovrebbe passare il gasdotto sono state bloccate con cassonetti e pietre, per impedire il passaggio dei camion.

Le novità odierne arrivano dopo l’ennesima giornata di tensioni. Ieri, infatti, già dalla mattina presto la celere aveva allontanato con una carica gli attivisti che bloccavano l’ingresso al cantiere. Durante tutta la mattinata e il pomeriggio, il presidio era andato crescendo e si erano verificati nuovi fronteggiamenti a colpi di spinte e scudi tra polizia e manifestanti. Nel mezzo anche i sindaci dei comuni coinvolti dalla grande opera.

Alcuni attivisti raccontano che, sempre ieri, al presidio si sono presentati anche alcuni provocatori che in un momento di tensione hanno lanciato delle pietre contro gli agenti. Diversi No Tap li hanno riconosciuti come esponenti di gruppi neofascisti della zona, cacciandoli a calci.

Intanto anche a livello istituzionale lo scontro non sembra destinato a placarsi. Il sindaco di Squinzano ha smentito le dichiarazioni del governatore Emiliano, secondo cui c’era l’assenso del primo cittadino per far approdare il gasdotto nel territorio di quel comune. E si attende ancora il pronunciamento della Corte Costituzionale sulla richiesta di competenza sull’opera avanzata dalla Regione.

Mentre gli attestati di solidarietà alla protesta si moltiplicano in tutta Italia, dal presidio è stato reso noto l’elenco delle aziende e dei singoli coinvolti nel gasdotto. Su tutti spicca il nome di Michele Mario Elia, “Country Manager Italia” di Tap già condannato a 7 anni per la strage di Viareggio, in quanto ex amministratore delegato di Rete ferroviaria italiana (Rfi). È in queste mani che il governo vorrebbe lasciare il Salento?

Per aggiornamenti: Presidio No Tap, Comitato No Tap