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Sapienza, gli studenti dicono no al numero chiuso

Una giornata di mobilitazione per dire no alla selezione nell’accesso agli studi. Nel pomeriggio bloccato il Consiglio di dipartimento di Chimica: “siam venuti ancora alle vostre porte abbiamo gridato ancora più forte”.

Ieri il Consiglio di dipartimento della Facoltà di chimica avrebbe dovuto esprimersi riguardo al numero programmato per i corsi di laurea in chimica, chimica industriale e tecnologie per il restauro e la conservazione dei beni culturali. Noi studenti di chimica da un lato abbiamo preparato tre valide alternative che porterebbero ad un inversione di tendenza nella politica di tagli all’università investendo in ricercatori per aumentare l’offerta formativa e in adeguamento e, a nostro avviso, miglioramento proprio del piano di studi; dall’altro abbiamo convocato una giornata di mobilitazione per esprimere ancora una volta la nostra contrarietà al numero chiuso, a quello che comporterebbe la sua introduzione nel nostro dipartimento.

Questa è cominciata in mattinata, quando abbiamo interrotto una presentazione per i licei dei corsi di laurea della facoltà, volendo raccontare dell’altra università, quella che vivono gli studenti tra mille difficoltà dovute alle poche risorse destinate alla formazione, quella che vede ormai in quasi tutti i corsi di laurea il blocco delle iscrizioni. Dopo il pranzo sociale, una volta cominciato il consiglio, i nostri rappresentati hanno chiesto che la discussione riguardante il numero programmato fosse anticipata, essendo stata messa al diciottesimo punto all’ordine del giorno.

Chiaramente la risposta è stata negativa e questo non fa altro che sottolineare un fatto gravissimo: una decisione del genere per i docenti puó essere presa con la leggerezza piú assoluta, ignorando una manifestazione che, nonostante il loro prendere tempo, andava avanti festosamente nel piazzale antistante all’edificio. Questo è quello che rivendicavamo anche durante l’occupazione di gennaio: per alcuni votare un provvedimento del genere consiste in una semplice alzata di mano, non considerando il perchè della contestazione degli studenti. Abbiamo quindi deciso a metà consiglio di salire tutti insieme durante la seduta e chiedere ad un’assemblea ormai decimata dall’orario, di affrontare subito la discussione del numero programmato, entrando con delle maschere bianche che rappresentavano i volti di tutti coloro che non si sarebbero potuti iscrivere con la limitazione degli accessi. Nonostante abbiamo chiarito che volevamo presentare le nostre alternative, rivendicando solo di essere finalmente ascoltati, la risposta del direttore di diartimento è stata quella di far accorrere la digos e sospendere la seduta. Il nostro lavoro non sarà vanificato e presenteremo le alternative a livello di facoltà, ma quello su cui vogliamo soffermarci è chiaro: da una parte continua la strategia del tentare di ignorarci, dall’altra continueremo a rivendicare i nostri diritti, continueremo a tornare alle loro porte fino a quando grideremo talmente forte da farci finalmente ascoltare.