DIRITTI

Nessuno è illegale

Il governo congela il reato di clandestinità invece di abolirlo: il “nostro stile di vita” è il razzismo?

Ieri sera su La7 un lugubre Sallusti proponeva di espellere i clandestini, tutti stupratori e ladri, allestendo “campi nomadi” (sic) in Libia, stasera un ilare Mentana sulla medesima 7 (cioè nel telegiornale più “democratico”) dà per ufficioso il congelamento dei decreti attuativi della legge sulla depenalizzazione, nella fattispecie il rinvio, prima di una settimana poi sine die, della soppressione del reato di clandestinità. Nel migliore dei casi, il ministro della Giustizia Orlando (come è umano lui) suggerisce di sopprimere la detenzione, ma mantenere l’immediata espulsione. Verso il nulla.

Beninteso, sappiamo tutti che è una farsa. I giudici, già oberati di lavoro, fuggono quei fascicoli come la peste e la polizia si limita a espulsioni mediatiche, dando la precedenza ai sospetti di terrorismo. Grande vittoria di Alfano che, ispirato dal Capodanno di Colonia, si atteggia a tutore delle “nostre” donne e dei loro non affittabili uteri e dichiara che con l’aria che corre la depenalizzazione della clandestinità, come la stepchild adoption e i matrimoni gay, darebbero un segnale cattivo, in controtendenza al rigore della legge e alla difesa della stirpe. Astuta manovra di Renzi per pararsi il culo da Salvini e far vedere alla Merkel che lui ce l’ha più lungo.

Finalmente il “nostro stile di vita” getta la maschera e viene fuori la bava razzista, l’odio contro i poveri e i loro prevedibili vizi (rubano collane e lavoro, sporcano, violentano, hanno perfino imparato a nuotare per non affogare tutti nel Canale o sottocosta a Lesbo e Kos).

Il nostro governo, al solito, agisce in modo defilato, dilatorio: fa le leggi ma non i decreti attuativi, battezza le unioni civili “formazioni sociali”, inventa l’adozione solubile come “affido rafforzato”, piscia il reato di tortura. Per carità, non siamo l’Ungheria o la Polonia, vogliamo tenere aperti i confini per far uscire i migranti e chiuderli per non farli entrare, consideriamo delinquenti i clandestini ma senza eccedere nel trattarli come tali (lasciandoli così opportunamente nella condizione di manovalanza per il lavoro nero e la criminalità organizzata), e così via.

Un occhio alle elezioni regionali e un altro alla Chiesa, persecuzione dei clandestini e intolleranza omofoba – ma che bell’equilibrio! Meno male che il nemico è l’antipolitica. Meno male che pure gli antipolitici sguazzano nel sovranismo e nel “prima gli italiani”…