ROMA

A San Lorenzo, nessun comitato elettorale, per noi decide la città!

Ieri pomeriggio le cittadine e i cittadini di San Lorenzo hanno deciso di presentarsi all’inaugurazione del comitato elettorale del candidato sindaco Giachetti, con sede alla Dogana.

Gli è stato fatto sapere dell’esistenza di reti, associazioni, comitati e semplici cittadini molti dei quali compongono e animano il percorso della Libera Repubblica di San Lorenzo che si batte contro la speculazione e la svendita del patrimonio pubblico. Un percorso che dà forza alle realtà sotto attacco come la Palestra Popolare, il Grande Cocomero e Esc, e che si batte per un utilizzo pubblico dei locali dell’ex Dogana.

Al candidato sindaco è inoltre stato fatto sapere che a Roma esiste un percorso cittadino chiamato Roma Non Si Vende-DecideRoma, dal quale è nato il grande corteo del 19 marzo, che immagina un modello alternativo di città basato sul rifiuto del ricatto del debito, sull’uso comune del patrimonio pubblico, la difesa dei beni comuni e sulla qualità dei servizi pubblici, che il 23 aprile farà un’assemblea cittadina per avviare i lavori di scrittura di una Carta di Roma Comune e porre la questione di chi decide a Roma. Per noi la risposta è: Decide la città!

Di seguito il testo della lettera consegnata al candidato sindaco.

Caro candidato sindaco,

oggi vieni ad aprire la sede del tuo comitato elettorale a San Lorenzo. Siamo sicuri che tu conosca la storia – gloriosa – di questo quartiere; tuttavia, siamo un po’ meno sicuri che tu ne conosca il presente. Siamo qui, dunque, per raccontarti come vanno le cose da queste parti.

San Lorenzo è da anni oggetto di una violenta speculazione, che lo sta trasformando – e non in meglio. Di esempi ce ne sono tanti: il parco dei Galli, recuperato grazie al lavoro delle mamme del quartiere e che ora rischia di venire distrutto a causa di un progetto speculativo; le ex fonderie Bastianelli, edificio storico del quartiere, distrutte alle fondamenta per permettere la costruzione di appartamenti di lusso (bloccata dal Tar, in quanto i permessi rilasciati dal Comune erano irregolari), la cui demolizione ha causato danni strutturali agli edifici circostanti. Ma ciò che oggi preoccupa di più è proprio l’ex Dogana, di proprietà di Cassa Depositi e Prestiti, obiettivo di non chiari piani speculativi finora bloccati anche grazie alla mobilitazione dei cittadini e delle reti di quartiere. Ci chiediamo se la scelta di insediare il tuo comitato proprio qui sia un segnale rispetto alla volontà di tutelare questo patrimonio di San Lorenzo, e di Roma tutta, nel segno dell’uso pubblico e partecipato, o solo un’operazione mediatica in controtendenza alla consuetudine di insediare i propri comitati elettorali in centro.

I problemi però non si fermano qui. San Lorenzo è ricca di esperienze di partecipazione dal basso e di auto-gestione, che ora, si trovano in serio pericolo a causa della sciagurata delibera 140. Nel momento in cui una cricca di affaristi sostiene l’infelice candidatura di Roma alle Olimpiadi, la Palestra Popolare, che da anni garantisce l’accesso allo sport a tutti, viene posta sotto sgombero. E sotto sgombero è anche il Grande Cocomero, che dal 1994 lavora con bambini e ragazzi con disturbi e patologie neuropsichiatriche e che collabora con il reparto di Neuropsichiatria infantile del Policlinico Umberto I: secondo il dipartimento del patrimonio, i volontari sarebbero debitori nei confronti del Comune della somma di 116mila euro. Per non parlare di Esc, cuore pulsante del panorama culturale e politico romano, la cui minaccia di sgombero ha suscitato indignazione in tutta Europa.

San Lorenzo è un insieme straordinario di spazi sociali, associazioni, comitati, un laboratorio dell’autogoverno e della cooperazione sociale che rappresenta un valore aggiunto per la città, e non un problema (magari di ordine pubblico) da criminalizzare e di cui disfarsi. Ci siamo riuniti nella Libera Repubblica di San Lorenzo per dare voce al valore sociale di queste esperienze. Ma sappiamo bene che ciò che accade nel nostro quartiere accade al resto della città. Per questo la Libera Repubblica partecipa al percorso cittadino che lo scorso 19 marzo è sceso in piazza in 20mila persone per affermare che Roma Non Si Vende. E il 9 aprile, in contemporanea a molti altri municipi, abbiamo posto al centro del dibattito e della mobilitazione territoriale una questione molto semplice: chi decide a Roma?

La risposta è: decide la città! non permetteremo che nessuna delle realtà sotto attacco venga sgomberata, non subiremo il ricatto di un debito illegittimo che annulla lo spazio della decisione democratica e la giustizia sociale. Non è possibile che a Roma le decisioni siano delegate alla Corte dei Conti ed ai Commissari, ed applicate tramite l’utilizzo della forza pubblica, in assenza di qualsiasi dialettica con la cittadinanza, con i corpi sociali che animano i territori. Per questo abbiamo aperto uno spazio di costruzione partecipata e condivisa di programma sulla città ache coinvolga i territori alla scrittura di una Carta di Roma Comune, a partire dalla quale aprire un confronto con chi si candida a amministrare Roma sui temi dell’utilizzo del patrimonio e dei beni comuni.

Riteniamo che ogni candidato sindaco debba prendere parola su questi temi, temi su cui tu dovresti essere particolarmente preparato, visto che nella precedente esperienza amministrativa nella giunta Rutelli sei stato partecipe del processo di scrittura della delibera 26 che ha garantito finora l’uso sociale del patrimonio pubblico riconoscendone il valore e l’apporto alla città.

Libera Repubblica di San Lorenzo #DecideRoma #RomaNonSiVende